ReWine, l’inarrestabile declino delle sagre colpisce Pellare causa inciviltà
Nella geografia delle sagre che festeggiano ogni cosa possa saltare in mente a un “amministratore turistico” e crea le imperiture premesse ai 10 motivi per non andare a una sagra, spicca l’eccezione che conferma la regola: ReWine. Sottotitolo, Borgo Divino perché più che di sagra si tratta di festa che mette insieme musica varia, vino locale, cibo preparato dagli abitanti di Pellare. L’organizzazione dell’Assoziazione Culturale Vinuzziglia è sempre stata di ottimo livello ed è riuscita a far fronte negli anni a un successo crescente che ha portato al borgo a pochi chilometri da Vallo della Lucania persino bus turistici. E molti giovani, ingrediente che spesso manca alle sagre.
Due giorni di relativo sballo alcolico che quest’anno è purtroppo degenerato in rissa tanto da costringere gli organizzatori a ridurre le attività della serata finale eliminando musica e “stappo” scenografico, ovvero la fontana del ReWine che si mette a gettare vino al posto dell’acqua.
Una decisione, questa dell’associazione Vinuzziglia, che prova a mettere in salvo la manifestazione per l’anno prossimo anche se è indubbio che l’abbinamento musica-vino sia difficile da far funzionare. ReWine ha un problema paradossale agli occhi di molti organizzatori di eventi: è necessario limitare e/o regolamentare gli accessi. Acquisto in prevendita a prezzo contenuto soprattutto per registrare i partecipanti ed evitare che al vino si mescoli la cocaina e l’inciviltà o qualche altra forma di contenimento delle escandescenze che hanno rovinato la festa 2013.
Rovinata per una parte, in realtà, e cioè quella musicale con un piccolo accenno di pizzica all’ingresso del borgo (invece delle diverse postazioni e della discoteca nella piazza centrale), ma ancora più godibile dal punto di vista gastronomico. ReWine si è confermata un ottimo contenitore per le preparazioni locali nonostante l’utilizzo di piatti di plastica.
Nella sarabanda di stand (compresi quelli esterofili come la paella o le crêpe), si snocciolano i punti di cibo tradizionale. Ottimi i fusilli, i fritti, i cavatielli, le lagane e ceci, la pizza fritta. Gli arrosticini di pecora cilentana non hanno nulla da invidiare ad altri più famosi. E anche qualche divagazione come il pane con caciocavallo e miele di castagno o la mortadella arrostita è appetitosa.
ReWine è un po’ come conciliare dj set e cucina di tradizione. Un mix che può sembrare strano (e a tratti lo è), ma che rappresenta un trampolino per traghettare il buon cibo sulle sponde dello spettacolo senza fargli perdere verve. E, soprattutto, senza diventare argomento di discussione per i gourmet filosofi buoni a predicare l’allargamento a quante più persone possibili, ma ovviamente sotto la loro guida e con i loro schemi.