Pizza di Mezzo. Le forche caudine della pizzeria di qualità
Taurus alzò la testa quasi volesse annusare l’aria di casa.
Il ritorno al suo orto, uno dei 350 poco significativi che premevano sulla Terra di Mezzo, era stato impegnativo.
I forni a legna di Legionello da Succivo avevano sbuffato ininterrottamente per 10 giorni di fila accogliendo tutti i viandanti affamati di biga sulla Striscia Mediana che attraversava gli stagni ingrossati del Lete, il fiume dell’oblio.
L’arsura lo aveva messo a dura prova. Bere poco per non dimenticare quello che aveva visto e imparato nel suo peregrinare tra le 12 tavole, le pizzerie più famose della Terra di Mezzo, gli aveva fatto rallentare il passo. 12, come le fatiche di Ercole che diede il nome a questo monte.
Ma ora la fatica era alle spalle e il sacco era pieno dei buoni prodotti che la terra Felix offriva.
Non sarebbe stato più uno degli inutili 350. Voleva scalzare con gli ingredienti di qualità e la nuova pizzeria i pizzaioli che avevano fatto il loro tempo.
L’imponente noce stregato nascondeva il suo Segreto. Lesse velocemente e a voce alta la lista dei produttori e la porta si spalancò. Di lì a poco avrebbe ripreso il servizio e le genti affamate dei dintorni avrebbero fatto sosta alla sua tavola.
Guardò l’elmo e la lancia che la famiglia tramandava di generazione in generazione fin dalla notte dei tempi. La gente di quei luoghi aveva sconfitto un grande popolo ma a sua volta era stato cancellato con una guerra che aveva fatto perdere il ricordo della città. E della pizza. Non era luogo di pizza, ma di pane. E solo dopo secoli e secoli la pizza era ritornata con Taurus.
“Ci sarà la Omaggio a Montesarchio (7 €), una pizza che ho dedicato alla città che ospita la mia pizzeria e che mi ha adottato, una rivisitazione del peperone imbottito che è tipico qui nel Sannio”.
E poi c’erano i vini. Stellari.
Distolse lo sguardo dall’elmo e si diresse verso il forno.
“Dov’è la mia squadra?”, girò lo sguardo alla clessidra che indicava il tempo. “Siamo in ritardo”.
La pergamena era lì. Due croci nere.
La pizzeria di qualità e di ricerca non aveva pagato.
Era tempo di rivivere il passato di gloria.
“Dove sei Janara? Lo Stige sta ribollendo e io vado a riprendere l’antica pala di Caudium per vendicare l’affronto indossando l’elmo e la lancia”.
Così dice il suo messaggio nel Libro della Pizza di Mezzo.
La città di Caudium, capitale della tribù sannita dei Caudini, è ricordata soprattutto per l’umiliante sconfitta che i Sanniti inflissero ai Romani alle Forche Caudine.
Oggi la ricordiamo ad alcune persone che non ricordano con chi hanno a che fare; terminata la breve premessa dunque, Il Segreto di Pulcinella di Giuseppe Bove ha
una Carta dei vini studiata e impostata da una Sommelier proveniente da un ristorante stellato, carta delle birre allo stesso modo studiata da un publican importante. Un locale piccolo (64 posti) il quale ogni sera vede una fila interminabile all’esterno, in modo da far girare l’economia del paese. Camerieri ,caposala e personale di cucina sempre in continuo aggiornamento. E la pizza? Non ne parliamo perché sarei di parte.
In queste ultime settimane ho subito un attacco silente da un addetto ai lavori e non mi spiego per quale assurdo motivo Il Segreto di Pulcinella non compare più nella guida inerente alle migliori pizzerie della Campania, aggiornata il 31 Maggio. C’è di più, è contraddittorio, allo stesso tempo, aver constatato che invece è presente nella classifica delle pizzerie eccellenti redatta dallo stesso blogger uscita qualche settimana dopo.
Ho preferito tacere, onde evitare di alimentare fuochi vani, chiaramente dopo aver appreso la non presenza del nome della mia pizzeria nella prima guida e al contrario della presenza nella seconda; a questo punto preferirei non comparire per niente in nessuna delle vostre pseudo classifiche.
Ogni mattina mi sveglio, applico il 100% di me stesso per migliorare il lavoro che svolgo, da oggi sarebbe opportuno che iniziaste a fare lo stesso.
Con poca stima,
Giuseppe Bove!
Pizza di Mezzo o della Guerra dei Pizzaioli. La saga
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
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