Sassicaia. Mettere i punteggi a 21 annate in super verticale
Assaggiare 21 annate in sequenza di Sassicaia è un’esperienza speciale, partire dalla 1989 e arrivare alla 2009 ultima uscita mostra con chiarezza evoluzioni e sviluppi di un vino assolutamente paradigmatico nel panorama italiano. Grazie alla tenacia di Carlo Paoli che ha raggiunto Roma attraversando una Toscana spezzata e all’organizzazione di Ian D’Agata ho potuto, insieme a pochi eletti, gustare questa mezza maratona.
La storia di Sassicaia è nota a tutti gli appassionati ma vale la pena ricordare qualche dato saliente: la prima annata uscita sul mercato è la 1968, la prima con l’etichetta che conosciamo perchè Mario Incisa aveva già iniziato a produrre questo strano vino a San Guido negli anni ’50 anche se solo pochi amici della casa hanno bevuto il 1957 o il 1967 o il leggendario vino diverso della Sassicaia 1977.
La produzione attuale in una buona annata è superiore alle 200.000 bottiglie, la mia esperienza più remota è stata la bottiglia 5433 su 5873 della 1972, la prima a diventare famosa nel mondo grazie a una celebre degustazione di Cabernet pubblicata su Decanter.
Il Sassicaia è ottenuto da un magico assemblaggio di Cabernet Sauvignon (85%) e Cabernet Franc (15%) ma vale la pena ricordare che fino al 1993 le percentuali erano diverse, le tre grandissime annate di quel periodo (1985 1988 1990) contenevano il 30% di Cabernet Franc.
L’assaggio dei vini ha confermato la straordinaria qualità del Sassicaia a esprimersi su livelli strepitosi nelle annate più difficili, una caratteristica che evidenzia in maniera decisiva il valore della zona dei vitigni dell’azienda. Altra conferma è la longevità, Sassicaia non teme il passare degli anni e fino alla fine degli anni ’90 non gradiva affinamenti brevi risultando scorbutico agli intrepidi stappatori di bottiglie giovani. Le annate dalla 2000 evidenziano una immediatezza succosa e saporita che non dovrebbe mettere a repentaglio la durata ma sono pronto fin da ora a prendere un appuntamento per una verticale verso il 2020, mattina o pomeriggio fate voi.
Dare punteggi a Sassicaia è impresa facile e impossibile allo stesso tempo, i vini sono sempre curati e di ottima fattura ma le differenze tra le annate possono essere enormi e una sintesi sarà sempre poco esplicativa, che si tratti di scatti centesimi ventesimi bicchieri. Ecco qualche nota essenziale.
4 scatti
- 2008 Un anno e mezzo fa fu amore a prima vista e confermo la mia passione, ricca succosa elegante + secchio
- 1998 Continua la magia dell’otto sulla ruota di Bolgheri, elegante distesa speziata
- 1989 Matura complessa integra
- 2006 Morbida setosa
- 1995 Splendida maturità + secchio
3 scatti
- 2009 Per molti sarà tra le migliori di sempre, buona anzi ottima ma atipica, la sua levità mi spinge alla prudenza
- 2000 Sorprendente: agile fresca tesa
- 2007 Potente robusta concentrata
- 1992 Un capolavoro di quell’annata disastrosa, affascinante + secchio
- 2002 2003 e 2004 Un trio eterogeneo ma coerente e tecnicamente perfetto
- 2001 Interpretazione lineare di una grande annata
- 2005 Elegante e raffinata
- 1991 Vivace e vitale anche se un pò monocorde
2 scatti
- 1996 altra annata molto difficile in zona interpretata magistralmente + secchio
- 1999 irsuta estrattiva ancora aggressiva
- 1993 e 1994 due annate poco esaltanti, le uniche con chiari segni di evoluzione
- purtroppo le bottiglie della 1990 e 1997 non erano in gran forma e mi resta il rammarico di non averle riassaggiate.
[Immagine: Tenuta San Guido]