La recensione negativa del Vibe di Valerio Braschi è molto negativa
Nella recensione negativa di Vibe, il ristorante che ha portato a Milano Valerio Braschi, già vincitore di Masterchef, quanto incide il protagonismo di chi quella recensione negativa ha scritto?
Ovvero di Valerio Visintin, l’uomo che per esercitare il suo mestiere di critico gastronomico gira bardato neanche fosse il protagonista di “The Phantom, il ritorno dell’Uomo Mascherato”?
Ditelo con una percentuale: 25%? 50%? 80%?
[E nel frattempo prendete nota che Valerio Braschi ha laciato il ristorante Vibe oggetto della recensione molto negativa per aprire un nuovo ristorante sempre a Milano in Duomo. Leggete tutto qui]
Recensione negativa del Vibe di Valerio Braschi: prequel
Un momento. Prima di decidere leggete il prequel di questa storia.
2017: Valerio Braschi da Sant’Arcangelo di Romagna, anni 19, vince la sesta edizione di Masterchef.
2019: Il campione di Masterchef capitalizza la notorietà acquisita aprendo con un socio il ristorante 1978 a Roma. Più che per lo status professionale, Valerio Braschi, lo chef al centro della recensione negativa di Vibe, si fa notare per le provocazioni culinarie. Cioè piatti quali la “carbonara distillata” o la “lasagna in tubetto” o ancora lo scandaloso “pene di toro”.
2023: Cambio d’indirizzo. La metropoli tentacolare chiama e Valerio Braschi risponde. Il cuoco 26enne apre a Milano, in società con Edoardo Maggiori, l’imprenditore dietro al successo della catena Filetteria Italiana. Chiacchierato per quello che Le Iene hanno battezzato lo “scandalo della carne esotica”.
Il menu di Vibe: che prezzi!
Del menu di Vibe la prima cosa che colpisce sono i prezzi. La degustazione da 10 portate, chiamata “Diario di un ragazzo viaggiatore”, costa 140 euro. Per l’abbinamento con 5 calici di vino si devono aggiungere 65 euro. Con 7 calici di vino 90 euro.
I prezzi del menu alla carta sono la conseguenza. Appetizer a 35 euro. Primi a 30 euro. Secondi a 40 euro. Un dessert da solo, “Modena” costa 40 euro.
Nel fine settimana c’è una possibilità in più, anzi due. Si possono scegliere 3 piatti a sorpresa per 50 euro, o cinque per 80 euro.
La prima recensione
La prima recensione del nuovo ristorante milanese appare a novembre 2023 sul Gambero Rosso. Non è proprio da 0 a 0 ma quasi. Sicuramente, per Vibe e per Valerio Braschi, non si può parlare di recensione negativa.
Entusiasma soprattutto Glacier 51, descritto come il “piatto della serata per distacco”. Si tratta di un pesce di profondità “elettrizzato da un’emulsione di jus di manzo e grasso frollato di Rubia gallega (bovino spagnolo, n.d.r.), due potenze che si moltiplicano in una deflagrazione di sapori”.
La recensione negativa del Vibe di Valerio Braschi
E siamo alla recensione negativa del Vibe di Valerio Braschi appena pubblicata.
Il suo estensore, Valerio Visintin, si lamenta perché il vincitore di Masterchef, appena 27enne, “si aggrappa al polveroso arsenale retorico dei cuochi da copertina”. L’attesa ventata di freschezza si perde tra “amore nostalgico per la terra natia”, “ispirazione medianica delle nonne”, “protocollo inamidato della cena esperienziale”.
Entriamo nel dettaglio delle singole portate.
In un piatto trasparente “di rara bruttezza”, arriva una pagnotta tonda con due pozzetti d’olio.
È il momento dei cappelletti ripieni di lasagna, omaggio alle nonne dello chef, Elsa e Bruna. Giudizio: “Dentro a un involucro secco come la pasta riscaldata, un bozzolo di besciamella e ragù dal gusto stanco”.
Il caso Glacier 51
Ecco finalmente Glacier 51. Il piatto capolavoro secondo la recensione del Gambero Rosso, diventa nelle parole di Visintin Un “francobollo di polpa nivea, attraversato da un intingolo di “rubia gallega” delle dimensioni di una moneta”.
Non basta. Continuando a leggere la recensione negativa del Vibe, emerge la carenza di sensibilità per i temi ambientali di Valerio Braschi.
“Il glacier 51 è un pesce che vive a 2mila metri di profondità e a 16mila chilometri da Milano, in Australia. In totale, fanno 18mila chilometri di insostenibilità ambientale”.
Sono “esecuzioni prevedibili, rifinite con buona tecnica”, il “frammento di branzino adagiato su uno zerbinetto di catalogna e irrorato da un sughetto di chorizo” e gli spaghetti cremosi con midollo e sangue in polvere.
Recensione negativa per Valerio Braschi: ambiente, servizio e conto
La recensione si conferma negativa anche spostando l’attenzione sull’ambiente del Vibe di Valerio Braschi.
Ecco allora “l’allestimento dall’aria provvisoria, meditato frettolosamente” e “la luce gelida, da stand fieristico”.
Gli impacci nel servizio sono nulla se paragonati alle nefandezze del bagno. Che per cominciare è “un singolo bagnetto unisex”. Rallegrato, si fa per dire, da una galleria di foto dello chef.
Di peggio, prevedibilmente, c’è solo il conto: “Pesante come una bastonata, è già degno dei massimi riconoscimenti.
Ce n’è pure per la cantina, che per quanto spazi dall’Italia al nuovo mondo, non riesce a proporre niente che costi meno di 50 euro.
Recensioni molto diverse
Insomma, la recensione negativa del ristorante milanese di Valerio Braschi descrive un Vibe diverso da quello raccontato dal Gambero Rosso.
Talmente diverso che autorizza a pensare a una forzatura del critico mascherato Valerio Visintin, non nuovo nelle sue recensioni a stroncature molto mediatiche.
Le opinioni sono tutte lecite e la diversità è benvenuta, ci mancherebbe. Ma secondo voi è 25, 50 o 80%?