Zona gialla a Ferragosto, ma la grande paura dei ristoranti è per l’autunno
C’è da mettere un argine alla nuova crescita dei contagi che ha portato l’Italia a quota 6.500 nuovi casi e a vedere lo spettro della zona gialla a Ferragosto.
I numeri, che fino al nuovo decreto Green pass avrebbero già spedito diverse regioni nella prima fascia protetta, corrono al rialzo. La vecchia quota di oltre 50 contagiati per 100.000 abitanti è stata superata. La campagna vaccinale protegge i vaccinati dal rischio di contrarre il Covid in forma severa. E anche dal rischio chiusura. Ora si guarda ai posti letto occupati in terapia intensiva e degli altri reparti a causa del Covid. La zona gialla scatta al 10% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e al 15% dei reparti ordinari. E prevale sullo sforamento del numero dei contagi.
Perché rischiamo la zona gialla a Ferragosto
Basta guardare gli andamenti della settimana 21-27 luglio elaborati dall’istituto Gimbe. Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Province autonome di Bolzano e di Trento, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto hanno superato la soglia dei 50 per 100.000. In alcune regioni sforato anche i 100 e i 150, cioè numeri che in primavera avrebbero mandato in zona arancione e in zona rossa.
Per fortuna ci sono i vaccini che mantengono ancora basse le percentuali di occupazione dei posti letto.
Anche se tre regioni sono sotto osservazione perché rischiano di raggiungere le quote dei posti letto e di finire in zona gialla a Ferragosto.
La cabina di regia si riunirà questa settimana – martedì dovrebbe essere il giorno – per valutare i numeri e decidere l’estensione del Green pass. Che a questo momento sembra l’unica arma per arginare contagi e ricoveri. Una derivata della necessità di vaccinare e di completare i cicli di vaccinazione.
Il Green pass e le altre iniziative locali – cioè l’istituzione di micro zone rosse – devono evitare di richiudere nuovamente l’Italia che stando ai numeri si incammina verso una quarta ondata.
Lo scenario migliore prevede una stabilizzazione dei nuovi casi a quota 6.000 al giorno. Il peggiore, 30.000 casi al giorno. Entrambi elaborati dall’European Covid 19 Forecast hub. La data è quella di metà agosto. La proiezione di una zona gialla a Ferragosto si basa sulla crescita dai 1.500 di media di due settimane fa ai 3.000 della scorsa settimana e ai 5.000 di questa settimana.
L’argine è il tasso di occupazione dei posti in ospedale che deve rimanere sotto la soglia del 10% (intensivi) e 15% (ordinari) per evitare la zona gialla a Ferragosto.
Chi rischia la zona gialla a Ferragosto
Rischiano, ai dati correnti, tre regioni: Lazio, Sardegna e Sicilia. Ma la variante Delta non mette al riparo nessuno. Spostamenti tra regioni e assembramenti sono la cifra normale dell’estate. Prima della pandemia avremmo parlato di traffico sulle arterie stradali e di spiagge affollate.
Il ruolo del Green pass – che ha portato a incredibili azioni di boicottaggio – è la strada intrapresa dal Governo per convincere gli scettici a vaccinarsi. Non è l’obbligo coercitivo, richiesto dai ristoratori preoccupati per i controlli, ma ci va molto vicino.
Strumento propositivo e di tutela. Sia per chi si è vaccinato sia per chi è contrario ai vaccini anti Covid per motivi di salute che ideologici-complottistici.
Il Green pass si ottiene infatti anche con la ricevuta di un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Paradossalmente, tutela la libertà di chi non vuole vaccinarsi.
Il commissario Francesco Paolo Figliuolo ha annunciato l’arrivo del protocollo con le farmacie che introdurrà i tamponi a prezzi bassi. Il costo del tampone a carico delle famiglie dal 6 agosto al 30 settembre sarà minimo per la fascia di età da 12 ai 18 anni. Un chiaro segnale che per andare a scuola in presenza sarà necessario il Green pass. Introdurre l’obbligo a scuola significa smarcare in parte il problema del controllo sui trasporti pubblici. Anche se qui entra in gioco la responsabilità dei singoli e anche dei più giovani (l’età media dei nuovi contagiati è molto più bassa) per scongiurare la zona gialla a Ferragosto.
Il Green pass al ristorante per evitare le chiusure
E veniamo al Green pass per i ristoranti che è diventata una delle spine nel fianco proprio per il raffronto con il mancato obbligo di esibirlo sui mezzi di trasporto. Anche se nella riunione di questa settimana sarà quasi sicuramente varato l’obbligo su treni, navi e aerei. Sulle lunghe percorrenze, cioè. A variare sarà la data di applicazione. Subito, dal 6 agosto, o a fine agosto come richiesto dalle forze politiche che temono le disdette delle prenotazioni per le vacanze.
Per i ristoranti e pizzerie, l’obbligo del Green pass parte da venerdì 6 agosto, ma solo per le sale al chiuso. Si è ironizzato sull’obbligo per mangiare al chiuso e non per prendere un caffè al bancone del bar dove non è previsto il lasciapassare.
Ma a guardare la normativa che scatterebbe nella zona gialla a Ferragosto, il dispositivo appare più razionale.
A pranzo e a cena “sono consentite le attività dei servizi di ristorazione, svolte da qualsiasi esercizio, con consumo al tavolo esclusivamente all’aperto, anche a cena”. Le attività dei servizi di ristorazione, svolte da qualsiasi esercizio, sono consentite anche al chiuso, con consumo al tavolo, fino alle 18.
La zona gialla a Ferragosto significherebbe per i ristoranti effettuare al chiuso solo il servizio a pranzo. L’unica deroga possibile sarebbe proprio affidata al Green pass che permetterebbe di restare aperti con le sale al chiuso anche a cena.
Contrastare l’obbligatorietà del Green pass significherebbe accettare la chiusura in zona gialla. Che se forse spaventa di meno in estate, diventerebbe lo spettro cui combattere alle prime piogge e al ritorno in città.
Attrezzarsi in tempo e con logica
Ecco perché qui su Scatti di Gusto giudichiamo molto positivamente gli inviti a organizzarsi per controllarlo come ha detto Irina Steccanella. Una semplice app sullo smartphone del ristorante potrebbe evitare la chiusura dovuta alla zona gialla a Ferragosto e in autunno.
Ancora una volta la ristorazione è a un bivio: accettare l’utilizzo del Green pass o mettere i tavoli a un metro di distanza invece che due metri. Vincere e restare chiusi con i tavoli a un metro e il cartello “Qui non è necessario il Green pass”.
Speriamo che non accada.
[Foto di Igor Starkov e di Nathan Cowley]