The Trooper, la birra Iron Maiden è tra noi e sarà di moda ma non modaiola
La birra degli Iron Maiden è arrivata. E’ dalla primavera che è trapelata la notizia dell’ imminente uscita della birra del gruppo, non una birra ispirata agli o dedicata agli, ma proprio degli Iron Maiden: The Trooper. Il nome arriva dall titolo di un loro cavallo di battaglio che ai concerti scatena il putiferio grazie anche a un passaggio dove il pubblico va di coro. La canzone The Trooper è stata originariamente ispirata da “La carica della Light Brigade” della battaglia di Balaclava (1854, durante la guerra di Crimea) quando 600 membri della cavalleria inglese coraggiosamente caricarono la massiccia armata russa. Questo assalto eroico provocò una massiccia perdita di vite e si consumò per il fraintendimento di un ordine impartito dal comandante, Lord Raglan.
La fase produttiva di questa Ale è affidata al birrificio artigianale Robinsons, uno dei più importanti del Nord Ovest dell’Inghilterra e del Galles, operativo dalla prima metà dell’ 800. I Maiden nella figura del frontman Bruce Dickinson, grande appassionato di birra artigianale e di Real Ale nello specifico, hanno partecipato attivamente seguendone la ricetta e le varie fasi. La notizia ha subito fatto il giro del mondo e l’universo dei pub si è attivato. Birra artigianale e Rock/Metal vanno a braccetto, valle a capì ‘ste cose….
Fatto sta che Robinsons ha ricevuto una mole di preordini su fusti e bottiglie incredibile e dalla sua uscita sono stati prodotti fiumi di birra per riempire 1 milione di pinte, ergo 560.000 litri di Trooper. In Italia grazie al distributore Interbrau, abbiamo il canale ufficiale diretto e possiamo trovare in tutto il Belpaese questa birra.
Ma com’ è?
Ci troviamo al cospetto di una Golden Ale, quindi con alta fermentazione tipica inglese; color ambra carico priva di torbidità con un cappello di schiuma non eccessivamente persistente. I sentori olfattivi sono decisamente maltati, si rasenta il biscotto, la crosta di pane c’è tutta, dopo qualche secondo che la birra respira si sente una nota citrica.
Al palato vengono confermati i sentori del naso: è di sicuro una birra dall’imbocco dolce e dall’evoluzione non aggressiva, il citrico e l’amaricante dei luppoli usati (Bobek, Goldings e Cascade) arrivano e lasciano un buon sapore e retrogusto, proprio nella chiusura e nel retrogusto si sente una radice di liquirizia piacevole. L’ ho assaggiata alla spina spillata a CO2 ma penso che spillata alla pompa sia la morte sua.
Non è una birra modaiola di quelle con l’amaro deciso e la chiusura secca a pulire la bocca. E’ parecchio british, comunque una birra dalla bevibilità facile e gradevole a grandi sorsi, non stanca il palato; e da brava inglese ha solo 4.7°.
Non nego che la prima idea sia stata che fosse una manovra commerciale al pari della birra Duff dei Simpons, che la birra sarà una mezza sola, che richiamerà pubblico e curiosità perché c’è Eddie (lo zombie-mascotte del gruppo) sull’etichetta e giustamente qualcuno dirà ch*Oh diamine, shut the f**k up and take my fu**in’ money!
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