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Pizzerie
21 Agosto 2019 Aggiornato il 9 Novembre 2019 alle ore 13:56

Pizzaioli. Chi è il vero Numero Uno

Magnataro era furente. “Ti avevo detto di preparare una tavola rotonda come quella dei cavalieri e tu niente. Tavolo lungo e due capotavola e questi sono
Pizzaioli. Chi è il vero Numero Uno

Magnataro era furente.

“Ti avevo detto di preparare una tavola rotonda come quella dei cavalieri e tu niente. Tavolo lungo e due capotavola e questi sono i risultati”, urlò.

Papilionem odiava i rimbrotti che poco avevano a che fare con la funzionalità.

Risultato, le polpettine della lasagna si sparsero impietosamente sul pavimento e Giove Pluvio suo malgrado si trovò invitato alla cena.

“C’è l’Emergenza Sala, non si trovano coppieri e tu vuoi fare una tavola rotonda che avrebbe richiesto molti più servitori a lavorare”, esclamò mentre avrebbe versato volentieri una lacrima per ogni polpetta che rotolava lasciando una striscia di sugo.

“L’unica cosa buona che abbiamo fatto è aver previsto che la cena dei migliori pizzaioli della Terra di Mezzo l’anno prossimo si terrà a Mediolanum invece che a Neapolis”, sospirò mentre dava un’occhiata al sugo rimasto per fare i conti di quante polpette avrebbe potuto rifare.

“Perché baccagliate mentre fuori il sole è caldo e invita a fare il bagno nelle acque del Porto del Fico?”, li interrogò Iulia Pugna che sfoggiava una nuova cintura alta modello Chambrel 44 che li faceva sembrare tutti più bassi.

“Non hai letto il corriere blu?” Le fece di rimando spazientito Magnataro che un po’ di senso di colpa per le polpettine lo aveva.

“Dovete prima venire a scuola Salis e poi sarete primi. PREMIO APPEZZUZZATO. SALIS IN GRANORUM sempre numero 1”, lesse ad alta voce il Cavalier Servente che aveva già preparato il fashion picnic per la giornata di mare.

Iulia Pugna trasalì. “Ma chi lo ha scritto?”

“Un passatore di farine di Salis”, rispose Papilionem mentre giudiziosamente versava il sugo dalla pentola nelle singole coppette che avrebbero ospitato le polpettine per migliorare la tenuta del condimento.

Il momento era grave.

Il commento era in risposta a un articolo di Golosus che tesseva le lodi di Masuccio Casertano pronto ad aprire pizzerie del Dies ai quattro angoli della Terra di Mezzo per ringraziare i tanti commensali che venivano dalle lontane montagne per assaggiare le sue pizze che giammai avrebbero chiamato canotto ma Sue.

“Certo Golosus se la poteva risparmiare tutta questa tiritera. Ora Salis ha mandato per l’aria anche la sua storica acclamatores con le sue veline per via della storia della stella cometa da affiggere sulla porta della locanda di Caiatum”, sbuffò Magnataro.

“Io nemmeno lo capisco: il suo pupillo per la Stella Cometa è Padua che sta molto più a nord con le sue focacce. Vero è anche che c’è di mezzo l’acqua bollicinusa. Comunque non si può più organizzare un pranzo o una cena che tutti vogliono dire la loro e scegliersi i posti”, sbottò Papilionem che a fare polpettine in sequenza si stava iniziando a scocciare.

“Non sapete cosa è successo”, gridò il Perrellante Festante incespicando nell’uscio della sala da pranzo tra il fragore dei calici che andavano a meretrici spargendosi sul pavimento in mille frammenti.

“Polpettine avvelenate”, commentò Papilionem mentre guardava il pavimento con le polpette trafitte dalle schegge.

“Se non sono avvelenate poco ci manca”, fece il Perrellante mentre Aulivus e Chiapparellis gli sistemavano la tunica modello Praia che aveva acquistato di fortuna all’outlet spendendo il doppio del prezzo (ma si sa, le opere d’arte acquistano valore nel tempo).

“Mi sembra la commedia degli equivoci. Qui non hanno capito che non ci sono due numeri Uno ma ci sono due numeri mezzi. E poi che vuol dire APPEZZUZZATO?”, commentò Aulivus che teneva il registro dei clienti.

“Secondo me dovremmo richiedere la conta degli scontrines”, fece il Leguleius che non vedeva l’ora di aprire una questione davanti al Tribunus Plebis.

