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30 Settembre 2011 Aggiornato il 11 Ottobre 2011 alle ore 17:09

Torino | Il dolce tour verso Eataly. Da Baratti&Milano e Guido Gobino

Prosegue, grazie anche all'ospitalità di un amico gourmet, il mio tour piemontese. Questa volta, dopo la sosta da Enrico Crippa, la tappa è Torino.
Torino | Il dolce tour verso Eataly. Da Baratti&Milano e Guido Gobino

Prosegue, grazie anche all’ospitalità di un amico gourmet, il mio tour piemontese. Questa volta, dopo la sosta da Enrico Crippa, la tappa è Torino. Comincerò dalla prima colazione. Il Piemonte (Torino in particolare) è infatti noto per la sua tradizione legata ai bar (lo conferma anche la nuova Guida Bar d’Italia del Gambero Rosso) e noi non ci siamo fatti sfuggire un indirizzo storico recentemente premiato: Baratti & Milano.

L’ambiente classico e raffinato colpisce appena entrati, anche se il servizio fin troppo professionale rischia di “raffreddare” il clima della sala. Dal menu vastissimo scegliamo dei cannoli ripieni di una golosissima crema allo zabaione, il caffè Baratti&Milano (panna, crema gianduia e granella di nocciole), un po’ penalizzato dalla temperatura di servizio, ed una deliziosa torta Barattina (pandispagna, gianduia e cioccolato bianco), intensa ed equilibrata e con una panna montata che da sola vale il viaggio. Il conto non è dei più economici per il servizio al tavolo, ma la qualità della pasticceria e dei prodotti merita sicuramente la visita.

Il secondo indirizzo che vi segnalo è un locale abbastanza vicino a Baratti. E’ la Bottega del Cioccolato di Guido Gobino. La location molto moderna ed accogliente consente di scegliere se accomodarsi nella saletta interna, oppure sostare nei tavoli posizionati per strada. Noi ci siamo seduti sui divanetti del locale seguendo i consigli della simpatica commessa.

Tra gli assaggi di cioccolatini spiccano il tourinot (classico e max), il gianduiotto ed un sensazionale cremino al sale con olio extra-vergine d’oliva. Davvero notevole anche il Bicerin Gobino (molto curato nella presentazione) ed un ottimo gelato al gianduia con panna, fonduta di cioccolato e granella, mentre quello al mascarpone mancava di intensità.

La tappa seguente per un novello di Torino come il sottoscritto è stato il colosso di Eataly, griffato Farinetti. Devo ammettere che una scelta così ampia e concentrata di prodotti anche qualitativamente elevati mi ha lasciato al tempo stesso perplesso ed entusiasta. Dopo un giro rapido di assaggi tra stand e produttori, il nostro vero obiettivo è stato il ristorante storico piemontese Casa Vicina, al piano terra di Eataly. La cucina del locale (che vanta ben 4 generazioni) ruota nelle abili mani dell’affiatato nucleo familiare: a partire da Anna e Claudio (moglie e marito) impegnati ai fornelli, fino all’esperto e cordiale sommelier Stefano che dirige la sala. Per questioni di tempo dovuti alla mia partenza, ci affidiamo ad una serie di assaggi scelti dalla cucina. Menzione speciale per i pani, i grissini (eccezionali!) e i “corzetti” salati al burro, tutti realizzati con farine del Mulino Marino e di qualità sorprendente.

Si parte con un benvenuto semplice ma efficace a base di “Bagna Cauda scomposta e rivisitata” dove ogni cucchiaiata rilascia una persistenza ben calibrata e piacevole; tra note dolci e sapide.

Insalata russa. Quasi commovente nella sua realizzazione millimetrica. Un piatto molto poco considerato a Roma (anche per le sue pessime interpretazioni da “buffet”, in bar e tavole calde), qui elevato a livello gourmet. Il tonno alla base e la composizione di verdure cotte a puntino, riportano armonia di consistenze e golosità.

Tonno di coniglio con giardiniera agrodolce. Altro classico piemontese sconcertante nel suo equilibrio ed immediatezza. La giardiniera è fresca e pungente, pronta a supportare la consistenza di una carne dalla qualità assoluta. Territoriale.

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Polpette di Nonna Bruna al profumo di carpione. Cosa può esserci di più godurioso di una polpetta? Quelle dei Vicina sono intense e tenerissime, abilmente sprintate da una nota acetata ben dosata (a richiamare il carpione). Un assaggio a tutta gola che urla di tradizione.

Agnolotti “Vecchia Eporedia” pizzicati a mano, al sugo di arrosto”: Gli agnolotti non sono in cima alla mia classifica delle paste ripiene, ma dopo averli assaggiati rischio seriamente di cambiare i miei gusti. Questa versione di un must regionale rasenta la perfezione, dalla sfoglia certosina, fino al ricco ripieno di carne. Imperdibili.

Il Panino Piemontese dei Vicina: fast-food gourmet? Dopo “La Granda”, Eataly diventa nuovamente fulcro di panini d’autore. In questo caso la semplicità fa rima con potenza ed appagamento: spinaci saltati, carne con impasto simile alle succulente polpette, ed un pane colossale meraviglioso per morbidezza e fragranza. Dolci misti al cucchiaio (Torrone, Cri-Cri, Susannina d’Ivrea, Sorbetti, Torineis ricoperto): Sinfonia di desserts davvero memorabili, dove ogni assaggio è sintesi di accuratezza e golosità mai scontata.

Su tutti spiccano la “Susannina ed il Torrone al cucchiaio 😛 Chiusura in dolce coerenza con il pasto, con una piccola pasticceria davvero notevole. Il pranzo evidenzia una cucina solida ed efficace, in grado di ripropporre i piatti tradizionali lasciando inalterati sapori altamente godibili, centrati sull’utilizzo di un’ottima materia prima. Approdo irrinunciabile per gustare il Piemonte a tavola.

Prima di prendere il treno ci scappa anche una fetta di Torta Sacher dal banco di Montersino ad Eataly. Grande equilibrio ed intensità; la farina di riso nell’impasto si sente e fa la differenza. Una merenda a 3 euro ben spesi, che mi spedisce a casa con il sorriso e già la voglia di tornare in questa “gustosa” Regione…

[La foto di Eataly è di tripplanningguide.com]

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