Guida alla Guida Michelin 2015 sbagliata secondo Luciano Pignataro
Quanto vale l’assegnazione della stella Michelin per un ristorante? Da tanto a tantissimo. Senza voler fare la media del pollo, è evidente il beneficio in termini di notorietà e di affluenza del pubblico. Raddoppiano i fatturati e si impenna il numero dei clienti stranieri. Un combinato in grado di mettere al bello il barometro di un locale.
Interesse elevatissimo che dura un anno. Lo vediamo anche sul web. Scatti di Gusto è stato costantemente in testa nelle ricerche “Michelin 2014” e ha totalizzato con l’articolo del 5 novembre 2013 centinaia di migliaia di visualizzazioni con un tempo medio di lettura superiore ai 5 minuti.
Una bella eredità che lascia al post del 4 novembre 2014 con tutte le stelle Michelin del 2015.
La politica della Michelin è sempre stata di tenere al coperto quante più informazioni possibili e il nuovo direttore della Guida Rossa, Sergio Lovrinovich (tecnicamente, il Caporedattore), ha fatto di più scomparendo dal mondo reale e virtuale. L’anno scorso in un video ha spiegato le ragioni dell’anonimato (e non sono state del tipo “sono un fan di Valerio M. Visintin) e ha giusto fatto vedere le mani.
Ovviamente tutti cerchiamo di prevedere, anticipare, cogliere il sorriso dello chef che si tradisce (la lettera di convocazione alla cerimonia arriva una settimana prima) e insomma il desiderio dei giornalisti e dei blogger è spoilerare.
Si rischia di diventare Mago Merlino o di fare una gran brutta figura.
Noi siamo riusciti a prevedere (ma era una sensazione, ovvio) la stella Michelin al ristorante Mammà di Salvatore La Ragione e Gennaro Esposito e anticipare quella a Stazione di Posta (notizia nell’aria e quasi al limite del credibile per la connotazione del ristorante da “centro sociale” secondo la definizione dello chef Marco Martini). O scattare la foto degli chef con la giacca stellata un attimo prima della “chiama”.
Poi c’è la fretta di mettere la lista. E gli errori di battitura, trascrizione, stellette e nomi dei ristoranti si sprecano.
E poi c’è il dietrologo o il gombloddista. Che in questa occasione riesce a dare il meglio di sé. Il primo chiarisce perché si è verificato un evento seguendo la nota definizione dell’esperto che è colui che spiega come mai qualcosa è accaduto in maniera diversa rispetto a quello che aveva detto.
Il gombloddista è più raffinato. Cerca il consenso nel parco buoi facendogli annusare speranze di libertà e di rivalsa. A volte con effetti comici o ridicoli.
Quest’anno il campionato lo ha vinto a mani basse Luciano Pignataro, conosciuto anche come il moralizzatore della Tangenziale di Napoli per la sua capacità di riposizionarsi grazie all’applicazione pedissequa della nota definizione dell’esperto che spiega ai poveri incompetenti come gira il mondo.
Lo ha fatto non solo sul suo blog duro e puro (in cui scrivono allegramente addetti stampa di case vinicole e consulenti di pizzerie e ristoranti), ma anche sul quotidiano il Mattino che fu di Edoardo Scarfoglio e di Matilde Serao.
Una mezza pagina dedicata alle nuove stelle Michelin in Campania te lo aspetti da un quotidiano locale anche perché c’è la soddisfazione di un nuovo due stelle con la Taverna Estia che si aggiunge ad altri cinque. E poi in bella evidenza lo strillo: 3 nuove stelle.
Peccato che siano 4 le nuove stelle. L’uomo di mondo ha volutamente dimenticato Mammà di Capri che pur aveva assaggiato magnificando con la sua prosa O ssai ca nui napulitan ce vulimm semp bene!!! simm e Napul paisà! fastidiosissima a base di spaccare e amenità varie.
Volutamente perché il giornale è del 5 novembre, il giorno seguente la presentazione, e il post del blog è del 4 novembre e c’è anche un commento di un lettore che lo fa notare.
Sarà che Sergio Lovrinovich non ha un cognome del meridione e vorrà far credere che non è stata data una stella meritata secondo la consueta visione del Nord che vuole ammazzare il Sud, la pizza e la mozzarella di bufala?
Sergio Lovrinovich come Bernardo Iovene, Milena Gabanelli, Stefano Maria Bianchi (a proposito, della mozzarella di bufala e di ristoranti che la utilizzano scrivono i due organizzatori delle Strade della Mozzarella con equivalente quota di conflitto di interessi) sarebbe il massimo.
Ma sempre meglio andare contro la televisione e i cattivi maestri. Pubblicando la bufala della stella che avrebbe perso Carlo Cracco. Un errore che il “nostro” gombloddista infioretta con la spiegazione moralizzatrice “ve l’avevo detto io”.
Metto solo uno screen shot che mi è stato inviato del post, frettolosamente cancellato dal blog. Peccato: una perla di saggezza che non potremmo più diffondere tra Capodichino e Arenella.
Ci resterà solo il piacere di ascoltare le spiegazioni di come non è vero che una pizza bruciata è (almeno) indigesta o di quali sono i migliori caseifici della piana di Paestum secondo gli organizzatori di una fiera che prende soldi dal Consorzio.
Ce ne faremo una ragione al pari della credibilità che il web sta conquistando nonostante i cattivi maestri.
E ora, poiché ho messo un titolo a dir poco fuorviante, faccio ammenda e aggiungo alcune notazioni che mi sono sfuggite nella fretta della presentazione della Guida Michelin 2015 che ci accompagnerà tutto l’anno.
