Milano. Come sono i cannoncini caldi di Serge che ha aperto in Duomo
Non so se il sogno di Sergio da bambino fosse fare il pasticciere, o se semplicemente fosse goloso di cannoncini: sta di fatto che si è appena aperto il suo negozio di cannoncini, che si chiama Serge, proprio (quasi) come lui, Sergio Gavazzeni, imprenditore bresciano di successo nel campo della moda.
Serge ha aperto in via Mazzini a Milano. Ovvero, a 20 metri da Piazza del Duomo, davanti a due fermate del tram, a 30 metri da altre due.
E fianco a fianco con un locale che ha appena iniziato i suoi lavori – il primo Kentucky Fried Chicken di Milano centro.
C’era bisogno a Milano di un negozio monoprodotto di cannoncini? La situazione milanese del cannoncino mi sembra abbastanza buona, con alcune eccellenze.
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Che cos’ha allora Serge di nuovo, di diverso? Il cannoncino caldo. Beh, caldo caldo no, insomma – diciamo cui 35 °C.
E riempito al momento. I cannoncini – vuoti – infatti vengono inseriti in una (un po’ inquietante) rastrelliera di spiedi, e tenuti appunto a una temperatura sui 35 °C fino al momento della farcitura. Che può essere di crema pasticciera, di zabaione, di nocciola e di cioccolato.
Ma sono previsti anche gusti “di stagione”, e le limited edition legate a occasioni particolari.
Il colpo d’occhio – 700 cannoncini è la capienza del bancone, in un locale tutto nero e acciaio – è notevole. I cannoncini sono davvero buoni: soprattutto quelli con la crema pasticciera, ma sarò io che amo i classici. Riproverò le altre creme, comunque – anche perché zabaione e cioccolato erano finite.
Il locale è elegante, tutto in nero, il logo a campeggiare sulla parete di fondo, una macchina per il caffè; in arrivo qualche mensola per il consumo sul posto.
Qualche scaffale con biscottini vari, sempre prodotti da Serge nel suo laboratorio , mi sembra nel bresciano; e una parte del bancone è dedicata a una serie di macaron.
Molto belle le confezioni da asporto, che partono dalla monoporzione (a proposito, un cannoncino, come un macaron costa 1,90 €) fino ad arrivare a 12 pezzi.
E arrivati a casa, la crema nel cannoncino si sarà leggermente rassodata (nel cannoncino “caldo” rimane un po’ meno densa) ma sarà sempre buona – ci ho provato.
Curiosa la scritta “maccarone” sulle confezioni dei macaron, forse nel tentativo di italianizzarne il nome: ma il risultato suona un po’ come il parmesano…
Insomma: l’idea di fondo – anzi, le due idee di fondo, da una parte riempire il cannoncino al momento, per evitare che la crema impregni troppo la sfoglia (che non è una novità, ma non è universalmente praticata), un po’ come dovrebbero essere i cannoli siciliani, e dall’altra tenere la sfoglia del cannoncino in temperatura costante, penso possano essere davvero vincenti.
Andate, provate, confrontate, e sappiatemi dire.
Serge. Via Mazzini, 8. 20100 Milano.
[Immagini: Serge, iPhone Emanuele Bonati]