Caffè sospeso e baguette in attesa: così Parigi segue l’esempio di Napoli
La storia del caffè sospeso la conoscete. A Napoli era in uso nel dopoguerra. Chi aveva mezzi dava a chi ne aveva meno pagando un caffè a qualcuno che sarebbe venuto dopo al bar. Lasciava un caffè in sospeso regalandolo a uno sconosciuto. Una pratica che grazie a internet è volata oltralpe fino a Parigi o quasi. A Boulogne-Billancourt Didier Lopez ha messo nella sua boulangerie una lavagna e delle calamite a forma di cuore. Ogni cuore vale un caffè sospeso o una baguette in attesa secondo la tradizione partenopea. Un cliente paga due caffè, ma ne consuma uno solo. Lo stesso può fare con una baguette. La persona che si presenterà e farà richiesta secondo la formula c’è un sospeso potrà approfittare della generosità.
In 15 ore sulla lavagna della solidarietà sono spuntati una ventina di cuori confermando che il sospeso apparso per la prima volta sulla pagina Facebook degli Indignés de France funziona. Sono circa 400 i commercianti francesi che partecipano a questo progetto monitorato sul sito CoffeeFunders.
Dal caffè al pane, merce poco costosa ma utilissima. L’idea successiva sarebbe di estendere il sospeso anche alle banane o alle mele. Per consentire ai meno fortunati di andare avanti con il minimo indispensabile per la sussistenza.
Iniziative simili attecchiscono in Belgio con le patatine fritte e in Messico con i tacos. E anche a Napoli si ritorna all’antico con il caffè sospeso al Gambrinus dei fratelli Antonio e Arturo Sergio o con la pizza sospesa della pizzeria da Concettina ai Tre Santi che ha fatto seguito alla pizza a 8 (giorni) di Gino Sorbillo.
[Le Monde]