Selvaggia Lucarelli sfotte Venezia. Ristorante ignoto e recensione negativa
Venezia, nuovo episodio della serie: Selvaggia Lucarelli espone alla pubblica gogna i ristoratori che non chiedono il Green pass.
Dopo aver passato sulla graticola un ristorante specializzato in carne a Roma, la pasionaria del Green Pass è di scena nella città lagunare.
Eccola dare conto, sul quotidiano Domani, di un ultimo dell’anno in puro stile fantozziano. Se amate il genere “Tutto quel che può andare male va pure peggio quando Selvaggia Lucarelli è in vacanza” leggete la cronaca del suo Capodanno 2022 a Venezia.
In alternativa, restate sul più stringato resoconto del veglione, triste quanto una proiezione della Corazzata Potëmkin.
Si parte dalla voglia di trascorrere una settimana a Parigi. Intento naufragato per l’aumentare dei contagi Omicron.
Il ripiego per Selvaggia Lucarelli è Venezia, dopo aver dovuto rinunciare a qualche giorno in montagna causa positività del figlio, e alla caparra versata all’albergo. Cambiano le regole della quarantena, c’è l’auto sorveglianza, ecco allora che nelle foto di Lucarelli appare Venezia.
Anzi sparisce nella nebbia nel caigo in laguna. Le foto su Instagram parlano chiaro. Mentre spuntano le prime accuse, giuste per carità, ai ristoratori di Venezia che non chiedono il Green pass.
Il bacaro di Venezia non chiede il Green pass a Selvaggia Lucarelli
Il Corriere del Veneto riferisce che sulla personale graticola di Lucarelli finisce la Cicchetteria Venexiana da Luca e Fred, a pochi passi dal ponte delle Guglie di Venezia.
Lucarelli sorvola sulle qualità gastronomiche di questo bacaro (che conosciamo), ma fa sapere che lo staff non indossa mascherine. Non le indossa “nemmeno chi passa a pulire i tavoli”, precisa Lucarelli.
La difesa della cicchetteria veneziana è la classica toppa a colori. “È arrivata all’improvviso, abbiamo sbagliato ma in quel momento stavamo facendo uscire delle persone perché ne entravano troppe, controllando Green pass. Ah, il Pos non funzionava. Stavo facendo il conto, avevo appoggiato la mascherina sulla cassa perché altrimenti mi si appannavano gli occhiali”.
Ma sta per arrivare la recensione negativa dedicata da Lucarelli al ristorante di Venezia in cui trascorre il veglione di Capodanno. Di poco anticipata da una foto – sempre su Instagram – in cui deride il fascino del capoluogo veneto mostrando una piazza San Marco avvolta dalla nebbia, e soprattutto vuota.
La presa in giro fa innalzare il livello della polemica su social e media. La Tribuna di Treviso, ad esempio, accusa Lucarelli di inutile sarcasmo. La piazza di Venezia è vuota perché non è ancora mezzanotte. In effetti dalle 23 la piazza si riempie tant’è che il quotidiano parla di affollamento.
“Sulle instagram stories di molte persone, si vede l’incredibile affollamento in piazza, migliaia di persone perlopiù senza mascherine. Il tema diventa opposto: non più la tristezza del Capodanno mancato, ma il mancato controllo… sul Capodanno fai-da-te”.
Venezia: la recensione negativa di Lucarelli sul ristorante senza nome
A quell’ora Selvaggia Lucarelli è al ristorante di Venezia per il cenone insieme al compagno Lorenzo Biagiarelli.
La recensione che fa del ristorante è molto negativa.
Lucarelli aveva scelto questo ristorante nel centro di Venezia perché la sala piccola dava sicurezza. Poche persone in sala e quindi minori possibilità di contagio tra ignari positivi, ma comunque dotati di Super Green pass a norma di legge. Se lo avessero chiesto.
Fatale errore. La saletta riservata contiene una quarantina di coperti con “la densità abitativa dello slum di Mumbai”. E tavoli che in realtà sono vassoietti per le tazzine del caffè.
Lucarelli, giustamente seccata, va all’ingresso per chiedere ragione della mancata richiesta del Green pass. La riconoscono e le chiedono di non scriverlo sul Foglio (sbagliando quotidiano). Infatti lo scriverà su Domani.
Il menu del veglione nel ristorante di Venezia
Ma la seccatura per il mancato Green pass non è nulla di fronte a un cenone che finisce direttamente nella galleria degli orrori.
- L’antipasto è uno spiedino di piovra in cui non distingue quale sia lo spiedino e quale la piovra.
- Due tortelli con due vongole in perfetto equilibrio di sapori: non sanno di niente
- Un filetto di branzino più piccolo di una carota baby.
- Un sorbetto agli agrumi, anzi al mandarino.
- Un filetto di manzo reduce da un deposito in cella da lungo tempo.
- Un pandoro con dentro il gelato con dentro il cioccolato.
Non sappiamo quanto abbia speso la pasionaria del Green pass, ma il rapporto qualità – prezzo non dev’essere dei migliori.
“Costa come la caparra per il soggiorno in montagna più il valore ipotecario dell’hotel”, questo il commento di Lucarelli sul cenone di Capodanno nel ristorante di Venezia.
Ma il peso maggiore della recensione è nei fischietti. Che allo scoccare della mezzanotte i clienti di diverse nazionalità suonano all’impazzata. Spargendo aerosol in tutta la saletta.
“Vado via scocciata, promettendo che non scriverò il nome del ristorante nella mia recensione, tra parentesi l’atto di clemenza più clamoroso della storia dopo il perdono di San Giovanni Paolo II ad Ali Agca”.
Così, però, Lucarelli non permette di capire in quale ristorante di Venezia ha cenato senza dover esibire il Green pass. Rendendo colpevoli tutti i ristoratori della città.
Pranzo e spritz di Selvaggia Lucarelli a Venezia
Ma non finisce qui. Anche il nuovo anno a Venezia inizia male per Selvaggia Lucarelli.
Altro ristorante – famoso, annota – stessa mancata richiesta di Green pass.
A Venezia come altrove sembra che i ristoratori si siano coalizzati per non chiedere il certificato vaccinale a Lucarelli. Che si lamenta con il proprietario, lui risponde : “Siete gli unici due a cui non l’ho chiesto. Siamo ufficialmente i primi discriminati col green pass”.
La vacanziera Lucarelli non demorde, va in una famosa cicchetteria di Venezia per lo spritz di ordinanza. Nessuno indossa la mascherina. Il proprietario “con strafottenza” spiega: “Non respiro”.
A occhio dovrebbe essere una cicchetteria diversa dalla prima di cui avete letto e di cui Lucarelli ha fatto il nome.
Sugli altri ristoranti e bancari veneziani cala il silenzio, cosa che renderà nervosi lettori. Tutti lì a chiedersi quali sono i 3 locali di Venezia protagonisti del j’accuse di Selvaggia Lucarelli.