Osterie d’Italia. Il nuovo menu da 30 € della Torre One Fire vicino Sorrento
Non vi siete accontentati del menu e dei piatti dell’osteria Slow Food lo Stuzzichino a Sant’Agata sui Due Golfi?
Fate bene. Date un’occhiata alla Torre “One Fire” della Famiglia Mazzola che già al momento di parcheggiare l’auto ha le credenziali per farvi innamorare della Costiera Sorrentina. Il tramonto è micidiale: c’è Capri, c’è la villa di Gioacchino Murat, c’è il mare che si popola delle lampare per la pesca ai totani.
Se andate in questa rustica osteria trovate ai fornelli la mano ferma e precisa di Maria Aprea, mentre in sala ci sono le figlie Amelia e Alessia. E soprattutto lui, l’anfitrione Tonino detto “One Fire” per la passione che mette in questo ristorante.
Si mangia all’aperto sul terrazzino e il dehor che è una mano santa in questi giorni incandescenti.
Osteria anch’essa Slow Food che porta in giro il verbo della Costiera Sorrentina grazie a Eataly. Oscar Farinetti è tra i fan della Torre e la cucina di Maria la trovate a Roma, a Torino e ovviamente a Expo dove a ottobre chiuderà il calendario dei ristoranti regionali.
L’occasione per andare a gustare qualche nuovo piatto che viene centellinato nella carta tutta dedicata alla tradizione, è una serata che ci ha confermato l’evoluzione del pane di Massimiliano Malafronte. Da Gragnano la sua proposta multi cereale (più o meno 12), con preparazione del lievito madre in macerazione nel liquido naturale di segale, dona piacevole acidità. Lievitazione lunga a 24 ore e uno spettacolo di proposte che variano dalla chia alla segale al “bianco” normale. Tenete negli appunti il suo nome. E cercatevi un burro da mettere sotto una verdura.
E poi il lupino gigante di Vairano, presidio Slow Food portato all’assaggio da Mario Parente dell’azienda agricola Verticelli (tel. +39 0823.988716) di Vairano Patenora. Buoni e carnosi come ci aspettavamo da un produttore che mi aveva già convinto con le sue peschiole in agrodolce.
Si parte subito con la pizza fritta guarnita di Antico Pomodoro di Napoli, anch’esso presidio Slow Food, e non c’è molto da aggiungere sulla perizia della cucina.
Poesia pura per i gamberetti di Crapolla gratinati in foglia di limone massese che potreste trovare oppure no perché c’è un tempo (che sta scadendo) è perché la pesca è sempre un fatto di fortuna oltre che di conoscenza di posti (e quindi un assaggio anche a crudo ci sta).
Eccolo il piatto nuovo del menu: Ravioli di ricotta di bufala di Paestum e limone massese su guazzetto di vongole e mentuccia. Niente di super innovativo, ma da queste parti non è tanto frequente utilizzare latticini non di mucca. Piatto consistente eppure delicato in cui si riconosce il gusto della ricotta e si apprezza la freschezza del guazzetto.
Il “cuppitiello” di paranza con scarola riccia e papaccella napoletana (altro presidio) ha la spinta acida che serve per mangiare le alici come caramelle.
Un occchio ai vini della Fattoria La Rivolta. Vini bianchi (falanghina e fiano del Taburno fin troppo giovani) e un piacevolissimo Mongolfiere a San Bruno Rosé da Aglianico che si sposa benissimo con i lievitati (pane e burro o inzuppi vari) e dovrebbe dire la sua con una pizza.
Chiudiamo con un pasticciotto crema e amarena rinfrescato da mentuccia e diamo un’occhiata alla tabella prezzi.
Maria Aprea è per la cucina popolare e i due menu degustazione costano 30 € (Sorpresa di Maria: antipasti misti, due assaggi di primi in cui potrete inserire i ravioli, selezione di formaggi e dolce) e 35 € (Sorpresa di Tonino: antipasti, due assaggi di primi, un secondo, dolce).
Un’altra occasione per gustare un ottimo rapporto qualità – prezzo in costiera sorrentina.
Non vi pare?
Ristorante La Torre. Piazzetta Annunziata, 7. 80061 – Massa Lubrense (Napoli). Tel. +39 081 808 9566