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Vino
22 Gennaio 2014 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 12:19

Viaggio in Calabria: 10 fermate, 10 vini, prezzo felice

E poi all'improvviso il New York Times parla di vini calabri. E spunta la bella faccia di Francesco De Franco, vignaiolo puro e autentico che, grazie al
Viaggio in Calabria: 10 fermate, 10 vini, prezzo felice

vino calabrese nyt

E poi all’improvviso il New York Times parla di vini calabri. E spunta la bella faccia di Francesco De Franco, vignaiolo puro e autentico che, grazie al suo Cirò Rosso Classico Superiore 2010, finisce nei 20 vini sotto i 20 dollari segnalati dal noto critico Eric Asimov.

No, non abbiamo bisogno che il Times ci racconti quali siano i nostri vini migliori. Metto le mani avanti per placare un tormentone noioso e indigesto. Però, ringrazio il prezioso lancio americano, che legittima una pratica personale che va avanti da un anno abbondante: la riscoperta della Calabria vinicola. Ostacolata solo dal mio bianchismo (da queste parti i vini bianchi pagano dazio pesantemente) e da un disciplinare ottuso che, invece di incentivare le potenzialità autoctone della regione, tende a spersonalizzarla.

Ma la bella Calabria c’è eccome. E va saputa trovare nelle aziende tradizionali che vengono dallo sfuso e imbottigliano da pochi anni. Io l’ho trovata in queste dieci aziende accomunate da pratiche vinicole accorte, amore per il territorio e grandi soddisfazioni a prezzi contenuti.

I migliori 10 vini di Calabria

vigneti librandi

  1. ‘A Vita: come non partire dalla citata azienda di Cirò Marina (zona dalle caratteristiche climatiche uniche e particolarmente vocate), in mano all’ex architetto De Franco, ormai esclusivamente dedito a Bacco. La finezza e l’agilità del suo Cirò celebra il vitigno calabro per eccellenza: il gaglioppo, qui in purezza e pronto a smitizzare la fama di uva rustica e scontrosa. Bello, saporito: un gran bel vino. A 10 euro difficile bere rossi più appaganti.
  2. Casa Comerci: bella realtà di lunga tradizione, con 15 ettari nel territorio di Limbadi, tra il Monte Poro e il Golfo di Gioia Tauro. Produce un bianco ancora trascurabile e un rosato da tenere d’occhio, ma il fiore all’occhiello è il Libici. Rosso da Magliocco canino di grande freschezza ed eleganza e dal carattere decisamente settentrionale. Ho assaggiato il 2007 e il 2008. Più complesso e con potenziale d’invecchiamento il primo, più beverino e fruttato il secondo. Grande soddisfazione. Il nome di ‘A Vita rispunta visto che De Franco offre la sua preziosa consulenza.
  3. Sergio Arcuri: ritorniamo a Cirò Marina con la storia di una famiglia che si occupa di vino dal 1880 ma la cui prima annata etichettata è del 2009. Quattro ettari di gaglioppo all’insegna del puro artigianato. Ci beviamo un rosato clamoroso: il Marinetto 2012. Poche bottiglie (1500), di rara pulizia, complessità e precisione. E dal costo irrisorio (siamo ampiamente sotto i 10 euro).
  4. Cataldo Calabretta: Cirò Marina regna, domina ed educa. Insomma, tocca farci una vacanza etilicamente rilevante. Azienda scoperta alla fiera LaTerra Trema (dove c’è quasi tutta la migliore Calabria), con un rosso con pochi fronzoli e molta sostanza. Se la cercate su Google impattate un rampante avvocato di successo. Suppongo sia un omonimo…
  5. Cote di Franze: indovinate dove siamo? Altro nome storico di Cirò Marina, dove Vincenzo e Francesco Scilanga conducono una realtà con 10 ettari. La segnalazione d’obbligo è per Il Cirò rosso classico superiore 2010: bellissimo al naso, succoso e lungo in bocca. L’immagine ribaltata delle stereotipo del vino del sud.
  6. L’Acino: finalmente torniamo verso San Marco Argentano, nel casentino. Buono il loro bianco (il Mantonicoz) ma per il godimento vero sorseggiamo, anzi trangugiamo senza indugi l’ennesimo rosso, il Toccomagliocco 2010. Carattere e personalità da vendere, bevibilità pericolosa.
  7. Tenute Ferrocinto: terzo magliocco del nostro viaggetto virtuale. Altro esempio di come la vinificazione in purezza del vitigno dia ottimi risultati. Il Magliocco Calabria 2012 è il più morbido del lotto, ma ha un’ottima bevibilità ed è molto versatile a tavola. La produzione è rilevante: siamo sulle 600.000 bottiglie.
  8. Librandi: qui siamo in una realtà dalle dimensioni più industriali, probabilmente la cantina calabrese più nota e facilmente reperibile. E sì, sta a Cirò Marina. Beviamoci finalmente un bianco. Il solido e affidabile Cirò bianco 2012, fresco e fruttato (molto da aperitivo); dal notevole rapporto qualità prezzo (siamo sui 7 euro).
  9. Cantine Viola: saltiamo a fine pasto; è tempo di dolce. Il moscato passito di Saracena non ha bisogno di presentazione e credo abbia preso più premi di Messi. Storia millenaria resuscitata da Viola e che prende corpo nel bicchiere. Se amate i vini dolci goderete abbondantemente, se non li amate potreste cominciare a cambiare idea.
  10. Stelitano: altro dolce per chiudere. E altra storia antichissima per il Greco di Bianco che si produce appunto solo a Bianco e Casignana, in provincia di Reggio Calabria. Trovarne vecchie annate è un’impresa che però produce gloria. Una raccomandazione: provatelo con il formaggio.

vino-rosso-versato-nel-bicchiere

La mia Calabria la metto in questi bicchieri. La vostra qual è?

[Adriano Aiello]

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