Mangereste carne fermentata con formiche o con frutta per giunta acerba?
Stamattina, scorrendo la time line di Facebook, ho letto un commento di Vitantonio Lombardo su uno dei piatti del Noma, il ristorante di René Redzepi numero 1 al mondo secondo la 50 Best.
Lombardo fa una premessa: attenzione che parliamo del migliore ristorante del pianeta.
E una domanda: quanti di voi mangerebbero carne fermentata e formiche? E se qualcuno lo ha già fatto, potrebbe comunicare le proprie impressioni.
Terreno scivoloso ben oltre la normale osservazione che senza l’assaggio il giudizio è impossibile.
Probabilmente, l’effetto sarebbe stato diverso se la domanda non avesse riguardato un piatto di un ristorante famoso.
Mangiare è una convenzione in questo senso. La nostra asticella del buono ha un punto di riferimento per ogni ingrediente o piatto. Se nel nostro “catalogo” non ci sono le formiche ma, ad esempio, le lumache – come detto da un commentatore – ecco che gli insetti non si possono mangiare.
Senza cadere nel déjà vu dello straniero che alla tavola di un altro Paese chiede la pasta come se stesse a Napoli o il cappuccino di chiusura come se stesse a Colonia, mi ero chiesto a cena quanto il nome di un piatto potesse influenzare la scelta o provocare disagio.
Mi è capitato con questa portata.
Filetto di manzo e frutta fermentata e acerba.
Cioè non solo acerba, ma anche fermentata? mi sono chiesto (e ho chiesto) mentre leggevo il nuovo menu autunnale di un ristorante.
Non stiamo nemmeno parlando di insetti, ma quanti ordinerebbero un piatto con un ingrediente che estrapolato dal contesto potrebbe solo finire nei rifiuti?
A tavola, un commensale curioso, certamente.
Il piatto è molto buono: merito della carne ma anche della frutta e della salsa. Acerba e fermentata, appunto.
Non dovreste nemmeno andare troppo lontano per ordinarlo. È a Roma e lo prepara uno chef che è stato nelle cucine di Copenaghen.
Senza aver assaggiato l’uno e l’altro, puntereste sul maggiore raccapriccio per le formiche o per la frutta acerba e fermentata?
[Immagini: Facebook, Vincenzo Pagano]