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9 Ottobre 2017 Aggiornato il 9 Ottobre 2017 alle ore 15:40

Cosa mangiate a La Campanara, osteria con chiocciola Slow Food in Romagna

La Campanara arriva quando meno te l’aspetti, proprio come l’amore. La cerchi finché non te la trovi lì davanti con l’osteria (e chiocciola Slow Food), la
Cosa mangiate a La Campanara, osteria con chiocciola Slow Food in Romagna

La Campanara arriva quando meno te l’aspetti, proprio come l’amore. La cerchi finché non te la trovi lì davanti con l’osteria (e chiocciola Slow Food), la piscina, la locanda e la cantina e all’inizio non capisci bene che cos’è; ti senti un po’ spaesato, con le farfalle dentro e fuori dallo stomaco, ma poi la riconosci subito: è lei.

Siamo in una Romagna più Romagna che mai, a Galeata, il paese originario del Gastronauta Davide Paolini; in realtà, per la precisione, siamo nella frazione di Pianetto, un antico borgo medievale costruito nel 1497 intorno alla Convento dei Francescani e alla Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, dove il miracolo fu la Statua della Madonna che un giorno versò latte dal suo seno.

E oggi questo complesso è la Campanara, rilevata e trasformata nel 2005 da Alessandra e Roberto, tra le mete del cuore anche di Sir Carlin Petrini. Ma chi sono Alessandra e Roberto?

Alessandra è cresciuta in un mondo tutto suo, viveva qui ma un po’ in disparte e non chiedeva mai nulla a nessuno; eppure, mentre la nonna stendeva la pasta, osservava sempre tutto. Ogni tanto l’aiutava anche, ma il suo percorso sarebbe stato un altro: già molto giovane, infatti, inizia ad insegnare, diventando un’appassionata maestra di italiano alle elementari, mestiere che non avrebbe abbandonato per nessun motivo. Quelle ore trascorse in cucina da piccola, però, le sono entrate lentamente dentro, un po’ tutti i giorni, senza quasi che se ne accorgesse e a volte le tornavano così, magari in classe, quasi più come sensazioni che come ricordi.

Quando poi si è trattato di riaprire questo capitolo, è avvenuta una reminiscenza: tutto è ritornato alla memoria. È successo quando ha conosciuto lui, Roberto, proprio nel momento in cui meno se lo aspettava, appunto. Qualche ora dopo il loro primo incontro, lui era già sotto casa sua, alla finestra, in attesa che lei uscisse; solo che no, lei non l’ha denunciato per stalking, ma l’ha amato quasi subito. È bastato poco sì, perché l’amore è così, accade.

E poi tutto si srotola in modo naturale, proprio come la nascita di un figlio, che per loro è stata la Campanara. Anche lei è arrivata per caso: in pochi giorni l’opportunità di prendere in gestione quel complesso miracolato, di dedicarsi all’ospitalità di un territorio che entrambi amavano visceralmente e di lasciare, in parte, quelli che erano stati fino a quel giorno, ovvero una maestra e un geometra.

Così, quegli stessi colori che per anni ha osservato sui quaderni dei suoi alunni, sono diventati i muri della locanda e dei tanti progetti disegnati, valutati e misurati per gli altri, uno è divenuto finalmente suo. Arredata con la grazia delle favole e la tecnica della geometria, nella locanda tutte le stanze sono ricavate come per magia dagli spazi intrecciati con la pietra, ognuna diversa dall’altra, irregolari, eppure così incredibilmente perfette.

Lo stesso incastro lo vivono gli ingredienti tra le mani di Alessandra in cucina e poi nei piatti; come se tutti quegli anni trascorsi nel silenzio fossero tornati potenti, come una valanga di saperi incommensurabili. La cucina, infatti, è quella artusiana, domestica, di casa; quella delle materie prime di stagione e del territorio; quella degli ingredienti fini, sinceri, genuini.

Nelle portate nulla è fuori posto, come se una Mary Poppins del gusto avesse disposto tutti i sapori nel migliore dei modi, dalle polpettine di nonna Gina catapultate all’Expo agli impeccabili sapori di Romagna, quali piadine, tagliatelle e tortelli, fino al Dolce Ramerone di Pianetto, ennesimo incantesimo di un borgo senza ragione. Qui, dove c’era la maga di Pianetto che faceva predizioni a tutti sul futuro; qui, dove un tempo passavano in tanti perché si pagava il dazio di frontiera tra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana; qui, dove tutto assume un senso, anche le più piccole cose, proprio come nelle più grandi storie d’amore. Ma attenzione, perché l’amore è una scelta e una volta scelta la Campanara non potrete più tornare indietro.

La Campanara. Via Borgo Pianetto 24°, Galeata (FC). Tel. +39 0543 981561

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