Il Refettorio Ambrosiano di Massimo Bottura è bello perché fatto di persone
Il Refettorio Ambrosiano, nato dall’idea di Massimo Bottura, lo chef numero due al mondo per la 50 Best, e di Davide Rampello, curatore del Padiglione Zero di Expo, con il coinvolgimento della Curia Arcivescovile della Diocesi di Milano e della Caritas Ambrosiana, è bellissimo.
Di una bellezza a tratti sconcertante per un progetto che vuole nutrire il pianeta in una maniera diversa rispetto all’Expo. Siamo quasi agli antipodi e ritrovare Massimo Bottura che ha inaugurato il filone dell’alta ristorazione a Rho e ora qui, nel quartiere Greco, aumenta questa sensazione di scombussolamento.
Forse siamo in tanti a provarla.
Decido, quindi, di farvi ascoltare direttamente Massimo Bottura prima di fare un riassunto di quello che è stato detto in una presentazione affollata all’inverosimile.
Il Refettorio Ambrosiano vuole fornire un esempio concreto di lotta agli sprechi, alimentare in primis. “No more excuses”, recita una scritta all’ingresso, opera di Maurizio Nannucci, “basta scuse”, è giunto il momento di agire.
“Expo 2015, per tutti i sei mesi di apertura, assieme a Coop, sarà il principale fornitore di materie prime in eccedenza, non più vendibili o “presentabili”, comunque mai avariate. È il caso delle banane portate ieri”, racconta Luciano Gualzetti, vice direttore della Caritas Ambrosiana, “erano ormai tanto mature da avere la buccia completamente scura ma dalla polpa ancora buona da mangiare: appena portate in cucina, sono state sapientemente trasformate in un goloso gelato, offerto oggi per l’occasione”.
Il lavoro incessante, opera di volontari, sta già dando i suoi frutti: a oggi, sono più di tre tonnellate le eccedenze recuperate dall’Esposizione Universale. L’obiettivo è avere un approvvigionamento costante di cibo fresco che, lavorato con creatività e intelligenza, può essere messo in tavola anziché finire tra i rifiuti.
Refettorio deriva da reficere, cioè rifarsi, ristorarsi nel corpo. Solo quarantacinque minuti sono bastati a Massimo Bottura per reclutare i cuochi amici, italiani e stranieri, che si alterneranno per tutti i sei mesi di Expo nella bella cucina del Refettorio.
Un esempio su tutti: il 14 luglio, giorno di grande festa per la Francia, toccherà ad Alain Ducasse dare il tangibile contributo. “Alain renderà visibile l’invisibile reinterpretando il pane secco”, afferma Bottura.
Tutti gli chef volontari prepareranno piatti estemporanei, dettati da quanto sarà donato alla Caritas quel giorno. Una vera sfida quotidiana. Gli chef avranno anche il compito di insegnare come liberare la creatività in cucina a giovani cuochi, assunti dalla Cooperativa Farsi Prossimo, che si occuperanno di preparare i pasti tutto l’anno.
“Questo luogo è una briciola di pane che diventa oro attraverso la cultura che diventa conoscenza e, a sua volta, apre la coscienza e il senso di responsabilità.”, sostiene Massimo Bottura.
“Quando hai ricevuto tutto nella vita, arriva il momento in cui devi iniziare a restituire qualcosa. L’incontro con persone straordinarie come Davide Rampello, ti permette di realizzare un sogno come questo. Se lo puoi sognare, lo puoi fare, diceva un mio concittadino, Enzo Ferrari. Il Refettorio Ambrosiano è un esempio, come un seme che cresce, germoglia e si diffonde. È il futuro. Diversi sono gli chef che vogliono ripetere questa cosa nel loro paese, come Daniel Humm a New York e Gastón Acurio a Lima.”
Ecco allora un refettorio che offre un pasto a persone in difficoltà, ma diventa anche un luogo per incontri culturali, di educazione alimentare e artistica per il quartiere Greco e la città intera. Diversi gli artisti che hanno messo a disposizione gratuitamente il loro lavoro.
All’ingresso il portale è adornato con altorilievi di Mimmo Paladino, all’interno un enorme affresco di 12 metri di Enzo Cucchi e un’opera di Carlo Benvenuto sul tema del pane e della tavola. Numerosi anche i designer italiani che hanno contribuito a rendere bello questo luogo donando o realizzando opere ad hoc, come i 12 grandi tavoli di legno, le sedute e l’illuminazione.
“I poveri hanno fame di pane e di dignità”, sostiene il Cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, intervenuto alla presentazione: “qui non si ha intenzione di fare assistenzialismo ma di insegnare alle persone a inserirsi nuovamente nella Società, a essere ancora una volta autonome”.
Il progetto è sostenuto dall’otto per mille e da una piattaforma di crowdfinding, micro finanziamento che utilizza il denaro donato da tutti per sostenere un progetto comune, sviluppata da www.upeurope.com un portale specializzato nel sostegno di iniziative meritevoli.
Il Refettorio Ambrosiano è soprattutto fatto di persone e questo è essere il suo bello insieme a un ambiente che sembra disegnato per avere un diverso tipo di stella: quella che guida in un cammino.
Il Refettorio Ambrosiano è 96 posti a sedere, suddivisi in 12 tavoli da 8 persone.
Giorni di apertura: dal lunedì al venerdì
Orari: dalle 18,30 alle 20,30