Roma. Bistrot 64, ristorante dall’incredibile rapporto qualità prezzo
Origami. L’arte di piegare la carta del menu alle richieste del pubblico. Mi è venuta così la definizione della cucina di Bistrot 64, giovane locale al Flaminio che a quasi un anno dalla nascita cambia pelle.
Emanuele Cozzo, proprietario di Bistrot 64, ha messo su la strana coppia: sé stesso come direttore e all’occasione aiuto di Kotaro Noda, chef già stella Michelin all’Enoteca La Torre di Viterbo.
Risultato, una miscela calibrata che ha portato in tavola la ricerca di materie prime del romano e la fantasia dello chef giapponese.
Il tutto condito da un invitante a dir poco rapporto qualità prezzo: a pranzo mangiate due portate con 15 € (e volendo c’è un hamburger, anzi tre) mentre la sera avete 4 portate più amuse bouche e piccola pasticceria a 35 €.
Non so se con questa mossa Emanuele Cozzo abbia conquistato il titolo di pausa pranzo al ristorante più conveniente di tutta Roma, ma ci si avvicina di sicuro. Il risultato è una cucina scoppiettante anche in piatti semplici, come il Wurstel di pollo e paté di fegatini con salsa peperoni, e in continuo fermento.
La zona non è tra le più gettonate dagli appassionati di cibo ma qualcosa si muove con la vicinissima gelateria Neve di Latte e il Trapizzino oltre Tevere. In mezzo, appunto, la bandierina del duo Cozzo-Noda.
Sono andato e ri-andato dopo le segnalazioni del cambio di strategia e la macchina così strutturata è più veloce e divertente.
Prezzo competitivo con tre opzioni per il pranzo. Ora è possibile spaziare dal panino al bancone (13 €) al quattro portate (30 €) a seconda della voglia che si ha di impegnare il tempo. A cena il menu lungo (7 portate) è a 50 €.
Vi segnalo le mie preferenze con l’avvertenza che è prossimo il cambio stagione del menu.
La palma all’amuse bouche l’assegno a questa tempura di lumache. È stato il buongiorno di Kotaro cui ho risposto con esclamazione non riproducibile.
Gli antipasti, invece, sono dominati da una stupenda finzione: Spaghetti di patate al burro e alici. Soddisfazione assicurata per questo essere diversamente alici.
Commettereste un delitto se non ordinaste i lombrichelli con sugo di astice al dragoncello. Un boccone pieno e gustoso, quasi carnoso nella sua consistenza.
Ho fatto anche il dietetico con una lasagna con finocchio e arancia cotta nella carta fata. Appagante anche se non ho indagato sull’apporto calorico.
Con le temperature e i rovesci dei giorni scorsi ho avuto anche la bella idea di chiedere una minestra. Mi è arrivata asciutta con verdure dell’orto e orzo. Cromaticamente intrigante e ancora meglio da mescolata in bocca.
Mi perdonerete una foto da iPhone, ma dopo lo stupore per la carbonara spagnola di un altro bistrot (Marzapane), ho segnato anche quello per la carbonara giapponese. L’influsso è viterbese (forse) e l’uovo è più rappreso. Ma è dannatamente efficace.
Ritorno in ambito voglio stare leggero e alla voce caprese oltre alla mozzarella (una guida alla migliore bufala ve la segnalo lo stesso), ecco quella con il rombo. Se vi sembra pallida, assaggiatela.
In carta lo trovate come antipasto, ma io l’ho scelto come secondo per accompagnare il mio commensale: Sgombro farcito di ricotta e purea di carote al lime. Delicato ma di carattere.
Dall’altra parte del tavolo si sperimentava con successo un Maialino da latte croccante al caffé con olive di Gaeta , ma io vi consiglio caldamente di non perdervi il Medaglione di abbacchio con fave e pecorino. Idealmente appunterete la vostra di medaglia sul petto di questo Bistrot 64.
Forse dovreste appuntarvi anche una frittura commovente: Baccalà in tempura su agretti all’aceto balsamico. L’evoluzione del filetto secondo Kotaro Noda la cui filosofia sposo in pieno senza troppo ragionare.
Avevo una mezza idea di un gelato in gelateria, ma la strana coppia Cozzo – Noda mi ha letto nel pensiero con la Via lattea ovvero un gelato all’olio extra vergine di oliva, meringa allo yuzu, pralinato di cioccolato bianco e cuore di fragola. Strepitoso.
E per mettere a tacere la voglia di fresco potreste sempre assaggiare il Trinacria, un sorbetto di arancia rossa, crema di pistacchio con ricotta e cioccolato o la gettonatissima (mi dicono) Tortina finta di lampone e mela con gelato al calvados.
Perfette da gustare ai tavolini all’aperto appena il tempo lo consentirà.
Non c’è due senza tre, ma io già sono andato oltre le tre capatine forse anche spinto dalla personale comodità geografica.
Quindi, mi aspetto critiche e commenti da chi ha programmato un viaggio fin qui anche solo prendendo il tram da Piazza del Popolo. E sapere se avete apprezzato la strana coppia giappo-romana.
P.S. Come detto, c’è anche l’hamburger (carne, pesce o vegano) al banco in pausa pranzo, ma questo è un altro capitolo.
Bistrot 64. Via Guglielmo Calderini, 64. Roma. Tel. +39 06.3235531
[Immagini: Vincenzo Pagano, Daniele Amato]