Ricetta della minestra maritata e i piatti tipici di Napoli nel pranzo di Natale
La minestra maritata è un piatto di origine campana a base di verdure e carne in brodo. La tradizione vuole che venga preparata per i pranzi festivi di Natale e Pasqua.
Perché si chiama minestra maritata
L’aggettivo maritata deriva dal fatto che gli ingredienti, carne e verdura, si maritano, ovvero vengono uniti insieme nella minestra.
La ricetta, come di solito avviene quando un piatto è molto popolare, è preparata secondo istruzione tramandate da genitori ai figli.
Minestra maritata: quali verdure usare
Nel periodo natalizio, le verdure tipiche per la minestra sono cicoria, piccole scarole (scarurelle), verza, borragine, per la sua nota amarognola, e cipolla. In qualche variante si usano anche le puntarelle.
Minestra maritata: quale carne usare
La carne è tipicamente di maiale e prevede salsiccia (la ‘nnoglia), costine di maiale (tracchiulelle), e altri tagli o carni miste di vitello, pollo e anche osso di prosciutto.
Una volta preparato il brodo con le carni, questo viene schiumato, poi si alzano le carni e si filtra. Si aggiungono le verdure.
Gli ultimi tocchi
A cottura ultimata si condisce con qualche cucchiaio di olio extravergine di oliva e si corregge di sale e pepe.
Si serve ben calda spolverando a piacere con pepe e pecorino grattugiato accompagnata di crostini di pane.
Potete abbinare due vini del Sud Italia come il Cirò Rosso e l’Aglianico del Vulture.
Nella cucina più antica, invece del pane tostato, si usavano gli scagliuozzi. Tipiche frittelle di farina di mais, dalla forma arrotondata, disposte sul fondo del piatto.
Altri piatti tipici napoletani del pranzo di Natale
Primi piatti. Tra i primi piatti che per tradizione non possono mancare nel pranzo di Natale napoletano ci sono il timballo di maccheroni o la pasta al forno. Il primo ha una stretta parentela con i timballi delle altre regioni, e si prepara con i maccheroni della qualità più grossa, gli zitoni. La pasta al forno è di solito una lasagna molto ricca e carica di sugo. Come generoso nel ripieno è il sartù, classico pasticcio napoletano a base di riso, uno dei piatti più elaborati di tutta la cucina partenopea.
Secondi piatti. Se il pesce è al centro del menù tradizionale della vigilia, nel pranzo di Natale dei napoletani non manca la carne. In genere cucinata con i sughi che condiscono i primi piatti. Ci sono spesso le cotiche di maiale, le braciole imbottite, le polpette fritte passate nel sugo. Difficilmente mancano salsicce e friarielli fatti saltare in padella.
Contorni. Tradizione vuole che nel giorno di vigilia si prepari l’insalata di rinforzo. Mangiata solo a Natale perché nel frattempo gli ingredienti si sono ben amalgamati. In genere si usano cavolo, olive neri e verdi, acciughe salate e papaccelle, peperoni piccoli e dolcissimi. Si uniscono anche capitone e pezzi di baccalà, se sono avanzati dal cenone della sera prima.
Dolci. Impossibile far mancare sulla tavola del Natale napoletano gli struffoli, palline di pasta addolcite con il miele, fritte e decorate con confettini colorati. I rococò sono piccole ciambelle croccanti a base di mandorle schiacciate in superficie. Mostacciuoli e paste reali sono comparse frequenti, come pandori e panettoni.
Ricetta della minestra maritata
Ingredienti
- Salsiccia, 300 g
- Piedino di maiale, 500 g
- Costine di maiale, 600 g
- Cotenna di suino 450 g
- Sale fine e pepe nero
- Carote 1
- Cipolle 1
- Sedano 1 costa
- Scarola 600 g
- Bietole, 500 g
- Cavolo nero 600 g
- Cicoria, 500 g
- Parmigiano Reggiano da grattugiare
- Olio extravergine d’oliva
Preparazione
Taglio carota, cipolla e sedano che porto in una pentola grande riempita d’acqua. Faccio cuocere per pochi minuti durante i quali pulisco e taglio a piccoli pezzi puntine, cotenne e salsicce.
Divido in due parti il piedino. Unisco alle verdure la carne in quest’ordine: puntine, le due metà del piedino, cotenne e salsiccia. Faccio cuocere a fuoco lento per almeno 3 ore, aggiusto di sale e pepe.
Durante la cottura, mi servo di una schiumaiola per togliere la schiuma che si forma nella superficie del brodo. Pulisco cicoria, scarola riccia, bietola a costa e cavolo nero, taglio tutto, elimino le parti dure e tengo da parte. Ultimata la cottura spengo il fuoco, levo la carne dalla pentola e ne filtro il brodo.
Aspetto che il brodo diventi tiepido, lo copro con la pellicola da cucina trasparente, lo metto in frigo e lascio che si raffreddi per un quarto d’ora. Intanto riprendo la carne cotta, la pulisco dalle ossa e la taglio in pezzi più piccoli.
È il momento di levare il brodo raffreddato dal frigo, avendo cura di togliere il grasso che si è formato in superficie. Lo metto ancora a scaldare nella pentola coperta a fuoco medio per 30 minuti dopo avere unito tutte le verdure.
A verdure quasi pronte unisco la carne, spengo il fuoco e faccio riposare per altri 30 minuti. Dopo di che porto la minestra maritata in tavola ancora tiepida, aggiungendo un giro d’olio a crudo e una manciata di parmigiano grattugiato.
La minestra maritata si conserva in un contenitore ermetico messo in frigo per massimo 3 giorni.