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Ristoranti
28 Agosto 2020 Aggiornato il 28 Agosto 2020 alle ore 13:48

Ristorante Sevieri bocciato: troppi 26 € per la catalana di gamberi e scampi

Il ristorante Sevieri di La Spezia è stato bocciato dalla critica Roberta Schira perché la catalana di gamberi e scampi costa troppo: 26 euro
Ristorante Sevieri bocciato: troppi 26 € per la catalana di gamberi e scampi

Cosa succede quando Roberta Schira accusa la proprietà del ristorante Sevieri, in piazza Mercato a La Spezia –“menzionato dalla Guida Michelin”–, di aver chiesto troppo per una Catalana di gamberi e scampi deludente, ovvero 26 euro?

O se preferite: cosa succede quando una penna gastronomica con 25 anni di carriera, buone entrature nei media milanesi e una dozzina di libri culinari alle spalle, si sente presa in giro in un ristorante di mare che gode di ottima reputazione?

Succede che la stessa Schira ne scriva sul suo profilo Facebook piantando una bella grana.

Ristorante Sevieri: cosa è successo?

L’Antica Trattoria Sevieri sarebbe infatti “un altro ristorante che prende in giro il cliente facendo pagare il quintuplo un piatto con un food cost (il costo di gestione e servizio del cibo per il ristorante) enormemente inferiore”. E aggiunge: “In genere si fa con il polpo e patate (tutte patate), con il fritto misto (tante verdure) e appunto con la Catalana (ortaggi vari per fare volume)”.

Ma cos’è capitato di preciso all’Antica Trattoria Sevieri?

Al tavolo di Roberta Schira è arrivato un piatto (documentato con abbondante materiale fotografico) così composto: “Due mini gamberi rossi (di seconda) e due scampetti, anche questi di pezzatura piccola. Freschissimi per carità, ma direi 80 grammi di polpa di crostaceo in tutto. Costo del piatto 26 euro”.

Schira decide di non farsi scivolare addosso la cosa, anzi manifesta al cuoco del ristorante spezzino tutta la sua delusione. Ottiene due risposte in verità poco accomodanti che, alla luce della sua lunga esperienza, bolla come le “solite” risposte che un cuoco dà in questi casi. Ovvero:

– “Ai miei clienti piace (la Catalana), nessuno si lamenta;

– Noi la Catalana la facciamo così, questa è la nostra versione”.

Schira lamenta anche una certa mancanza di furbizia da parte del ristoratore: “Pagando il conto bastava dire, le offro un caffè. Quando si è negati per il marketing”.

La critica e scrittrice non si nega la zampata finale. Al termine del suo post su Facebook osserva: “All’ingresso il ‘Catalana affair’ mi distrae da un grosso catino contenente tovaglie sporche, vado in bagno e mi aspetta un’altra spiacevole sorpresa. Il mio motto vale sempre: “Se un posto come il bagno, dove vanno tutti e tutti vedono, è sporco, come sarà la cucina dove non entra nessuno?”

Cos’è la Catalana di crostacei?

catalana

La Catalana di crostacei è una presenza stabile nei menù estivi (e non solo) dei ristoranti di mare, specie in Sardegna, vista l’influenza del popolo catalano sull’isola. Anche se le origini catalane della ricetta, evocate nel nome, non sono così scontate. È comunque un piatto servito freddo o tiepido che abbina pesce e verdure, talvolta frutta, di solito proposto come antipasto o come secondo.

Le varianti, sia negli ingredienti che nella preparazione, sono infinite ma in generale si può dire che i crostacei scelti –astici o aragoste, scampi o mazzancolle, gamberoni o capesante, pure le cicale di mare– vengono bolliti oppure cotti a vapore. Sono poi abbinati a verdure di stagione tagliate a julienne o a cubetti.

Guardando le foto scattate da Schira la Catalana di gamberi e scampi servita da Sevieri sembra in effetti poverella. Che venga rubricata come una delusione è possibile. Specie in relazione al prezzo, che non è eccessivo in assoluto, ma rispetto al piatto sembra esagerato.

sevieri la spezia

Va considerato che Sevieri è un ristorante di lunga tradizione, situato a due passi dal mercato coperto del pesce di La Spezia, dove si approvvigiona giornalmente di pesce fresco.

Eccessivo lamentarsi per i 26 euro? I critici gastronomici sono viziati e quando mangiano al ristorante vogliono comunque spendere poco? Oppure sono le cattive abitudini di cuochi e ristoratori, le piccole ma fastidiose furbizie, a non morire mai?

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