“Ancora con questa idea della conta degli scontrines”, si inalberò Papilionem che aveva passato ore ed ore alla debole luce di una fiaccola per mettere ordine al casino generato dagli ispettores. “Già abbiamo dovuto ricorrere ai tribuni per l’Irpinum e Vizioz che pretendevano di inserire gli scontrines fottendosene del Regolamento di Condominio della Tabula”.

“Ma chi rumoreggia lì fuori?”, il Cavalier Servente si diresse alla porta.

“Dov’è Magnataro?”, la voce imperiosa non ammetteva ritardi. Lo scudo del guerriero alto in grado portava le insegne di Masuccio Casertano.

“Chi è la serpe dalla lingua bifida che ha osato dire che il nostro Principe non è il numero Uno?”. La spada si conficcò nel tavolo che ebbe un gemito prima di aprirsi a metà.

Papilionem alzò gli occhi al cielo e invocò la protezione del dio della guerra in maniera fin troppo diretta.

“Vogliamo la sua testa”.

“Ma di quale testa vai blaterando”, gli fece Magnataro che iniziava a preoccuparsi per la strage delle polpette. “Al limite dovresti chiedere la mano che vi ha offeso”.

“Non è tempo di nozze ma di lavare l’offesa con un fiume di vino”.

“Eccolo”, fece il Perrellante Festante che aveva giusto scaricato in quel momento due magnum che invitavano a nozze.

“Sono anche a buon prezzo”, si unì Aulivus che non gli sembrava vero di poter entrare a corte di Masuccio Casertano.

“Vi avverto: levate di mezzo il corriere blu o passeremo a fil di tromba tutti quanti”, fece l’uomo che aveva amici nella Fattoria del Castrum Casertano.

“Sarà fatto”, disse Papilionem che guardava le polpette prossime al collasso. “Il tempo di mangiare la lasagna e manderemo il corriere blu a Golosus, Salis e a tutto il contado delle Terre di Sopra”.

“Hai parlato con la lingua giusta e ti ringrazio”, fece l’uomo che non aveva alzato la visiera per non farsi riconoscere.

“Andiamo via e lasciamoli al loro Baccanales”, ordinò ai suoi.

KTM” fece tra sé e sé Papilionem che aveva steso il primo strato di lasagna. “Anche stavolta abbiamo messo in salvo il pranzo”.

“Via veloci al galoppo. Non mandate corrieri blu che ci stanno guardando dalla sfera della Sibilla”, disse ai suoi il cavaliere mentre un ciuffo rosso fece capolino dall’elmo.

La Guerra dei Pizzaioli non avrebbe conosciuto tregua.

Ermes Trimegisto era pronto a soffiare impetuoso parole di fuoco nella contrada della Pizza Canottis.

La Guerra dei Pizzaioli per la Pizza di Mezzo

La Guerra dei Pizzaioli

(Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale)

Pizza di Mezzo o della Guerra dei Pizzaioli. La saga

maschera
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
  1. Retroscena. La Guerra dei Pizzaioli numeri uno
  2. La Guerra delle Pizze. Il due di pizza quando regna l’olio di semi
  3. Pizza di Mezzo. Le forche caudine della pizzeria di qualità
  4. L’insostenibile pesantezza dell’ananas sulle pizze
  5. La Guerra dei Pizzaioli. La velocità della pizza è nulla senza testimonial
  6. Il tradimento e l’Ultima Pizza
  7. La Guerra dei Pizzaioli. Ercole e la Pizza dei Due Golfi
  8. Anticipazioni. Il Grano Nostrum e i segreti della nuova Pizza di Mezzo
  9. La Guerra dei Pizzaioli. La Caduta degli Dei
  10. La Guerra dei Pizzaioli. Etica, estetica e pippe mentali
  11. La Guerra dei Pizzaioli. Il mausoleo dei vivi che diventano morti
  12. La Guerra dei Pizzaioli. Uno e bino, il bacio del Malus Puer
  13. Il Cavaliere Mascarponato e il segreto della saga delle stelle
  14. Pizza di Mezzo e Coronavirus. Niente più affitti ma solo street food
  15. La Guerra dei Pizzaioli per la pizza da asporto. Le nuove aperture
  16. La Guerra dei Pizzaioli. Il ritorno del cacciatore di tartufi d’oro
  17. La Guerra della Pizza: la congiura dei 4 pizzaioli che eccellenti non sono
  18. Guerra e Pizza. Chi ha vinto la classifica che premia chi ha meno pizzerie
  19. Mozzarella di bufala congelata: la congiura e la Guerra dei Pizzaioli
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