Fuori Vissani. I veleni alla tavola della masseria confiscata ai clan
Gianfranco Vissani non ce la fa. Lo chef di Baschi, che occupa la quarta posizione assoluta nella superclassifica delle Guide 2012, sarà costretto a gettare definitivamente la spugna e abbandonare il sogno di trasformare l’Antica Masseria dell’Alta Murgia da immobile in mano alla criminalità organizzata (si chiamava Parco dei Templari) in una struttura modello della ristorazione per banchetti ed eventi. A febbraio dell’anno scorso l’annuncio che la struttura confiscata a un pregiudicato legato ai clan e gestito dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati (Anbsc) era stata affidata a Vissani in veste di consulente dal prefetto Mario Morcone e con la benedizione dell’allora sottosegretario Alfredo Mantovano. Il 12 giugno 2011 la presentazione alla stampa e l’avvio dell’attività.
Già a gennaio di quest’anno i rumors davano Vissani in procinto di abbandonare la gestione della masseria. Qualche giorno fa, il Corriere del Mezzogiorno nelle pagine di Bari spiegava che a distanza di 8 mesi i conti dell’Antica Masseria sono in perdita e si pensa a una nuova destinazione d’uso. E senza Vissani. Lo dice l’assessore regionale per i Beni confiscati alle mafie, Nicola Fratoianni.
«Stiamo valutando l’offerta dello Stato. Fra una quindicina di giorni diremo di sì o di no. Abbiamo tenuto un mesetto fa un incontro con la viceprefetto Maria Rosaria Laganà, alla prefettura di Bari, che ci ha spiegato la volontà dello Stato di cedere la struttura. Non abbiamo alcuna intenzione, però, di continuare solo con la ristorazione. Pensiamo ad una scuola di cucina, alla valorizzazione dei prodotti locali con l’aiuto di Libera, ma senza Vissani».
Ma Gianfranco Vissani non è più della partita da metà gennaio (il 25 gennaio si era tenuta una prima riunione tra società di gestione, Regione e Comune di Altamura per capire cosa fare della masseria) come ha rivelato Repubblica. Intanto, il 19 gennaio c’è la conferenza stampa di presentazione di “Ti ci porto io”, la nuova trasmissione domenicale de La7 che lo vede impegnato con Michela Rocco a partire dal 22 gennaio. Su è giù per l’Italia a scoprire giacimenti gastronomici con la 500 gialla. E in Puglia Vissani ci ritorna proprio per la trasmissione dedicando la terza puntata alla regione con un giro ad Altamura e a Gravina.
Debiti, stipendi non pagati, fornitori che scalpitano, enti ed istituzioni che devono decidere anche della sorte dei 36 dipendenti mentre Vissani è pronto a mettere nuovamente la faccia, gratis, per dare una mano alla baracca. Ma a sentire le accuse dei dipendenti non sarebbe tutto rose e fiori. Repubblica ha pubblicato una galleria fotografica della dispensa che alcuni dipendenti dicono riempita con prodotti congelati o di dubbia qualità alla faccia della freschezza, dei prodotti locali, del km0.
“Punteremo sulla cucina locale così ricca di ricette e di prodotti genuini, dal pesce alle mozzarelle, dall’agnello all’olio e al famoso pane di Altamura”, annunciava un anno fa Gianfranco Vissani. E invece, oggi, i suoi accusatori parlano di ricotte e “pasta fatta in casa” surgelate, di sughi e brodi raccolti in buste per alimenti e, anch’essi surgelati.
Poi ci sarebbero le spese del parquet per le due suite, la 103 e la 112, usate da Gianfranco Vissani e da suo figlio ed altre incongruenze nelle forniture le cui scelte non sarebbero dettate da ragioni di convenienza economica.
Insomma un pasticcio considerato che fino ad ora la Masseria ha incassato circa 820 mila €, ha prenotazioni per 220 cerimonie che permetterebbero di portare l’incasso a 2 milioni di euro e a ripianare quel buco che Vissani stima di circa 600 mila euro. Sì, ma che c’entra ora Vissani che è stato sollevato dall’incarico di consulente da 2 mesi mentre la gestione del patrimonio valutato circa 16 milioni di euro è della Virgiglio Project con base nella provincia di Roma?
Non sarebbe ragionevole ritenere che la situazione di difficoltà sis stata scatenata dai ristoratori locali che hanno avuto da ridire sui prezzi calmierati proposti dalla chef-star. Fino a parlare di concorrenza sleale.
«Brutta cosa la gelosia dei ristoratori. Noi applichiamo prezzi popolari: 35 euro per un pranzo completo firmato Vissani e dieci di più per mangiare pesce».
Vissani non avrebbe ricevuto nemmeno un euro per la sua attività di consulenza. Forse un po’ troppo poco per mettere la faccia in un progetto che di faraonico ha soprattutto le spese di gestione: 120mila euro l’anno di luce, altrettanti di gas, due costose guardie giurate, 5mila euro di manutenzione giardini, 67mila euro al mese di paghe sono numeri che vanno oltre ogni possibile invidia dei ristoratori di Altamura.
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