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25 Gennaio 2011 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 15:08

Sarkozy al G20: “Fermare i rincari delle materie prime”

Una tassa sulle transazioni finanziarie delle commodities e più trasparenza sui mercati delle materie prime. Nel G20 che si riunisce con le piazze
Sarkozy al G20: “Fermare i rincari delle materie prime”

Una tassa sulle transazioni finanziarie delle commodities e più trasparenza sui mercati delle materie prime. Nel G20 che si riunisce con le piazze algerine e tunisine ancora calde, la parte del no-global tocca al presidente di turno, il premier francese Nicolas Sarkozy: “La carenza di rifornimenti nutre la speculazione e la speculazione nutre la carenza dei rifornimenti. Quale paese del G20, il giorno dopo una rivolta della fame, dirà di non essere preoccupato?”, ha chiesto dal pulpito dell’organizzazione che riunisce i 20 Paesi più ricchi del mondo (tra emergenti e ex G8).

Ne sa qualcosa la Francia. Non di rivolte del pane (i croissants di Maria Antonietta sono ormai lontani) ma di rincari del prezzo del grano si. Secondo esportatore mondiale, chiamato negli ultimi mesi a supplire al calo dell’export da parte dei fornitori ex sovietici e australiani e nelle ultime settimane all’aumento delle importazioni di grano dall’Algeria, la Francia dopo aver lanciato l’allarme scorte ora, al G20 in corso a Parigi, lancia quello delle speculazioni sulle commodities agricole.

Il cibo che regredisce a pura merce è un refrain ormai noto ai detrattori della globalizzazione. La Borsa di Chicago, dove si svolge il grosso delle transazioni di commodities e dove si fa il prezzo delle materie prime agricole è il suo tempio, le multinazionali del frumento e del mais le sue vestali.

Non stupisce quindi che, in un mercato mondiale dove i Paesi poveri sono sempre più dipendenti dalle importazioni, dove la dimensione locale della produzione è sempre più esile e dove quote crescenti di cereali normalmente destinati all’alimentazione vengono assorbiti dalla produzione di bioetanolo, le speculazioni spingano verso l’alto i prezzi. E’ accaduto per il frumento, raddoppiato in Europa solo nel corso del 2010 e destinato a crescere ancora nel 2011.

Ora Sarkozy, con lo spauracchio inflazione sempre dietro l’angolo e le piazze nordafricane appena sedate, rimette il tema al centro, non senza aver dato una stoccatina ai Paesi partner: “Io non vedo nessuno disposto a preoccuparsi”.

Fonte: agi.it, it.notizie.yahoo.com

Foto: ilmediterraneo.it, dallacity.finanza.com, telegraph.co.uk, nove.firenze.it

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