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10 Novembre 2015 Aggiornato il 11 Novembre 2015 alle ore 18:05

Milano. Divertirsi mangiando bene allo Spice Bistrò & Bar

A fine serata, a Spice Bistrò & Bar, il cuoco, Misha Sukyas, dietro il bancone del bar, lavava i bicchieri, tutto contento. Felicità e divertimento:
Milano. Divertirsi mangiando bene allo Spice Bistrò & Bar

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A fine serata, a Spice Bistrò & Bar, il cuoco, Misha Sukyas, dietro il bancone del bar, lavava i bicchieri, tutto contento. Felicità e divertimento: che è probabilmente l’espressione che meglio definirebbe la mia serata. Che è anche la chiave per definire quello che cerco in una cena, in un locale. Divertimento come sollecitazione dei sensi, piacere e soddisfazione, appagamento. Uguale felicità. Un qualcosa che coinvolge i piatti l’ambiente il servizio le persone in cucina e in sala. Il “comfort” dentro e fuori.

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Insomma, la cena da Spice mi è piaciuta. Conosco Misha Sukyas e il suo “complice” Matteo Simonato da un po’ – senza avere peraltro mai fatto cene complete, non sono mai stato all’Alchimista, nonostante il nome mi attraesse molto, dove entrambi cucinavano fino all’anno scorso: li ho solo incrociati in eventi vari, assaggiando qualche piatto estemporaneo. E tanto mi è bastato, fino a ora.

Ora Misha ha finalmente aperto il “suo” locale. A Spice ha portato tutta la sua esperienza di milanese (da parte di madre) e armeno (il padre), il suo peregrinare, dopo il liceo artistico, pressoché ovunque (fra le altre cose, ha lavorato con Moshik Roth ad Amsterdam, con Antonello Tagliabue da Bice a Londra, con Grant King e con Peter Gilmore in Australia), e soprattutto le sue passioni, le tecniche, la sua esperienza.

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Mi sono lasciato “servire” da loro, dopo aver dato un’occhiata alla carta, scritta a mano, con una grafia che prevede un buon numero di parole da intuire e ogni tanto una illeggibile. Ah, la carta cambia più o meno ogni giorno, e non è detto che la sera sia uguale al mezzogiorno. Peraltro, che i piatti vengano spesso portati direttamente dai cuochi, e debitamente spiegati, è una delle caratteristiche di Spice.

Dal menù dell’altra sera.

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tartare di cavallo e i suoi sfilacci, 11€: la barbabietola (una delle passioni di Misha, mi par di capire dalla sua frequente presenza) ci sta benissimo, ottimo inizio

• vellutata di cavolo rosso ciccioli di agnello e peperone, 8€: perfetta

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pepata di cozze affumicate al toscano, 8 €: ottimo proseguimento, l’affumicatura è un aroma sottile, combinazione perfetta con cozze e pomodorini

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risotto barbabietola e yogurt e capocollo, 10€: molto buono, il tocco del capocollo è un’ottima idea

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pasta alla matriciana, 9€

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• carpaccio di agnello crudo, con funghi pioppini, barbabietola acidulata, sale e pepe, 12€: la carne è quella presa dalla parte fra la pelle e il costato, tagliata con estrema pazienza (il cuoco sostiene di rilassarsi così), dal sapore meno “selvatico”: notevole

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• mi sa che non sono stato attento alla spiegazione del dolce: so che c’è un pacchero sbollentato e fritto, anzi due, dei lamponi, della ‘nduja… va be’, mi ci sono avventato, ed era buonissimo.

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Dei dolci si occupa in particolare Matteo Simonato – ottimamente direi.

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Pienamente soddisfatto, l’ho già detto: c’è attenzione, cura degli ingredienti e degli accostamenti, originalità e tecnica, gusto. Gusto anche in cucina: alle pareti, piastrelle di Fornasetti. Il locale è un po’ carico, ma molto piacevole – i tavoli sono illuminati dall’alto da tubi che concentrano la luce, il che mi ha permesso di fare delle foto in cui non è tutto giallo.

Il menù subirà variazioni, vuoi per la stagionalità, vuoi per la disponibilità del mercato, vuoi per la fantasia dello chef – che mi sembra un ottimo punto di partenza.

La filosofia del locale è presentata sul sito: si tratta di “un gastro-bistrò, un luogo dove coesistono cibo, cocktail, cucina gourmet e piatti di una volta in chiave moderna, ma è soprattutto un luogo dove non ci sono regole, dove si ha libertà di iniziare con un gelato per concludere con una parmigiana di melanzane, accompagnata da champagne. [Questo è un] luogo dove sentirsi bene.”

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C’è anche un bar, con un’interessante carta di cocktail – che proverò quanto prima.

Perché – come altri locali di recente comparsa sulla scena milanese, Trippa su tutti – è uno di quei posti che merita di essere frequentato: con una sua identità, ma mai uguale a se stesso.

Spice Bistrò & Bar. Via De Amicis, 4. Milano. Tel. +39 025810 2106

[immagini: Chefs4Passion, iPhone Emanuele Bonati]

 

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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