Vino novello. Lo bevete o preferite il Beaujolais Nouveau?
E rieccoci come ogni anno all’uscita del vino novello, con una novità: è stata anticipata, per decreto ministeriale, la data di messa in commercio. Da oggi saranno immesse sul mercato circa 4 milioni di bottiglie di questo vino italiano di dubbia qualità, che anticiperà di 16 giorni il concorrente, questo si di qualità, francese, cioè il Beaujolais Nouveau, realizzato dalla sola uva Gamay.
Non vogliamo fare i francofoni francofili, ma le differenze normative tra i due paesi sono ancora troppo evidenti sul novello. In Italia questo prodotto dev’essere realizzato con minimo il 30% di macerazione carbonica, e può praticamente derivare da qualsiasi vitigno. Come sempre avviene nel nostro paese, la norma viene letta al contrario: questo significa che per il 70% il produttore ha una libertà quasi assoluta, anche quella di mettere nel novello vino vecchio e mischiare vini diversi, magari residui di magazzino. In Francia il disciplinare è molto chiaro e prevede l’utilizzo obbligatorio della macerazione carbonica per il 100% , e la differenza si vede e si sente.
Oltretutto la bottiglia media di questo strano prodotto italiano non costa neanche poco: 5 euro secondo la Coldiretti.
Che dire dunque: le caldarroste mangiatele bevendo un vino normale italiano o un Beaujolais Nouveau.