Piana del Sele. Chi vuole una centrale nucleare tra mozzarelle e pomodori?
Il governo della Regione Campania favorevole all’installazione di una centrale nucleare? Dopo le voci che volevano un impianto sul Garigliano, spunta anche l’ipotesi della Piana del Sele, territorio noto agli appassionati di gastronomia soprattutto per la produzione di mozzarella di bufala. E non si fa attendere la dura presa di posizione della Coldiretti di Salerno che per bocca del Presidente Pietro Caggiano affronta l’argomento lanciando l’allarme: “Mi sembra paradossale la scelta del Governatore della Campania Stefano Caldoro di ipotizzare la Piana del Sele quale possibile location di una Centrale Nucleare; forse Caldoro non ha ben valutato l’impatto sull’indotto economico che deriva dalle produzioni orticole, frutticole e zootecniche presenti. Infatti il valore aggregato annuo delle produzioni supera il miliardo di Euro oltre ad un indotto che vale almeno 500 milioni, e un impegno diretto di manodopera per almeno 40.000 unità che diventano 60.000 con l’indotto. Dunque- continua Caggiano- un miliardo e mezzo di Euro e 60.000 posti di lavoro a rischio. Nella Piana del Sele insistono oltre 3.500 ettari di serre che producono produzioni di quarta gamma, fragole ed orticole oltre alle produzioni da pieno campo apprezzate in tutti i mercati continentali europei, ogni giorno infatti partono decine di Tir verso le principali piazze europee, per non parlare della mozzarella di bufala dop e degli allevamenti che sarebbero costretti a chiudere per una evidente ed immaginabile paura di contaminazione di foraggi e latte utilizzato per la sua preparazione.
Inoltre la Piana del Sele per una buona parte è sotto il livello del mare, infatti solo le idrovore del Consorzio di Bonifica Destra Sele contribuiscono a mantenere i terreni asciutti.
E’ ancora fresco il ricordo dei danni della nube di Chernobyl che provocò un totale blocco della vendita di produzioni orticole e frutticole, un danno solo di immagine ma che determinò decine di chiusure di imprese agricole.
Alla luce di tali evidenze mi chiedo se il Presidente Caldoro abbia valutato, anche pensando al disastro vissuto in questi giorni dal Giappone, l’opportunità di localizzare nel bel mezzo della Piana del Sele una Centrale Nucleare, mi aspetto che tali informazioni possano fare riflettere ed individuare un sito più appropriato”. Coldiretti non è contro di principio alle Centrali Nucleari, continua Salvatore Loffreda direttore Coldiretti Salerno, tuttavia occorre valutare bene l’impatto dirompente delle loro localizzazioni, il nucleare non è l’unica scelta disponibile e nemmeno la più economica. Sicuramente in quanto forza sociale intendiamo contribuire alle scelte che vengono effettuate e che sono necessariamente impattanti su sistemi economici che investono l’attività di filiere che da secoli insistono su quei territori. Ci attendiamo una riflessione su tali scelte e sicuramente una maggiore condivisione con le parti sociali che rappresentano le popolazioni e le imprese locali”.