Sequestrati 1 milione di chili di spaghetti alla Garofalo perché turchi e di grano tenero
Sarebbero quasi un milione i chili di spaghetti sequestrati dalla Guardia di Finanza nei magazzini del porto di Genova.
La provenienza dichiarata è la Turchia e il problema sarebbe proprio nell’etichetta che invece dichiara il Made in Italy.
Problema che diventa ancora più grande perché il pastificio al centro del contenzioso ha un nome pesante: Garofalo.
Repubblica dà la notizia puntualizzando subito che il sequestro non è legato a motivi di salute, cioè la pasta può essere consumata tranquillamente senza rischi.
Invece diventano rilevanti altri aspetti come la qualità inferiore degli spaghetti di grano tenero che sono stati prodotti in Turchia. E non in Italia come dichiarato in etichetta.
Tradotto: il prezzo al consumatore dei 972mila 147 chilogrammi di pasta “made in Turkey” dovrebbe essere ugualmente inferiore.
Gli spaghetti pubblicizzati come pasta di grano duro conterrebbero in realtà, secondo le analisi effettuate dai laboratori delle Dogane, una percentuale superiore di grano tenero.
Il motivo del discutere, quindi, esula dalla tutela di sicurezza alimentare per toccare il terreno dell’Italian sounding che appare paradossale perché in qualche modo “creata” da una delle aziende di riferimento della vera pasta Made in Italy anche se non fa parte del consorzio di tutela di Gragnano che per gli appassionati di gastronomia si identifica con la pasta della tout court.
L’avvocato Alberto Caselli Lapeschi, che tutela le ragioni del pastificio Garofalo, ha già presentato ricorso in Cassazione per il dissequestro.
“I miei clienti sono i titolari di un pastificio molto noto che produce da sempre pasta di qualità. Credo che la situazione verrà presto chiarita. Abbiamo già presentato ricorso in Cassazione per ottenere il dissequestro e confidiamo che ciò avvenga in tempi brevi. In ogni caso, vorrei ricordare come non è assolutamente in discussione la qualità del prodotto dal punto di vista della sicurezza dei consumatori”, spiega il legale.
I motivi della presenza del milione di chili di pasta a Genova sono riassunti da una nota dell’ufficio stampa del pastificio. La pasta prodotta in Turchia non andrebbe sul mercato italiano: “La pasta di cui si parla non è’ la linea Pasta Garofalo (che viene prodotta a Gragnano) bensì un altro brand del pastificio, che si chiama Santa Lucia ed è un brand nato quasi quarant’anni fa per il mercato africano, a cui è tutt’ora interamente destinato. Inoltre tale prodotto non è stato importano in Italia ma è stato sequestrato allo “stato estero”, in quanto solo transitato per il trasbordo da un vettore all’altro, poiché diretto in Africa.”
Ora qualcuno potrebbe obiettare che tra la Turchia e il Nord dell’Africa non c’è Genova e che comunque sarebbe stato opportuno organizzare il trasbordo da un vettore all’altro in un porto non italiano. Così per non alimentare quello che a detta della Garofalo è solo un grande equivoco.
Chi avrà ragione? Garofalo o Guardia di Finanza?
[AGGIORNAMENTO ore 16:27] L’Ufficio Stampa specifica che la notizia è completamente priva di fondamento perché la pasta transitata a Genova – e non sarebbe nemmeno stata immagazzinata – riporta la dicitura Made in Turkey. Quindi si tratterebbe di un grande abbaglio. Gli avvocati sono al lavoro per chiarire gli effettivi accadimenti.
Aggiornamento del 25 maggio 2017: La Cassazione conferma il maxi sequestro (Ansa)