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Vino
7 Febbraio 2020 Aggiornato il 7 Febbraio 2020 alle ore 12:42

Sagrantino. Antonelli rivela due novità prima dell’anteprima

Un'anteprima come mai prima d'ora per il Sagrantino di Montefalco, che il 24 e il 25 febbraio presenterà le nuove annate del rosso simbolo dell'Umbria
Sagrantino. Antonelli rivela due novità prima dell’anteprima

Un’anteprima come mai prima d’ora per il Sagrantino di Montefalco, che il 24 e il 25 febbraio presenterà le nuove annate del rosso simbolo dell’Umbria nonché i vini bianchi del territorio che stanno riscuotendo un successo sempre maggiore. Tra questi anche la Doc Spoleto, dal luglio scorso rappresentata e tutelata dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, in una prospettiva di integrazione tra i territori di Spoleto e di Montefalco: Spoleto, Trevi, Foligno, Montefalco, Bevagna, Castel Ritaldi, Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria.

Ottima cantina umbra

Per stuzzicare l’appetito, l’azienda biologica Antonelli San Marco – di proprietà di Filippo Antonelli, attuale presidente del Consorzio – in un anticipo della première ufficiale ha giocato la succosissima carta di due nuove etichette, oltre alle annate che verranno presentate proprio nel corso dell’evento: il Trebbiano Spoletino Tonda 2018 e il Sagrantino Montefalco Docg Molino dell’Attone 2015, che debuttano quest’anno.

Il Trebbiano Spoletino

Di Trebbiano Spoletino si sente parlare ancora poco. E’ un vitigno autoctono del territorio, parente strettissimo proprio del Sagrantino, con cui condivide buona parte del Dna, e da non confondere con gli omonimi abruzzese e toscano, caratterizzato da un grappolo compatto e con due apici, ma soprattutto da un’acidità importante che ne fa un pregiato giocattolino nelle mani degli enologi più audaci. Riscoperto negli ultimi dieci anni inizia ad uscire macerato, affinato, in cemento, in acciaio, in legno e naturalmente in anfora. Filippo Antonelli ha voluto esplorare le molte anime di quest’uva e di versioni ne ha stappate tre.

1) Trebium – Spoleto Doc, 2108

miglior vino bianco

Le uve vengono pressate subito dopo la raccolta, meno una parte che fa macerazione a freddo per tre giorni prima della pressatura. Il mosto fermenta in botti di rovere sui propri lieviti senza controllo di temperatura, e il vino resta sulle fecce fino al maggio successivo e si imbottiglia dopo un passaggio in cemento. Il colore è un bel paglierino luminoso, e al naso arrivano subito note fruttate e fiorite, di gelsomino e agrumi maturi, qualche accenno smaltato e una generale sensazione di pienezza che fa presagire una bocca rotonda e avvolgente. E infatti è un sorso intenso, che le componenti sapide e acide riescono a mantenere fresco. La sensazione è molto piacevole, Trebium è persistente e si fa notare. Al pubblico costa circa 10 euro.

2) Trebium – Umbria IGT 2008

vino bianco invecchiato

Bottiglia d’annata, per capire l’evoluzione nel tempo del Trebbiano Spoletino. Anche in questo caso, macerazione prefermentativa sulle bucce, ma per sole 24 ore e per tutta la massa vendemmiata. Fermentazione in botti di rovere da 25hl e sosta sulle fecce nel legno fino a febbraio 2009. Già il colore, un oro intenso e quasi materico, preannuncia quello che poi sarà il calice confermerà. Si sente l’appartenenza dinastica al vitigno, nelle note floreali – piu polpose – nella frutta che nel caso dell’agrume diventa candito, dolce, ma cui si aggiungono comunque sentori ossidativi importanti, nella forma di mosto cotto, vermouth. A onor del vero girava voce che a qualcuno del panel fosse capitata una bottiglia particolarmente evoluta e che in altri casi l’ossidazione non fosse così pronunciata; probabilmente è così, in ogni caso non aspetterei troppo a stappare. Cinque, sei anni e questo vino può dare tanta soddisfazione.

3) Anteprima Tonda – Spoleto Doc 2018

ottimo bianco in anfora

L’ultima nata in casa Antonelli, la versione sperimentale del trebbiano spoletino che fermenta – sempre con lieviti indigeni – e matura in anfore di terracotta, ceramica e cemento non vetrificato fino ad aprile, e poi va in bottiglia. Viene da una vigna a parte, di forma rotonda da cui il nome. Bello tutto, il colore e il naso, così sfaccettato ed elegante, forse un po’ piacione ma molto intrigante. Tanta frutta, tropicale, matura, calda, note dolci di albicocca, di lychees e di pinoli tostati, e tornano le sfumature smaltate del primo vino. Invece il sorso è fresco e asciutto, alleggerisce la ricchezza del naso, ma è avvolgente e sapido e con un finale amaricante più evidente rispetto ai precedenti assaggi. In cantina costa 16 euro.

