Pizza. I dieci errori dei milanesi sulla cosacca spariscono a via Orseolo
A Milano non sanno che cos’è la (pizza) cosacca.
“Ciao amore! Stasera andiamo a mangiare una pizza con la Dada, il Came, Pedro e la Tati?”
“Ci sta, dove?”
“Ho proposto Anema e Cozze di Via Orseolo perché se glielo chiedi ti fanno la cosacca”
“Ma Leti sei impazzita? È pesantissima!”
I dieci errori dei milanesi sul tema della pizza cosacca:
- La cosacca ha l’impasto con patate, salsa acida, rape e qualche tipo di radice verde amara tipo cicoria e poi con la carne. Non mi ricordo se l’anatra, la renna o lo gnu.
- Ah sì, è quella con tonno e vodka, come il panino cosacco.
- Buonissima, l’insalata russa ci sta bene sulla cosacca! O è forse quella dolce con lo zucchero a velo?
- Ha fatto bene ad inserire la cosacca perché il cavolo è di stagione. Non è quella con patate e cavolo?
- Da quel che ne so io la cosacca puoi farla con tanti ingredienti, l’importante è mettere la vodka nell’impasto e il cappello in testa.
- Non mi piace la cosacca perché ci sono i sottaceti. Ah no aspetta, è quella con le polpette?
- Perfetta, con il cavolo rosso no? Però dovrebbero aggiungerci qualche altro ingrediente perché solo il cavolo dopo un po’ stanca.
- Adoro la cosacca, l’unico problema è che mi rimane un po’ pesante con taleggio, fontina e salsiccia.
- Ma ti sei mai chiesta come fanno a fare la cosacca sempre con i funghi freschi e il tartufo se quest’anno funghi e tartufi non ce ne sono?!
- Ahahaha, ma come fai a mangiarti una pizza con fagioli piccanti, mais e peperoni?
Per fortuna che chi in via Solari a Milano, come Luigi Capuano, fa un po’ di alfabetizzazione sulla pizza napoletana, che è qualcosa di più di un impasto di acqua e farina cotto al forno con pomodoro.
È un fatto di cultura universale, un valore simbolico: alimento, simbolo, vita.
A Napoli la pizza ti prende in consegna alla nascita e ti accompagna per tutta la vita, anche se te ne sali ngopp a Milano, come Luigi e la sua famiglia.
Ad un certo punto, però, non è più sufficiente mangiare la pizza: diventa necessario ripercorrerne la storia, le vicende, le memorie quotidiane e collettive. E la famiglia Capuano è un po’ il simbolo di tutto questo a Milano, fautori di una tramissione non solo più solo pratica e gastronomica, ma anche e soprattutto orale e culturale. Della pizza, di un carattere, di una città che sarà anche tenebra, ma che è sempre luce.
Quindi questa cosacca? Milanesi state senz’ pensier’: dopo avervi già decostruito la difficoltà nel mangiare la pizza fritta di Gino Sorbillo che ha anche insegnato al sindaco di Napoli come fare la pizza a casa e ha dimostrato che la pizza napoletana a Milano è un successo, questa cosacca non è che una semplice marinara con pomodoro e origano, olio e aglio, con in più una leggera spolverata di pecorino romano.
Sempre in merito a leggerezza e digeribilità, ricordate che Luigi propone anche innumerevoli altri piatti di pesce fresco: dal riso venere alla pescatore con zafferano alle zuppe di frutti di mare, da primi e secondi piatti col pescato del giorno a innumerevoli friselle e insalatone a piacere.
I cosacchi, in fondo, erano gente semplice, un po’ come i napoletani.
Anema e Cozze. Via Pietro Orseolo, 1. Tel. +39 0236576140
[Immagini: Scatti di Gusto, Giulia Ubaldi, Io e Margherita, Facebook]