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Vino
18 Ottobre 2016 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 12:51

Cortona. Sono stato da Stefano Amerighi e ho capito cosa vuol dire vino biodinamico

“Lo faccio perché sono pigro”. Scherza Stefano Amerighi alla nostra domanda sul perché tutto il suo lavoro si concentri sulla produzione di un’unica
Cortona. Sono stato da Stefano Amerighi e ho capito cosa vuol dire vino biodinamico

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“Lo faccio perché sono pigro”.

Scherza Stefano Amerighi alla nostra domanda sul perché tutto il suo lavoro si concentri sulla produzione di un’unica etichetta.

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Ogni vino deve avere la sua identità, niente seconde scelte quindi dati da scarti della cuvée.

Stiamo parlando del suo Syrah, prodotto dall’omonimo vitigno che secondo Amerighi offre innumerevoli sfaccettature.

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La sua passione per questo vino nasce dai vari assaggi de Il Bosco, Syrah prodotto da Tenimenti D’Alessandro, di cui le annate ’93 e ’94 sono stati dei veri e propri fari nella gioventù di Stefano.

Poi il viaggio in Francia nella zona del Rodano dove ha potuto conoscere le note di pepe nero del syrah di Ampuis e Côte Rôtie e di violetta di Saint Joseph, per passare a sentori più olivastri e mediterranei di Cornas o fruttati di Châteauneuf-du-Pape.

È proprio su queste numerose sfumature offerte dal vitigno che Amerighi ha deciso di concentrarsi.

Circa 7 ettari di terreno a Poggiobello di Farneta, tra Cotona e Montepulciano, quasi completamente occupati da Syrah (4000 mq2 di Sangiovese), coltivato secondo i dettami dell’agricoltura biodinamica.

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Una sola uva ma ben 17 vinificazioni differenti, ciascuna con una propria dinamica e lavorazione. Grappolo intero, 30%, pigiato rigorosamente con i piedi o tenuto integro, legno o cemento a seconda delle caratteristiche di ciascun vigneto. Troppo piccola per tutto questo la cantina della nonna dalla quale si è dovuto spostare nel 2009.

La fermentazione delle uve è rigorosamente spontanea senza quindi l’aggiunta di lieviti e solforosa. Il contatto con le bucce varia dai 18 ai 35 giorni e si avrà solo fino a quando risulterà un vantaggio per il prodotto.   

L’affinamento avviene per circa il 40% della produzione nel cemento. La restante parte nel legno in botti del 2005/6 che ormai hanno perso la loro parte aromatica.

Dal 2014 l’utilizzo della ceramica che, anche se meno naturale rispetto alle giare in terracotta prodotte con la tecnica a colombino, offre garanzie sull’assenza di residui di metalli pesanti, respira di meno ed è più neutra.

Anche il controllo della temperatura delle stanze è completamente naturale e Stefano non ha problemi a farla arrivare anche fino a 19 gradi in estate. “Il vino deve capire il ritmo delle stagioni” ci spiega.

Trascorsi 14 mesi le varie vinificazioni sono miscelate secondo proporzioni ogni anno diverse.

Il prodotto è quindi imbottigliato (circa 10mila bottiglie) senza filtrazione o stabilizzazione ed affinato per un altro anno (2 anni e mezzo l’Apice, solo in annate eccezionali).

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Costo della bottiglia in cantina 19 €.

Voi lo avete già assaggiato? Diteci quali sono le vostre opinioni e se dopo tutto questo sia possibile consideralo un Pigro.

Amerighi Stefano. Poggiobello di Farneta – Cortona (Arezzo). Tel. +39 0575 648340

[Testo e foto: Matteo Bizzari]

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