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18 Luglio 2016 Aggiornato il 31 Gennaio 2020 alle ore 16:04

Milano. Ancora Misha Sukyas con il nuovo ristorante di pesce La Cave

Disclaimer: in questo post parlerò per l’ennesima volta di Misha Sukyas. Non me ne vogliano i lettori di Scatti di Gusto se, dopo aver annunciato la
Milano. Ancora Misha Sukyas con il nuovo ristorante di pesce La Cave

Misha Sukyas

Disclaimer: in questo post parlerò per l’ennesima volta di Misha Sukyas. Non me ne vogliano i lettori di Scatti di Gusto se, dopo aver annunciato la chiusura di Spice, e previsto l’apertura di un nuovo locale, e descritto l’anteprima di Puzzle, adesso racconto anche la prima serata di una ennesima, doppia, nuova apertura che vede impegnato Sukyas: Officina & La Cave.

Non mi sono fidanzato con Misha, e purtroppo non vuole nemmeno pagarmi per questi post: semplicemente, penso che possa essere una notizia, e come tale la racconto.

Partiamo dal posto: siamo all’interno dell’isolato tra viale Bligny e via Giovenale, accanto al deposito dell’ATM – lo stesso isolato che ospita, fra gli altri, Al Cortile – Food Genius Academy e le Fonderie Milanesi.

Ambiente particolarmente suggestivo, case di ringhiera e studi professionali, cortili coi sassi, fiori nelle latte, scale sgarrupate e androni ristrutturati, piante che si aggrappano a pareti e ringhiere.

Officina Cocktail Bar Officina Cocktail Bar Milano

Entrando dal cancello del 7 di via Giovenale, ci si imbatte subito nel primo dei due nuovi progetti che coinvolgono Sukyas,  l’Officina, un cocktail bar “open air”, da un lato del cortile il bancone e qualche tavolino, dall’altro un ampio spazio con tavolini poltrone sedie vecchi armadi stipetti mobili da cucina anni ’60 ante di persiane porte (recuperi dagli spazi interni di questo grande conglomerato di abitazioni).

Officine Riunite MilanesiRaffaello Polchi e Matteo Pedrocchi

Il tutto “filiazione” delle Officine Riunite Milanesi, una vera officina per l’elaborazione e customizzazione di motociclette, in primis quelle di Raffaello Polchi, che ne è proprietario e ideatore con Matteo Pedrocchi – ma anche quelle di pochi clienti, anzi, un cliente per volta (a patto però che lavori anch’egli in prima persona alla sua moto, per almeno 10 ore).

Officine interamente costruite pezzo per pezzo dai due soci, banconi, arredi, persino il bagno – e stanno preparando anche l’insegna dell’Officina-bar, per il quale hanno anche fatto, ad esempio, i tavolini.

Dopo aver ospitato un evento fashion, con banco-bar annesso per l’occasione, i due hanno pensato di tenerselo, il bar, e di prendersi anche un mixologist di quelli bravi, Gianluca Amoni. Che come aperitivo mi ha preparato un superlativo Boulevardier con un vermouth aromatizzato da lui.

So per certo di aver bevuto anche qualcosa dopo la cena, e non era certo meno buono – ma non ne ricordo, ovviamente, nulla, se non la mezza buccia di maracujá con dentro zucchero e alcol fiammeggiata con una ciliegia che poi la maracujá era anche nel bicchiere che… Ok, torno e vi dico.

L’idea è di proporre quattro o cinque tipologie di cocktail, scritte su una lavagna (dai 12 ai 40 €: non ho avuto il coraggio di chiedere cosa ti fanno per 40 €, ma intendo indagare anche su questo, magari se accettassero un pagamento rateale…), e anch’esse “customizzabili”, come le moto lì dietro, in base ai gusti del cliente.

E Misha? Arriva, e ci conduce a La Cave, un ristorante quasi nascosto dietro una porticina – ma arriveranno presto anche i tavolini all’esterno. Allestito in un paio di settimane, sistemato definitivamente in pratica il giorno stesso dell’inaugurazione, un tavolone da una dozzina di posti, tre tavolini da quattro, pareti grezze, mobili più o meno vecchi e di recupero, qualche spunto marinaro, banchetto dei frutti di mare all’ingresso.

Niente camerieri: i piatti vengono preparati e portati al tavolo direttamente da chi li cucina, Misha o i suoi aiuti. Piatti posate bicchieri di servizi diversi. Un’aria vagamente trasandata e studiata al tempo stesso.

lavagna ristorante La Cave

Anche qui, una lavagna prima di entrare ti presenta il “pescato del giorno” (siamo in un ristorante di pesce, da classifica dei migliori).

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E poi arriva lui, Misha (che in realtà sarà qui solo un paio di sere la settimana, dedicandosi per il resto del tempo al Puzzle: ma sarà qui ogni giorno a predisporre i piatti, la cucina e tutto quanto).

Sarà il cuoco ad accompagnarti attraverso le proposte del menù: coquillage, ostriche, frutti di mare, tre o quattro pesci da cucinare (da customizzare?) secondo i gusti del cliente, e una decina di piatti.

Qualche prezzo indicativo: il plateau di 6 ostriche dai 20 €, il plateau di frutti di mare per 2 persone 75 €; un antipasto di mare 13-14 €primi di mare da 9 a 20 €; il rombo al forno 25 € (i pesci andranno a peso).

Possiamo ipotizzare una spesa media a partire dai 60 €.

plateau frutti di mare La Cave

Come invitato alla “prima” della Cave, ho assagg… no, ho mangiato (abbondantemente) un plateau che comprendeva tartufi di mare, cozze pelose, gamberi di Mazara del vallo #2, scampi scandinavi #2, lupini (sabbiosi, ma, come ha detto Misha, “il gioco vale la candela”), lumache di mare, e una serie di sei o sette ostriche diverse – una menzione speciale per quella selvatica irlandese: wow wow wow. Con uno Chardonnay Feudi del Pisciotto – Alberta Ferretti, siciliano, seguito da un paio di Côtes du Rhône.

tonno marinato impepata di cozze La Cave Milano

A seguire, un assaggio di tonno marinato in salsa di soia, con due salse al mango e all’avocado (e qualcos’altro che non ricordo). E di una impepatina di cozze con pomodorini.

Il “dolcino” finale (pesche al vino in una tazzina da caffè) confermano che i dolci non sono esattamente nelle corde del nostro cuoco ipertatuato: la prossima volta, invece del dolce, prenderò una dozzina di ostriche.

Spoiler: al carnet di locali di Sukyas mancano ormai solo un food truck, un rifugio alpino, un apecar, e un chiosco sulla spiaggia: stay tuned…

[do action=”jor”/]

Sono più che speranzoso, e voi?

Officina & Ristorante La Cave. Via Giovenale, 7. Milano. Tel. +39 02.36528713

[Aggiornamento: il ristorante è stato chiuso]

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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