Salone del Gusto 2010. Scatti Cinque. Rabbia e Stile in scena con Parini
Nikolai Di Placido aiuta in cucina Pier Giorgio Parini, chef dell’Osteria del Povero Diavolo di Torriana. Su Facebook ha come nick name Rabbia e Stile. Venti anni e una grande voglia di fare. Abruzzese di nascita, a fine anno si avvicinerà alla sua terra d’origine andando nella cucina di un altro grande chef, Salvatore Tassa. L’avevo conosciuto a Torriana e gli ho chiesto cosa è significato per lui stare sul palcoscenico del Salone del Gusto un passo indietro rispetto ai protagonisti, ma giocando un ruolo importante per la riuscita dell’evento. Ecco le sue impressioni. (V.P.)
Era la mia prima volta al Salone del gusto, qualcosa che ero curioso di vedere dal vivo.
Mi è sempre piaciuto che qualcuno valorizzasse le produzioni di nicchia sia in Italia che nel resto del mondo, ma in un giorno solo è stato praticamente impossibile poterle vedere tutte.
Che bello! C’è chi produce ancora lasciando nelle mani del tempo e della natura le sorti dei loro prodotti.
L’Italia divisa per regioni, il resto del mondo per nazioni, un insieme di persone legate dalla parola slow.
Il pubblico era molto variegato: famiglie per una gita domenicale, affamati in cerca di stand dove mangiare gratis, cuochi, gente in giacca e cravatta, insomma un po’ di tutto.
E poi la zona dei cibi da strada, alla faccia dei menù degustazione, qui mangi e cammini, qui dici sì al colesterolo!
Ma noi siamo li per una ragione ben precisa, alle 19 abbiamo un laboratorio del gusto dove cucineremo per circa 70 persone.
La mia giornata inizia molto presto, partenza alle 6 e mezza con arrivo intorno alle 11.
In realtà è iniziata già da qualche giorno per accertarsi che ci sarà tutto, il palcoscenico è uno di quelli importanti.
Una volta arrivati subito a fare un giro e vedi quelli di cui senti sempre parlare, dai cuochi ai giornalisti, dai guidaroli ai blogger.
Sono sincero la cosa che più desideravo era andare a salutare chi conoscevo nella zona Abruzzo, in fondo è quella la mia gente.
C’era il mio professore, un grande olio, una grande pasta, l’aglio rosso, le lenticchie e c’era anche Gregorio.
L’incontro con lui mi ha fatto riflettere quando, dandogli del lei, mi ha risposto: uajò dammi del tu e jamm che ce pijemm nu cafè! Dopo il caffè mi ha invitato a mangiare i suoi formaggi!
In mezzo ad autografi e foto c’è chi ancora conosce l’umiltà.
Nel primo pomeriggio iniziamo a sistemare tutto per la sera, ma prima di noi ci sono i ragazzi della Francescana di Modena.
La cucina è grande, non manca niente, sopratutto non mancano i cuochi!
Finalmente arriva il nostro turno, in un’ora bisogna finire, ma soprattutto la gente deve fare le capriole sulla sedia!
Riso in bianco: il riso viene bagnato con brodo di cipresso e mantecato con burro di pigna. Un cucchiaino di fondo di manzo ristretto sul piatto e via.
Raviolo di rapa bianca:la rapa è al naturale, tagliata sottilissima. Tra due fette una purea di mele (varietà abbondanza rossa).
Tutto il piccione: il piccione scottato, privato della pelle e servito con una piadina fatta con il suo strutto.
Infine come piccola pasticceria(!) una pralina di cacao, nocciole, barolo chinato ed interiora di piccione.
Dagli applausi rimaniamo contenti, tutto è andato benissimo. Stanchi, sporchi, ma felici.
La serata non finisce qui, abbiamo la prenotazione per la cena di Giovanni Passerini (Rino, Parigi) e Petter Nillson( La Gazzetta, Parigi).
Il tavolo conviviale ci fa conoscere americani e tedeschi, tutti venuti qui per il salone e tutti soddisfatti dell’evento.
Giovanni è molto bravo, simpaticissimo e disponibile per qualsiasi cosa. Petter un treno, folle e tifa Lazio, il massimo per me!
Alle due circa siamo fuori, il taxi ci riporta in albergo.
Doccia rilassante e quattro chiacchiere con Tatsu sulla giornata. Al primo momento di silenzio crolliamo e la sveglia suona presto, troppo presto.
Alle 7 e mezza partenza per casa, c’è da rifare la linea per il servizio della sera!
In questo Salone ho sentito e visto molte cose, commenti e complimenti, baci e abbracci, profumi e sapori.
Quello è bravo, quello no, quello è famoso quello no, quello è giovane, quello no…
Questo è stato il mio salone, ognuno ha avuto il suo.
Tutto è giusto, tutto è sbagliato.
(Nikolai Di Placido)
Foto: Francesco Arena, Gigi Padovani