Il Sagrantino di Montefalco

migliori rossi umbria

Vitigno antico, coltivato dai francescani già nel XIII secolo per il vino da Messa (da cui pare deriverebbe il nome), è il rosso umbro per definizione. Nelle due versioni secca e passita, era quasi scomparso negli anni Sessanta, per poi vivere un vero boom di produzione. Vino di struttura e di carattere, va domato con il legno e poi con il riposo in bottiglia per diversi anni. Il disciplinare della Docg (nata nel 1992) prevede almeno 33 mesi di maturazione di cui 12 obbligatori in botte di rovere (piccola o grande), per andare in commercio il 1 gennaio del quarto anno successivo alla vendemmia.
Quattro le etichette in degustazione, un 1998 e tre della stessa annata, la 2015, giudicata eccellente (5 stelle), che ha regalato vini di grande potenza. Eppure molto diversi, grazie alle caratteristiche del suolo e dell’esposizione.

4) Montefalco Sagrantino Docg 2015

ottimo sagrantino docg

Bello il colore, un rubino vivace che ne denuncia la gioventu: 4 anni non sono niente per un vino come questo, che resta scalpitante a lungo. Macera sulle bucce 21 giorni e poi viene trasferito per gravità in botti di rovere da 25 hl e carati da 5 hl, dove sosta per tre anni circa; segue un periodo in cemento e poi via in bottiglia. Il naso è ancora fiorito e fruttato, con note che virano sulle tonalità piu scure, visciola, mora, viola e pout pourri. Al palato sapidità e acidità importanti sostengono una personalità che deve affinare. Per ora il tannino regna incontrastato, insieme a ricordi di fuoco e di legno. Da stappare tra due, tre anni almeno. Costa 21 euro in cantina.

ottimo rosso giovane

5) Chiusa di Pannone – Montefalco Sagrantino Docg 2015

miglior sagrantino

Da un vigneto impiantato nel 1995 a 400 metri slm, che pesca in terreni argillosi, drenati, ciottolosi e antichi le uve del Chiusa di Pannone 2015 hanno macerato 48 giorni, fermentato in acciaio e poi riposato per 40 mesi in botte grande di rovere (29hl), successivamente 3 mesi in cemento e poi bottiglia. Ancora vivo e intenso il rubino nel calice, e fisionomia olfattiva piuttosto complessa, ancora fiorita e fresca la fisionomia e contemporaneamente con note ematiche intense, tabacco da pipa, pepe nero e noce moscata. Complessità ed equilibrio che tornano al palato, con una beva intensa, che si fa un po’ aspettare per esprimersi, austera ma armonica e molto piacevole. Lunghissima la retrolfattiva.

6) Molino dell’Attone – Montefalco Sagrantino Docg 2015

miglior sagrantino

Nuova uscita, presentata per la prima volta proprio alla prossima anteprima, questa etichetta prodotta con uve nate nel comune di Gualdo, in un vigneto impiantato nel 1990 a 400 metri slm e in forte pendenza, che cresce su suoli marnosi e arenacei, meno drenante del precedente. La macerazione è durata 40 giorni, il mosto ha fermentato in serbatoi d’acciaio sui propri lieviti e senza controllo di temperatura, per poi riposare in tonneau di terzo passaggio per tre anni. Solo 1355 le bottiglie prodotte, per ora. Da subito rivela una personalità più estroversa del precedente, con le consuete note floreali che tornano ma contornate da una bella balsamicità mentolata, con le spezie che si addolciscono e virano verso l’anice e la cannella. Anche al sorso, il finale amaricante risulta più gentile, il corpo lievemente più sottile (sempre di Sagrantino parliamo) e complessivamente la beva più aggraziata e immediata.

7) Montefalco Sagrantino Docg 1998

ottimo sagrantino invecchiato

Il senior della degustazione, dopo le ultime annate, si presenta con un passo grave e pensieroso. Ventidue anni si vedono e si sentono, dal naso crepuscolare e ancora chiuso, che ha richiesto una certa ossigenazione per trovare la sua dimensione. Evoluta, salmastra quasi, in cui frutti e fiori restano sullo sfondo, mentre emergono le note tostate. Bocca molto coerente, con note di humus, di cuoio usato, di pout pourri. Un vegliardo venerabile, che probabilmente ha già dato il meglio di sé.

8) Sagrantino Passito 1985

vini umbri da non perdere

Non così per la versione passita, che i suoi 25 anni se li porta benissimo. Evoluzione che si traduce in ricchezza, sia olfattiva, con note di chinotto dolce e uva passa, di fichi secchi, zenzero e panpepato, che gustativa di cioccolato e nocciole tostate. Una beva golosa, che l’acidità sostiene quasi fino all’ultimo. In commercio ora c’è la 2014, che al pubblico costa 21 euro (la bottiglia da 375 cc); da prendere e lasciare in cantina per qualche anno.

Azienda agricola Antonelli San Marco. Loc. San Marco 60. MOntefalco (Perugia). Tel +39 0742 379158

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