Trullo Santangelo per conoscere e mangiare l’essenza della Valle dei Trulli
Trullo Santangelo, un complesso di trulli a nove coni risalente ai primi dell’800, è a Ceglie Messapica, in Puglia.
Quando si pensa alla Puglia vengono in mente molte delle sue peculiarità più facili da riconoscere. Il mare turchese, i trabucchi, le orecchiette, gli uliveti, i pomodori, le ceramiche, Castel del Monte e, ovviamente, i trulli.
La Valle dei Trulli aka Valle d’Itria
Il trullo è il non plus ultra della veracità pugliese, un simbolo diventato emblema imprescindibile dell’Alto Salento e di tutta la Murgia. In particolare della Valle d’Itria, la porzione meridionale dell’altopiano della Murgia, si è guadagnata nel corso degli anni proprio la denominazione di Valle dei Trulli. Abbraccia i comuni di Locorotondo, Cisternino, Martina Franca, la più famosa Alberobello e, appunto, Ceglie Messapica.
La Puglia è una regione molto vasta e la maggior parte dei turisti si ferma nelle zone più conosciute. Polignano e Gallipoli ne sono gli emblemi.
Ma da pugliese doc vi dico che l’anima della vera Puglia si manifesta in modo più tradizionale, più autentico, più rurale in luoghi meno battuti, come una regione votata all’agricoltura e alla natura richiede.
Ecco perché cito la Valle d’Itria.Negli ultimi dieci anni ha conosciuto un vero e proprio boom con il recupero di vecchie masserie, poderi e trulli ora votati al turismo. Come non citare Borgo Egnazia, Masseria Moroseta e le miriadi di masserie country chic che sono fiorite intorno a Fasano e in Salento?
Trullo Santangelo a Ceglie Messapica
E Trullo Santangelo, ristrutturato con cura e dedizione e gestito da una coppia giovanissima, Daniele Elia e Maria Luisa Epifani, pugliesi doc da generazioni.
Da dieci anni si occupano interamente sia dell’accoglienza che della ristorazione, arricchita soprattutto dai prodotti del loro orto, della loro azienda agricola e del vino proveniente dalla Cantina Elia, la famiglia di Daniele.
Si sente molte volte recensire un posto con le espressioni “sentirsi a casa”, “accoglienza calorosa” o “come a casa propria”. A Trullo Santangelo invece non ci si sente a casa propria, ma si entra direttamente in quella di Daniele e Maria Luisa. È come andare da un amico storico, mettersi comodi sul divano e aprirsi una birra.
Trullo Santangelo semplicemente parla da solo. E si lascia gustare con la cucina.
Loro la definiscono cucina di campagna e non avrebbero potuto scegliere termini più adatti. Olio e vino sono prodotti da loro e il menu, fisso a 30 € a persona bevande escluse, varia in base a ciò che l’orto e la stagione forniscono. Anche la colazione, per chi sceglie di alloggiare (cosa che consiglio caldamente), è servita in porzioni abbondantissime e con proposte che cambiano di mattina in mattina.
Già l’esperienza di mangiare sotto un gelso secolare, allietati dalla presenza degli amici a quattro zampe, vale da sola il viaggio.
L’atmosfera rilassata pacifica i sensi e l’animo. Daniele viene da una scuola alberghiera, si è formato nell’ambiente eno-gastronomico e si occupa della preparazione dei piatti. Lo aiutano papà Rosario, addetto alla griglia, Maria Luisa, ai tocchi finali, e Gabriella, che serve ai tavoli. Affidatevi completamente alle sue mani, è la gentilezza fatta persona.
La cucina di campagna di Trullo Santangelo
Il menu si compone sempre di tre portate – antipasto, primo e secondo – più il dolce. Noi, per cominciare, scegliamo un vino della Cantina Elia, un rosé dal colore vivacissimo, molto piacevole, che porta i nomi dei genitori di Daniele, Rosario e Rina. Il vino infatti prende il nome di Rosarina.
Come antipasto, oltre a olive, taralli e fave, Daniele sceglie di farci assaggiare una melanzana fritta ripiena di provola, pomodorini, cipolle, capperi e basilico.
Molto semplice, essenziale, ottimo inizio per un menu rustico.
Sembra che l’antipasto sia finito qui e invece Gabriella ci porta altre due piatti da condividere. Due burratine con pomodorini e basilico e un piccolo tagliere con capocollo e caciocavallo. Senza essere prolissi, la Puglia nel piatto.
La pasta e la carne
La mia portata preferita arriva col primo piatto. Sono le sagne pende, delle fettucce molto lunghe che possono essere sia all’uovo che non, condite con un pesto ruvido di zucchine, capocollo croccante di Martina Franca (che speriamo diventi presto Igp), limone candito e una spolverata di cacio ricotta.
Equilibratissimo in sapidità e dolcezza. Il limone è il tocco che serve per bilanciare la grassezza del capocollo.
Veniamo al secondo. Papà Rosario e Daniele preparano degli spiedi lunghissimi e la brace arde da un bel pezzo. Tutto fa presagire che la carne sia la protagonista della portata.
Arriva a tavola uno spiedino delizioso composto da una coppia che più pugliese non si può: salsiccia e bombetta su una patata cotta alla brace, accompagnata da friggitelli puliti dai semi e fritti. Un giro d’olio, sale e pepe e fine.
La carne tenerissima, cotta alla perfezione. Nella sua semplicità mi ha ricordato le classiche grigliate in campagna da adolescente, birra alla mano e partita a carte. Una vera, verissima, cucina di campagna.
Il dolce della tradizione pugliese
Si termina con il dolce, anche in questo caso rappresentativo della zona: la cupeta. La cupeta o copeta, non è altro che un croccante composto da mandorle, miele, zucchero e limone. È definito come una sorta di torrone pugliese, tipicamente natalizio, ma si trova ormai tutto l’anno, specie presso i carretti ambulanti che vendono zucchero filato e caramelle.
Daniele ce la serve in forma di cestino ripieno di gelato, insieme ad un liquore fatto in casa al bergamotto. Un happy ending per una cena semplice, ma curata, ragionata, incentrata sulla valorizzazione di ciò che la terra ha di buono da offrire. Nessuna manipolazione, nessuna pretesa, solo la tradizione più autentica.
A sottolineare il legame con il territorio, tutto viene servito in splendide ceramiche di Fasano e Grottaglie, che si sono fatte conoscere nel mondo per la loro caratteristica fantasia a smalto bianco o a macchie di vernice.
I prezzi e l’invito ad andare al Trullo Santangelo
La cena, insieme al vino, ha fatto un totale di 80 € per due persone, e si torna a casa, o come nel nostro caso, in camera, proprio felici.
Rimane la sensazione di aver trascorso del tempo di qualità e l’hanno ben capito i numerosi stranieri che affollavano i tavoli sotto al gelso. Sapori antichi, storie di una terra meravigliosa, amata dai suoi abitanti e, forse anche di più, da chi è di passaggio. Talmente amata che gli alloggiati lasciano la struttura con dei regali d’arrivederci da parte di Maria Luisa, una bottiglia d’olio della famiglia Elia e dei deliziosi piccoli saponi che racchiudono tutti i profumi della Puglia.
Quello che mi auguro è che posti come Trullo Santangelo mantengano la loro autenticità, soprattutto in vista dei grandi progetti in cantiere. Un luogo da tenere d’occhio e da visitare imperativamente se si decide di passare per la Valle d’Itria.
Trullo Santangelo. Contrada Pezze Santangelo. Ceglie Messapica (BR). Tel. +393925572061