Raindrop Cake. La ricetta della torta d’acqua fa impazzire il web
Avete visto la gocciolona gigante, la torta trasparente fatta d’acqua apparire sulla bacheca dei nostri social (quasi più della carbonara)?
Sì, insomma, quella che sta spopolando – così si legge – a New York.
Non ditemi che non l’avete vista.
E soprattutto non ditemi che l’avete apprezzata.
Ecco, io non l’ho apprezzata per niente. E vi spiego anche perché.
Il suo creatore, lo chef Darren Wong, che pure è bravo creando una torta all’acqua elogia la sua Raindrop Cake per la sua bontà (ingredienti: acqua e agar-agar), per la bellezza e per il basso contenuto di calorie.
Io sono qua e non posso assaggiarla (ma voi guardate la video recensione), ma il primo commento di chi l’ha assaggiata è stato “wow, è fresca“.
Certo: è acqua. E se uno vuole sciacquarsi o rinfrescarsi la bocca a fine pasto, mal che va prende un sorbetto.
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Sappiamo che non è così, perché c’è sempre spazio per il dolce e statisticamente è un tortino al cioccolato dal cuore morbido, una cheesecake, un cannolo, un tiramisù o una millefoglie scomposti.
Ben presentate ma non una roba magra che del dolce non ha alcun aspetto.
Anche sul “bella da vedere” avrei qualcosa da ridire: ai nostri occhi non appare come un dessert. E come una rondine non fa primavera, un cucchiaino di farina di noci tostate e mezzo di melassa, per me, non fanno un dolce.
Se quella di Darren Wong fosse una mossa di marketing, sarebbe certamente ben riuscita: oltre ad andare controtendenza – cosa che già di per sé fa tanto figo – il messaggio che passa è “ho creato un dolce fatto d’acqua, puoi mangiarne anche dieci, tanto ha poche calorie“.
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E un dolce che ha calorie pari a zero è il sogno di ogni donna (io mi accontento di Uovo a Pois, che punta all’integrale, ma che bei dolci!).
Ma se la torta d’acqua si affermerà vedo in pericolo le posizioni dei mastri pasticceri (dal grande Iginio Massari – vi invito a leggere i 10 segreti dei suoi dolci – al moderno Ernst Knam) che si impegnano per raggiungere l’equilibrio dei sapori, in un dolce, sperimentando e anche parecchio.
Andando ben oltre l’ormai consumato accostamento dolce-salato.
Azzardando con piatti che alle nostre orecchie di dessert avrebbero ben poco, ma che già al primo colpo d’occhio ve lo fanno diventare dolce. Cosa vi dice niente la spuma d’aglio nero, birra e tuberi di Davide Del Duca dell’Osteria Fernanda?
Chiamatemi conservatrice ma i dolci buoni sono calorici, godibili e goderecci che attraggono per colori e appagano tutti i sensi.
Se rivoluzione e sperimentazione deve essere che sia nella ricerca dei sapori, degli equilibri, delle consistenze, dei colori .
È la strada che a Londra ha fatto nascere un ristorante con menu composti solo da dessert.
Un bel dolce, in definitiva, è quello che quasi dispiace mangiare ma appaga a prescindere dalle calorie. Perché uno strappo alla regola, una volta tanto, va fatto per bene.
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Ecco, il mio controelogio della Raindrop Cake è finito.
E ora lapidatemi con tutte queste gocce di acqua condensata o correte a prepararla seguendo la ricetta.
[Link: DRepubblica. Immagini: Raindrop Cake, Witaly]