Partendo dai complimenti per i fratelli Goffredo e Leonardo Ceglie Manfredi che di stelle ne hanno conquistate due. Una proprio con Salvatore La Ragione al Mammà di Capri e l’altra con Giuseppe Di Iorio al ristorante Aroma di Roma.
Le nuove due stelle Michelin 2015
Questa edizione presenta due significative novità: le che incoronano i ristoranti Il Piccolo Principe di Viareggio (LU) e Tavernia Estia di Brusciano (NA), entrambi guidati da chef campani.
Come in una sinfonia ben orchestrata, il trentaquattrenne chef Giuseppe Mancino, del Piccolo Principe, fa coesistere nei suoi piatti creatività, raffinatezza, tecnica e ottime presentazioni.
Il Piccolo Principe aveva perso la stella Michelin nel 2012 causa lavori. Giuseppe Mancino mi ha detto di un possibile malinteso che ora per fortuna si sana con addirittura due stelle conquistate a stretto giro di posta. Un inciampo su cui ha ricamato all’inverosimile la banda di Luciano Pignataro con l’ineffabile Giancarlo Maffi, il braccio armato – di orologi – in Toscana che celebrò in un articolo sul Mattino la grande pizza di Franco Pepe da Princi a Milano con una visione un po’ offuscata dal desiderio di guerra Nord – Sud. Purtroppo quella pizza napoletana non ha funzionato e gli estimatori meneghini del genere possono “solo” consolarsi con la pizza di Sorbillo.
La Taverna Estia è il vero laboratorio del trentunenne chef Francesco, che, con papà Armando, reinventa con grande capacità e finezza elementi della sua terra. Da la Guida Michelin Italia 2015.
Tra le 27 nuove spiccano per singolarità:
Le tre lune di Calenzano (FI): qui, dopo essere andati in giro per il mondo ad “assorbire” il mestiere in grandi scuole, tre giovani amici toscani si sono ritrovati per realizzare insieme una grande cucina con prodotti di stagione e spunti francesi.
La Macelleria Damini di Arzignano (VI): guadagna la stella il ristorante all’interno di questa macelleria storica, appartenente alla quarta generazione di una famiglia di macellai per passione e competenza.
Il ristorante giapponese IYO di Milano: i classici giapponesi vivono qui in un mondo fluttuante (dal giapponese ukIYO), in cui entrano interpretazioni fusion, creative e occidentalizzate, con un gran finale di dolci europei e frutti asiatici.
L’Imbuto di Lucca: un ristorante nel Museo d’Arte Contemporanea, che ne traduce lo spirito nei piatti. La cucina dello chef Cristiano Tomei (nella intensa foto di Lido Vannucchi), ben radicata nelle tradizioni famigliari, è così creativa e fantasiosa da diventare un vero viaggio di sorprese per i visitatori del museo che non vorranno perdere una sosta qui.
Le stelle Michelin soppresse
Il capitolo più doloroso, ma fa parte delle statistiche, anche se “qualcuno” si sarà rallegrato della perdita della stella di Pappa Carbone.
Stelle soppresse
Osteria di Via Solata – Bergamo BG
Roof Garden – Bergamo
Cielo, ristorante dell’Hotel La Sommità – Ostuni BR
Villa Fiordaliso – Gardone Riviera BS
Alpenroyal Gourmet – Selva di Valgardena BZ
Belvedere – Pula CA
Castello – Grinzane Cavour CN
La tenda rossa – San Casciano in Val di Pesa FI
Bellevue, Hotel Metropole – Taormina ME
Osteria da Pietro – Castiglione delle Stiviere MN
Symposium 4 Stagioni – Cartoceto PU
Agata e Romeo – Roma RM
Pappa Carbone – Cava dei Tirreni SA
Albergaccio di Castellina – Castellina in Chianti SI
Scrigno del Duomo – Trento TN
Stube Hermitage – Madonna di Campiglio – TN
Da due stelle a una stella
Il Desco – Verona VR
Il Pellicano – Porto Ercole – GR
Cessata attività
Le busche – Montecarotto AN
Gener neuv – Asti AT
La locanda di Bu – Nusco AV
Bacco – Bari BA
Osteria del Mare – Modena MO
FrankRizzuti – Potenza PZ (un pensiero per il bravissimo chef scomparso di recente).
Palma – Alassio SV.
Numeri: novità e curiosità
Anche in questa edizione spiccano molti giovani talenti, ai quali viene assegnata per la prima volta, o aggiunta, l’ambita stella. Tra le novità, infatti, 11 chef hanno un’età inferiore ai 35 anni.
Dei 332 chef stellati in Italia, 110 sono donne. E’ un record mondiale.
La Lombardia conferma il suo primato per numero di stellati: 58 ristoranti (2 6 50). Seguono il Piemonte, con 39 ristoranti (1 5 33), e la Campania, con 35 ristoranti (6 29).
Le regioni più dinamiche, con 7 novità, sono la Toscana, quarta nella classifica generale con 30 stellati (1 4 25), e la Campania, insieme alla Lombardia la regione con il più alto numero di due stelle.
Diversa è la situazione nella classifica per provincia. Roma balza al primo posto con 20 ristoranti stellati (1 2 17), insieme a Napoli, che detiene il record di due stelle (6 14). Scivola dalla prima alla terza posizione Bolzano, con 19 ristoranti (3 16).
Ecco quanto visto in questi primi due giorni dell’era Guida Michelin 2015.
Ovviamente ci potrebbero essere errori anche nostri. Ma noi attendiamo sempre fiduciosi i vostri commenti. Anche dalla tangenziale di Napoli che in questo momento è un po’ più avanti di dove mi trovo: nel quartiere Sanità.
A presto.