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1 Novembre 2010 Aggiornato il 13 Gennaio 2011 alle ore 11:17

Sprechi alimentari, il 3% del Pil italiano finisce nella pattumiera

L'Europa scende in campo contro gli sprechi alimentari, con l'obiettivo di ridurli del 50% entro il 2025. E' l'ultima sfida lanciata da un continente che
Sprechi alimentari, il 3% del Pil italiano finisce nella pattumiera

L’Europa scende in campo contro gli sprechi alimentari, con l’obiettivo di ridurli del 50% entro il 2025. E’ l’ultima sfida lanciata da un continente che ha fatto della sostenibilità quasi un marchio di fabbrica, almeno nelle intenzioni. Il corollario, sintetizzato da Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, alle prese con la stesura di una dichiarazione di intenti sul contenimento degli sprechi da far sottoscrivere ai paesi europei, è che “se il 2010 è stato l’anno europeo della povertà, il 2011 deve essere l’anno europeo contro lo spreco alimentare”.

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Le cifre relative agli alimenti che finiscono impropriamente tra i rifiuti, presentate a Bologna in occasione della conclusione delle giornate europee contro gli sprechi promosse da Last Minute Market, spin off della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, sono di quelle che lasciano senza parole. 37 miliardi di euro, pari al 3% del Pil italiano, finisce nella spazzatura, quanto basterebbe per sfamare 636 mila persone; 250 chili di cibo vengono buttati via ogni giorni dagli ipermercati; venti milioni di tonnellate di cibo ancora buono finiscono ogni anno tra i rifiuti, in provenienza dai campi o dalle case; ogni anno vengono sprecate in Italia quasi 250 mila tonnellate di carne. Senza contare l’impatto che lo spreco ha sull’ambiente: lo smaltimento dei rifiuti “impropri” consuma 105 milioni di di metri cubi d’acqua, produce 9,5 milioni di tonnellate di Co2 e impoverisce 7.920 ettari di terreno.

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I dati shock sono contenuti nel Libro Nero dello spreco alimentare in Italia stilato da Andrea Segré, preside della Facoltà di Agraria di Bologna e presentati ai cittadini bolognesi che hanno partecipato in 500 anche al Pranzo contro lo Spreco nel Cortile del Palazzo Comunale. Un pasto a base di prodotti strappati alla pattumiera e raccolti dalle organizzazioni che recuperano il cibo per gli indigenti. Ora la sfida è, come ha detto Segré, “saper trovare un nuovo equilibrio tra quantità e qualità e che quest’ultima sia garantita a tutti”.

La giornata conclusiva del progetto Un Anno contro lo spreco 2010 è stata anche l’occasione per premiare buone pratiche e comportamenti virtuosi. Il premio “Non sprecare”, alla sua prima edizione, è andato, per la categoria “Il Personaggio”, a Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, per la categoria “Associazioni” alla campagna “Porta la Sporta“, promossa dall’associazione dei Comuni virtuosi italiani mentre per la categoria “Aziende” il premio è andato alla cooperativa sociale “Made in carcere” di Lecce che produce accessori di moda realizzati da detenute ed ex-detenute.

Foto: La Repubblica

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