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22 Marzo 2016 Aggiornato il 22 Marzo 2016 alle ore 19:10

Bruxelles manda il vaffa al terrorismo con le patatine fritte

Oltre che simbolo di una cucina gioiosa, le frites, le patatine fritte diventano, nella giornata in cui Bruxelles è vittima di due attentati terroristici,
Bruxelles manda il vaffa al terrorismo con le patatine fritte

patatine attacco terroristico Bruxelles

Oltre che simbolo di una cucina gioiosa, le frites, le patatine fritte diventano, nella giornata in cui Bruxelles è vittima di due attentati terroristici, anche la risposta alla violenza, alla paura, a quel senso paralizzante di angoscia che ti impone di guardare il mondo con occhi diversi, consapevoli, disincantati.

A un paio d’ore dall’esplosione, infatti, sulla pagina dell’Obs, portale di informazione francofono compare un imponente, inequivocabile, sonoro, vaffa, (o un più elegante vas te faire enculer come direbbero i cugini d’Oltralpe) nella forma, naturalmente, di croccantissime frites.

Il modo più diretto e universalmente riconoscibile per non temere un errore di interpretazione.

E per chi non le conoscesse, le frites nascono da una patata, la Bintje, che si coltiva solo in Belgio e nel nord della Francia e che beneficia di un naturale clima umido, perfetto per la loro crescita ottimale.

Vengono tagliate in uno speciale formato (alto che banali fiammiferi) che ne garantisce croccantezza e morbidezza al tempo stesso e soprattutto sono fritte, spesso due volte, nel blanc de bœuf, il grasso bovino che dà alle patatine fritte un sapore, un odore, e un aspetto assolutamente inconfondibili.

Da oggi spiegano anche molto altro.

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