La super Margherita di Maurizio Iannicelli, pizza a 3 € e meccanismo anti fila
Mangiare una pizza il sabato sera è come fare il 13 al Totocalcio. Tra il tempo necessario a mettere d’accordo tutti (anche se siete in due) sulla pizzeria da scegliere e la fila da digerire prima di accalappiare l’agognato tavolo, c’è da attendere.
Per la non meglio precisata legge di Murphy, l’amico del profondo nord desideroso di testare l’arte dei pizzaioli napoletani arriva in città il sabato. La tempesta perfetta.
Ma ecco che ti arriva in soccorso l’amico, questa volta di Acerra, periferia napoletana su quell’asse mediano che è diventato il discrimine tra pizza di tradizione e pizza di innovazione, con un suggerimento sempre scartato: l’asporto.
Diciamocelo pure. Trasportare la pizza napoletana nel cartone è una bestemmia. L’umidità che si accumula nel malefico box sarebbe capace di ammosciare anche un disco di cemento con risultati nefasti a tacere dei materiali dei cartonati che non sempre sono rispettosi di normativa e salute.
“Telefona alla pizzeria Napul’è di Acerra e fai l’ordine, dai l’orario e ti ritiri le pizze”.
A prescindere che tra Napoli e via Volturno 3 ad Acerra ci sta mezz’ora di macchina, il risultato sarebbe pizza fredda e se c’è traffico l’orario diventa ipotetico, obietto.
“Puoi andarci anche senza telefonare. Il meccanismo di prenotazione è oliato. 10 minuti e le tue 4 pizze saranno belle e pronte. E te le mangi come si faceva da ragazzi, in piedi accanto al bancone”, mi ribatte.
È talmente insensato che lo faccio. Via in auto, qualche santo invocato a protezione per le indicazioni di Google Maps che allegramente ti vorrebbe mandare per strade in contro senso ed eccoci ad Acerra.
La fila è leggera e, seguendo la regola del camionista, la pizza non sarà tra quelle da iscrivere in una classifica né nel patrimonio Unesco.
Al forno c’è Maurizio Iannicelli il cui nome è arrivato anche a Roma per la consulenza di avvio della pizzeria fritta DON, Di Origine Napoletana a Trastevere, e nel profondo nord.
Istruttore e fomentatore della campagna di raccolta firme per la moral suasion nell’affaire Unesco, Iannicelli è pizzaiolo di solida tradizione.
Nel vortice di prenotazioni che si susseguono tra telefonate e pizzini di ordini inserisce anche noi. Il banco di legno è lì come mi avevano detto.
La sua pizza margherita, al prezzo di 3 € (la marinara sta a 2,50 €!) è di scuola antica. Pochi voli pindarici, una cottura veloce a temperatura da altoforno e la brunitura controllata. Pecca solo un po’ per il fior di latte, ma va giù che è una bellezza.
E vista la consulenza a DON, ecco la pizza fritta. Zero scenografia anche in questo caso, niente pallone per capirci, ma una pizza di sostanza con un ripieno appena macchiato dal pomodoro.
Digeribilità perfetta tant’è che abbiamo rafforzato la cena da teen ager con una bomba, il Cioco Babà (4,50 €) di Tiziano Pistilli del Beautifull (scritto proprio così perché mi pare di capire che qui ci sia proprio di tutto) Cafè a Orta di Atella.
Pizza e babà rinforzato al cioccolato. Serve altro per una serata con spesa sotto i 10 €?
Pizzeria Napul’è. Via Volturno, 3. Acerra (Napoli)
Beatifull Cafè. Via Brugnano, 65. Orta di Atella (Caserta)