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2 Ottobre 2015 Aggiornato il 7 Ottobre 2015 alle ore 08:27

Quanto costa rubare la pizza spiegato a Luciano Pignataro con parole speriamo semplici

Rubare la scena. Cioè cercare di monopolizzare l'attenzione con argomenti forti, interessanti, belli. Un atteggiamento sano e divertente per i lettori.
Quanto costa rubare la pizza spiegato a Luciano Pignataro con parole speriamo semplici

palcoscenico

Rubare la scena. Cioè cercare di monopolizzare l’attenzione con argomenti forti, interessanti, belli. Un atteggiamento sano e divertente per i lettori.

Poi c’è rubare tout court. E questo non va bene. Ma purtroppo ogni settore ha il suo specialista. Il food ha Luciano Pignataro.

Il giornalista del Mattino duro e puro, che fa credere al mondo intero che il suo stipendio arriva solo dallo scrivere (forse dovrebbe dare una scorsa alla colonna ricavi editoriali e ricavi pubblicitari dei giornali), ogni tanto si fa beccare con le dita nella marmellata.

stelle Michelin il Mattino Luciano Pignataro

Epico l’articolo sul Mattino in cui non dà conto della stella Michelin a Mammà chissà per quale complessa ritorsione mentale. Un errore può capitare a tutti, ma l’avvertimento che campeggiava sui commenti in giro su Facebook il giorno precedente l’uscita del giornale era imbarazzante. Punire uno per educarne 100 è il dogma usato dal giustiziere della tangenziale che riesce a sorpassare se stesso nella stessa giornata con la (falsa) notizia di Carlo Cracco che perde una stella causa troppa televisione.

Quella televisione non prona che non è gradita al nostro aulico cantore, sia ben chiaro. Un furto di riconoscimento per i lettori, diciamo.

Una visione che finisce per accecare anche i suoi collaboratori che lo hanno preso a faro di riferimento. Un po’ guercio. Storica, stesso anno, l’affermazione che in un certo ristorante c’era una vista da paradiso e uno chef da inferno. Risultato: il ristorante ha preso la stella Michelin 10 giorni dopo.

Se fossimo allo stadio sarebbe un0 0-3 non modificabile. Ma non disperiamo che faccia qualche altro autogol migliorando la sua poco invidiabile posizione nella classifica delle figure di palta.

Ora come novello Saturno, il mostro nostro ama divorare chi dei suoi fa un distinguo, coltiva un rapporto di lavoro non gradito, esprime un’opinione diversa. Il premio è la visibilità. Il castigo è la discesa agli inferi del dubbio: sarà mai capace questa professionista di tenere un ufficio stampa? Certo che no, se non fa parte della banda dei corifei.

Altissime vette e disastrose cadute di reputazione aspettano tutte le penne che si avvicinano al sole che brucia. Qualcuno ci finì a mare con tutte le penne, ma non vogliamo dare diritti di primogenitura che potrebbero essere messi in discussione dal telefonino del Minotauro.

post pizza pignataro piscitelli

E quindi si rubano le primogeniture. Fino a rinnegare la prefazione al libro sulle pizze di Monica Piscitelli. Non contento di averla ignorata in una “ricostruzione” della pizza in un post con un incipit stratosferico Chi ha scoperto la pizza napoletana?, la offende nei commenti e poi cancella il tutto.

Rubare non si fa, Pignataro.

Nemmeno le foto di Scatti di Gusto.

pizza margherita

Eh già, perché Luciano Pignataro ha rubato una foto dal nostro sito per fare un’operazione di visibilità: la guerra dei like nel cosiddetto campionato della pizza (che ovviamente dice di aver inventato lui) dell’anno scorso.

pizza rubata da Luciano Pignataro

Mi correggo: la foto è stata presa inavvertitamente dalla società grafica che ha riconosciuto l’errore e ha pagato al sottoscritto l’utilizzo. Ci siamo messi d’accordo sulla cifra simbolica di 1.000 € (così spieghiamo a qualche corifea espatriata la differenza tra diritto all’immagine, diritto di riproduzione, diritto di cronaca etc) con la rinuncia da parte mia di ulteriori pretese. Già, perché la foto è stata utilizzata più volte sul quotidiano senza che nemmeno la società grafica lo sapesse.

Ovviamente la stessa foto è stata utilizzata da Pignataro per il suo blog. Ma non la troverete perché quando ho telefonato al giornale per mettere a conoscenza della paternità dell’immagine (io sono sempre per la buona fede dei giornalisti che ho imparato all’Osservatore Romano) c’è stato il fuggi fuggi con un po’ di badilate di fango gettate in giro. E la frettolosa rimozione dei post incriminati (la tecnica è sempre quella).

Giustamente osserverete, ma che c’entra Pignataro nell’errore di un terzo? Al massimo avrebbe dovuto riconoscere i crediti di pubblicazione sul Mattino e sul blog per onestà intellettuale.

pizzerie contro mattino

Ma come, dico io. Si picca di conoscere tutto il mondo della pizza meglio di chi l’ha inventata e non si accorge della pizza di Franco Pepe che va ad utilizzare?

O vogliamo credere che c’è l’intento culturale o di cronaca in una operazione social che ha trasformato in stalker onesti e bravi pizzaioli della Campania? Tra l’altro non è stata utilizzata la funzione sondaggi di Facebook che avrebbe permesso di evitare questa postilla che ha caratterizzato tutta la sequela di scontri di quest’anno

*Purtroppo, a causa di un problema dovuto a Facebook, alcuni post sono vengono cancellati automaticamente. Il problema è stato segnalato già nei giorni scorsi a Facebook. Ci scusiamo per l’inconveniente.

Come dire che i risultati sono un po’ incerti: per colpa di Facebook sia chiaro (o di Report fa lo stesso).

Ma non ci pensate. Godetevi la vostra pizza, meglio buona che gourmet, 2.0 o tre meno uno.

E se vi serve sapere dove andare a mangiare una pizza, qualche indicazione la trovate qui da noi. Buona pizza a tutti!

PS. Ma com’è che il titolo di campione dei like che doveva essere consegnato al Napoli Pizza Village sul palco da cui il giustiziere ha gridato all’ennesimo complotto contro la pizza non si è visto? Ripensamento?

Argomenti:
polemiche
Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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