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2 Luglio 2012 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 14:32

Non ci vedo dalla fame. Spiegato perché ingrassiamo guardando le foto

Gli effetti collaterali da food porn non sono sempre piacevoli. L'industria alimentare approfitta del photoshop e voi mangiate di tutto
Non ci vedo dalla fame. Spiegato perché ingrassiamo guardando le foto

Junk food, più lo guardi più ti viene fame. Il fenomeno è stato testato dall’University of Southern California e dibattuto al 94° meeting annuale della Endocrine Society di Houston.

Acquolina in bocca alla vista di un hamburger traboccante di ketchup? La scienza adesso spiega perché (McDonald’s lo sapeva da tempo).

L’immagine del cibo calorico, ricco di grassi o zuccheri, stimola il meccanismo di ricompensa presente nel cervello che si attiva quando si mangia qualcosa che gratifica il gusto. L’attivazione di questa risposta ne induce consumo. A ben diverso risultato induce vista di immagini non alimentari o di cibo non calorico (ad esempio verdura e frutta).

A questa conclusione i ricercatori della California sono giunti dopo aver sottoposto 13 giovani donne obese di età compresa tra i i 15 e i 25 a risonanza magnetica funzionale, la tecnica diagnostica che misura il flusso sanguigno nel cervello. Nel corso dell’indagine è stato loro chiesto di bere una bevanda contenente 50 grammi di glucosio e, in un secondo momento, la stessa quantità di fruttosio. La risposta dell’area cerebrale deputata al controllo dell’appetito è stata particolarmente rilevante alla vista di caramelle, cupcakes e dolciumi e decisamente più tiepida di fronte a frutta e verdura.

La reazione è stata poi confermata dalla valutazione espressa dalle volontarie chiamate a dare un voto (da 1 a 10) alla loro fame e al desiderio di cibo dolce o salato conseguente alla visione delle immagini. Con questi risultati: non solo la vista di cibo ad alto contenuto calorico aumenta la fame (attivando parallelamente le aree di ricompensa del cervello) ma l’assunzione di glucosio e, ancor più di fruttosio, rende la risposta ancora più intensa.

“In epoche preistoriche l’abitudine ad assumere quante più calorie possibili era dovuto al fatto che l’uomo non era in grado di prevedere quando sarebbe arrivato il pasto successivo”, spiega Kathleen Page, una delle ricercatrici californiane. “Ma oggi l’accesso al cibo è maggiore e questa ricerca dimostra che i dolcificanti influenzano il nostro bisogno di cibo”.

Dolcificanti e (belle) immagini, quindi, sono le armi per nulla spuntate con cui l’industria alimentare manipola i nostri bisogni. La guerra contro il cibo spazzatura è persa in partenza.

[Fonte: lastampa.it Foto: forum.grasscity.com]

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