Ristori del decreto Natale per ristoranti, pizzerie e bar: quanti soldi arrivano
Il nuovo decreto Natale approvato ieri dal Consiglio dei ministri sospende dal 24 dicembre al 7 gennaio i servizi di ristorazione e introduce nuovi ristori.
La attività interessate sono ristoranti, pizzerie, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, agriturismi, catering e mense.
Il contributo a fondo perduto è stato stanziato per compensare nuove perdite di fatturato. Questo perché il Dpcm del 3 dicembre consentiva l’apertura dei ristoranti a pranzo nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno.
La somma destinata ai nuovi ristori
Si tratta di 645 milioni di euro. Nel dettaglio, solo 455 milioni saranno disponibili entro fine anno. I restanti 190 verranno erogati nel 2021.
La decisione del governo di comprendere nello stesso decreto sia le nuove restrizioni che i relativi aiuti, è stata accolta con interesse dalla Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi).
Peccato che le somme del contributo a fondo perduto appena erogato dall’esecutivo siano le stesse ricevute in estate dai ristoratori sulla scorta dal decreto Rilancio.
Ristori come nel decreto Rilancio
Pertanto inferiori a quelle ottenute per il mese di novembre grazie ai decreti Ristori. In quel caso le somme erogate a beneficio di ristoranti e bar erano state doppie rispetto a quelle precedenti.
Facciamo qualche esempio. Si sta parlando per chi ha avuto ricavi inferiori ai 400.000 euro l’anno scorso, di un 20% della differenza di fatturato tra aprile 2020 e aprile 2019.
Di un 15% della differenza se i ricavi sono rientrati tra 400.000 euro e 1 milione di euro.
Di un 10% per i ricavi tra 1 e 5 milioni.
Anche questa volta, comunque, il contributo massimo sarà di 150mila euro.
Altro esempio pratico. Il ristoratore o gestore di un bar che ad aprile 2020 ha avuto ricavi per 10.000 euro, contro i 16mila dello stesso mese 2019, riceverà il 20% di quella perdita. Vale a dire 1.200 euro. Esattamente come avvenuto in estate. Al contrario, nel mese di novembre, sulla base dei quattro decreti Ristori, ne aveva ottenuti 2.400.
Chi ha diritto ai nuovi ristori
Anche in questa occasione sarà l’Agenzia delle Entrate a versare il denaro direttamente sul conto corrente dei destinatari. Gli stessi, stabilisce il nuovo provvedimento del Consiglio dei ministri, che hanno usufruito del contributo a fondo perduto erogato dal decreto Rilancio.
Come gli stessi sono i codici Ateco (i codici alfanumerici assegnati alle varie attività dalle camere di commercio). La cui tabella comprende ristoranti, pizzerie, bar, pub, agriturismi, pasticcerie, gelaterie, mense, catering e ristorazione mobile, cioè su navi e treni.
Esclusi invece gli hotel.
Le reazioni
Decisione che ha provocato l’immediata protesta di Federalberghi. Che è stata esplicita nel definire il nuovo decreto Natale “una beffa clamorosa per gli imprenditori che avevano mantenuto gli hotel aperti nonostante il divieto di spostamento da una regione all’altra, gli impianti di risalita fermi, le terme chiuse, l’obbligo di cenone in camera e mille altre regole astruse”.
Nelle ore precedenti al varo del nuovo decreto Natale, anche Confcommercio si era lamentata per la situazione frustrante in cui si sono trovati i titolari delle attività di ristorazione e i loro fornitori. A causa dell’attesa, definita “lunga e snervante” del nuovo provvedimento.
Un commento emblematico è arrivato da Renato Simoncini del ristorante Rigolo di Milano. “Sono molto arrabbiato. Riavviare un ristorante come il mio costa, tra spesa, rientro del personale e sanificazione, 4.000 euro. E dopo 6 mezze giornate di apertura ci fanno chiudere? Pensare che avevo tutto pieno per Natale e Santo Stefano“.