Tassa sull’aranciata. Il governo vara la formula 3×33 da supermercato
3 centesimi di € di tassa ogni 33 centilitri di bevanda gasata. Dal cappello a cilindro del ministro della Salute Renato Balduzzi esce la formula per raccogliere 250 milioni di € su base annua per “rafforzare campagne di prevenzione e promozione di corretti stili di vita”. Una sorta di prendi 33 e paghi 3. La 3×33.
Nulla di particolarmente esoso e lo scopo dichiarato di lanciare “un messaggio alle famiglie che sottostimano il problema. Le ricerche dimostrano infatti che metà dei nostri ragazzi consumano troppe bevande zuccherate o gassate durante la giornata. Non si tratta di non assumerle più ma solo di riequilibrare il consumo giornaliero”
Tramontata l’idea di una ‘food tax’ (non so che cosa sia perche’ non abbiamo allo studio alcuna ipotesi generale di tassazione sul cibo), dovrebbe rimanere libera da balzelli anche la merenda a base di cotechino o Nutella. Dopo l’uscita della Regione Emilia Romagna sulla mortadella dannosa (o non troppo salutare), il ministro specifica che “nelle leggende metropolitane nazionali è uscito anche che avrei intenzione di tassare Nutella e cotechino. Faccio notare che ci potrebbero essere anche dei profili problematici, nell’ipotesi in cui un responsabile pubblico si mettesse in testa di attaccare alcune delle qualità del nostro Paese”.
Considerata la necessità impellente di fare cassa, le leggende metropolitane riescono sempre a trovare una base. D’altronde l’idea di una tassa sul junk-food non è solo italiana. Manca appunto il metro di giudizio che possa far stabilire se un alimento è da considerarsi cibo pattumiera tout court o in quali dosi.
[Link: giornalettismo. Immagine: deviantart]