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Cibo
20 Agosto 2016 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 12:13

Né gourmet, né tradizione: la pizza è da Haute Couture con Gino Sorbillo

E niente. Mentre stai ad assistere alle discussioni sulla pizza e al dibattito tra le ragioni conservatrici dei tradizionalisti, le spinte compulsive
Né gourmet, né tradizione: la pizza è da Haute Couture con Gino Sorbillo

negozio Dolce e Gabbana Sorbillo pizza

E niente. Mentre stai ad assistere alle discussioni sulla pizza e al dibattito tra le ragioni conservatrici dei tradizionalisti, le spinte compulsive degli innovatori, gli strali dei sanfedisti della biga e i sanculotti della tradizione in una curiosa inversione della storia rivoluzionaria, capisci che il tempo del circolo degli operatori del settore e degli ermeneuti dell’impasto è finito insieme a molte pippe mentali.

Gino Sorbillo Domenico Dolce Stefano Gabbana

La foto arriva da San Paolo del Brasile, mi hanno detto. Nella vetrina, ecco una delle immagini che hanno girato subito dopo la conclusione della mega festa organizzata da Dolce&Gabbana in quel di Napoli. Protagonisti la città, Sofia Loren e il cibo. Con la pizza sotto i riflettori che ha chiuso i festeggiamenti davanti allo specchio d’acqua di palazzo Donn’Anna.

Gino Sorbillo modelle Dolce Gabbana

Avevamo detto che la pizza napoletana non è una moda nonostante questa lunga festa per allontanare l’idea che la pizza potesse scomparire al cambio di stagione e di messa a posto dell’armadio.

pizza margherita Sorbillo Dolce Gabbana

Ma la realtà è un’altra. La pizza, come il cibo, ha bisogno di un propellente diverso per continuare il suo tragitto siderale che sta portando la conoscenza e la consapevolezza del mangiare bene a diffondersi sempre di più. Perché la vera paura che sta iniziando a divorare quelli delle rendite di posizione è lo scoppio della bolla.

Mulino Caputo

Proverò a non sbrodolarmi addosso, ma siamo partiti con la necessità di Lezioni di Pizza, partito nel 2011, per spiegare fondamenti e rudimenti dell’impasto per passare alle zone grigie e nere del fare pizza anche secondo tradizione con un’inchiesta come quella di Report che ha scoperchiato il vaso mefitico del faccio così perché si è sempre fatto così.

E arrivare a manifestazioni come la Pizza per l’Estate (2016 e 2015 ma si potrebbe andare indietro ancora) che indaga le tendenze delle pizze nella bella stagione al pari di una collezione primavera-estate o la pizza fritta allo Yacht Club di Castellammare di Stabia che fa il punto della situazione e inquadra un pezzo di strada da fare in un contesto e con modalità che non sono quelle della tradizione.

Napoli Pizza Village

Tenetevi forte, succederà anche al Napoli Pizza Village – contenitore da più di 600 mila visitatori – a settembre con NPV Experience.

Cos’è NPV Experince? Copio-incollo la presentazione.

Come per la moda anche la Pizza avrà un vero e proprio momento di presentazione, un’occasione per approfondire tematiche e novità che troveremo nelle pizzerie in Italia e nel mondo. Un’area esclusivissima, riservata ai Top Player Mondiali della pizza che presenteranno alla stampa e ad un pubblico ristrettissimo le pizze che troveremo nei menù autunno/inverno 2016/17 delle loro pizzerie tracciando, di fatto, mode e trend che segneranno il futuro della pizza che a partire da quella napoletana, risulta sempre più dinamica e sempre più ricercata.

Capito? Il germe della Pizza per l’Estate ha contagiato anche l’autunno-inverno. E se ne sbatte in fondo della STG che come la stanno propagandando rischia di diventare un cappio al collo della pizza e se non fosse per il Trofeo Mondiale e altri pochi momenti sarebbe già morto e seppellito avvolto nel disciplinare che quando strumentalizzato mi sembra un sarcofago di una mummia egiziana.

W Napoli e i Napoletani ❤️❤️❤️ @dolcegabbana #dglovesnaples

Una foto pubblicata da Anna Dello Russo (@anna_dello_russo) in data:

Ecco quindi la nuova frontiera della pizza che contamina linguaggi – vi dice niente Anna Dello Russo con 1,2 milioni di follower su Instagram? – ma non quelli di un circolo di appassionati: non è la tradizione, né l’innovazione a tenere banco.

E non parliamo nemmeno di gourmet perché il fatto che la pizza debba essere buona è concetto insito nella realizzazione di questo o di quel pizzaiolo per poterlo citare come punto di riferimento.

Con questa collocazione fisica della pubblicità in un negozio, la pizza diventa haute-couture e il modello – mai parola fu più azzeccata – da seguire è Gino Sorbillo.

#pizzaunesco Gino Sorbillo

Che ha rotto la sfera in cui molti volevano contenere la pizza per andare a toccare pubblici e contenitori lontani. Ha iniziato con i messaggi sulla pizza, ben presto copiati da mezzo mondo dopo che erano stati dileggiati, per conquistare testimonial spontanei della pizza (e ora tutti i pizzaioli sottolineano con selfie questa o quella presenza di vip) e diventare ambasciatore di un certo modo di fare la pizza. Che non è né tradizionale, né innovativa, men che meno pane-focaccia o gourmet. È semplicemente la pizza di Gino Sorbillo.

pizza Sorbillo campagna pubblicitaria Dolce Gabbana

E fa moda, anzi, haute-couture, alta moda. Che sarebbe l’Olimpo della pizza in cui c’è un organismo che decide chi partecipa alle sfilate e dove si stanno affacciando nuovi giovani. Trainati anche dall’effetto Sorbillo che è uscito dai confini cittadini, andando a Milano, e nazionali (a New York apre 2 pizzerie) e celebrerà questa alta moda il 1 settembre quando nel suo Lievito Madre al Duomo si terrà la seconda conferenza stampa di presentazione del Napoli Pizza Village. Nella città italiana della moda, appunto.

Se siete d’accordo ci vorrebbe solo un hasthag da affiancare a #Sorbillo e #canotti. Potrebbe essere #pizzahautecouture o ne avete uno migliore da suggerire (prêt-à-porter non vale che comunque la pizza resta pop, sia chiaro)?

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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