Pinterest, il luogo 2.0 dove mangiare a occhi aperti. Chef, che aspettate a entrare?
Il mondo sta diventando un sistema sempre più allargato e vicino allo stesso tempo, il luogo in cui il “social” si è già confermato sinonimo di rete virtuale.
All’interno di questa rete le immagini dominano incontrastate, imponendosi come quello che sembra essere l’unico linguaggio universale alla base dei rapporti sociali. Su questo si basa il social del momento, Pinterest.
Trattasi di una piattaforma enorme, piena di ogni tema possibile e immaginabile. Gli utenti si “seguono” a vicenda se alla base esiste un interesse o passioni comuni. Si trova di tutto su Pinterest, però solo sotto forma di immagini. Per gli studiosi del web 2.0 è la moda del momento. Per la maggior parte delle persone presenti in quel mondo fatto di board tematiche e immagini digitali, è di certo un luogo dove sognare e liberare la fantasia in maniera semplice, immediata e nuova, senza precedenti.
Su Pinterest è possile organizzare le board in contenuti, aree tematiche arricchite di volta in volta con elementi propri o condivisi da altri utenti. Molte aziende non ci hanno messo molto a comprendere l’importanza di Pinterest, così ci sono finite dentro. Effettivamente è un social che può rivelarsi utile dal momento che il principio di comunicazione alla base è condividere le immagini e stabilire relazione con altri utenti, scatenando così il passaparola.
Per quanto mi riguarda, ho deciso di entrare su Pinterest affascinata da questo social e spinta dalla passione per tutto quello che è immagini e foto. In particolare amo il food e tutto quello che lo comunica visivamente. E devo dire che mai prima d’ora mi era capitato di imbattermi in un’esperienza del genere nel mondo del cibo. Pinterest inebria il cibo di desiderio, avvolgendo ogni singolo piatto in un’atmosfera di sogno.
Esistono miliardi di board bellissime, suddivise per temi. Si va dal generico “food” a sezioni più specifiche divise per pasti, ad esempio “breakfast”, “dinner” oppure “sweeties” fino a nomi quali “bright food” o “comfort food” oppure suddivisioni di in base ai colori, ad esempio “red food” e “green food”.
La maggior parte degli utenti ha tra le board almeno un’area dedicata al food. Soprattutto ai dolci. Pinterest è un contenitore di dolci che solo a guardarli si ingrassa. Io lo definirei, il mangiare a occhi aperti. L’immagine promette un assaggio virtuale dato con una semplice “pinnata” e un bel like a forma di cuore a seguito.
L’estetica di base è l’imperativo dominante. Quei piatti stupendi, bellissime immagini di tranci di pizza, pasta fresca, cupcakes e cappuccini fumanti, su Pinterest diventano elementi condivisibili dai più e oggetto di svariati like grazie alla foto, al loro apparire. Verrebbe da chiedersi dov’è finita la sostanza. E’ virtuale anch’essa o non esiste proprio? Qual è il criterio di giudizio di un piatto fatto a regola d’arte?
Pinterest comunica un mondo dove il senso della vista gode talmente tanto grazie a una serie di sguardi fugaci e veloci sui piatti che non c’è spazio per l’assaggio vero. La vista vuole un bel piatto, possibilmente mai visto, unico nel suo genere e posto in mezzo a un contorno di bellezze e accessori vari.
Si trovano su Pinterest chef come Bottura e Cracco, o meglio, esistono immagini di piatti preparati da loro, dei loro ristoranti e foto che li ritraggono. Non sono presenti come utenti, ma esistono tra le aree tematiche di tantissima gente che li venera o sogna, semplicemente, di incontrarli. Le categorie “tag” in questo caso sono ” my favourite chef” ” food&restaurants”. Si trovano su Pinterest , ad esempio, i tortellini alla crema di parmigiano di Bottura.
Oppure l’uovo di Cracco.
Pinterest esprime esattamente il legame simbolico delle persone con il cibo e conferma la filosofia dei maitre à penser, i grandi chef che hanno dato vita alla loro cucina e ai loro piatti grazie alla passione, all’istino, ai sentimenti. Ecco, su questa piattaforma ci si lascia guidare dall’istinto creativo e dalla ricerca di qualcosa di unico e originale.
Parafrasando le parole di Cracco che in un’intervista rilascita a Cristina Tirizoni per Psycologies diceva: “Per me sapere è un assaporare continuo più che un possedere”, nel caso di Pinterest l’assaggio, il vero piacere è il pinnaggio continuo di food, che lascia piccoli morsi ripetuti agli occhi senza mai assimilare niente.
Di certo gli chef farebbero bene a crearsi un proprio account, integrandolo a quello di facebook e twitter per avere una comunicazione migliore con i propri utenti e facilitare il dialogo con loro. Pinterest permetterebbe di innalzare le loro creazioni a piatti quasi sacri, e ciò scatenerebbe il passaparola. Poi, si sa…mangiare ad occhi aperti non sazia, e lì dove finisce il sogno e inizia la realtà la vera differenza è data dal saper riconoscere a livello gustativo un piatto fatto a regola d’arte da uno buono solo a stare in copertina.
[Enza Maria Saladino. Immagini: pinterest.com]