Da carbonara a tiramisù, i 7 sfregi dei piatti italiani in Italia che sono peggio degli errori da non fare
Carbonara e Norma, ovviamente pasta, ma anche Bolognese che non è ragù ma sono gli spaghetti. E c’è anche la costoletta alla milanese.
Coldiretti lancia l’allarme dei piatti contraffatti dagli Italiani sullo stesso suolo italico. Contraffatti nel senso di traditi nella loro ricetta originale e originaria, quella della tradizione che bisognerebbe osservare senza modificare, almeno secondo il partito dei duri e puri.
Ecco il quadro dell’indagine.
Gli sfregi ai piatti italiani
Ricetta | Ingredienti |
Spaghetti alla bolognese | Spaghetti conditi con sugo di pomodoro e polpettine che non esistono nella realtà gastronomica emiliana |
Costoletta alla milanese | Carne di pollo o maiale fritta nell’olio di semi al posto della carne di vitello cotta nel burro |
Pasta alla carbonara | Prosciutto cotto al posto del guanciale e formaggio grattugiato al posto del pecorino romano. Spesso viene utilizzata la panna |
Pasta al pesto | Mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli e formaggio comune al posto del parmigiano reggiano e pecorino |
Caprese | Formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte |
Pasta alla Norma | Formaggio grattugiato al posto della ricotta salata |
Tiramisù | Panna al posto del mascarpone |
Come vedete ci sono le invenzioni di sana pianta: in più di un ristorante su tre (35%) vengono serviti gli spaghetti alla bolognese che sono un piatto del tutto sconosciuto nella città emiliana.
Se Bologna piange, non stanno meglio Milano, poiché nel 26% dei locali la cotoletta alla milanese è preparata erroneamente anche con carne di maiale o di pollo, né Roma visto che nel 24% dei posti visitati alla carbonara viene aggiunta la panna non prevista nella ricetta storica.
E’ quanto emerge dalla top five degli sbagli più diffusi in cucina nel primo rapporto Coldiretti/Censis sulla ristorazione in Italia presentato al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti. Un risultato che – sottolinea la Coldiretti – mette in evidenza una pericolosa indulgenza della ristorazione nazionale nei confronti dei menu acchiappaturisti che rischia di dequalificare l’offerta enogastronomica Made in Italy.
Tra le specialità più “tradite” ci sono anche la pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli e con il formaggio comune che sostituisce l’immancabile parmigiano reggiano e il pecorino romano (23%), la pasta alla Norma con un formaggio diverso dalla ricotta salata (19%) e il Tiramisù, che è forse il più conosciuto dolce italiano all’estero, che viene spesso tradito alla voce mascarpone (19%).
Ciliegina sulla torta, si fa per dire, il mancato rispetto di norme come l’obbligo del tappo antirabocco dell’olio in quasi 1 ristorante su 4 (22%) che usa oliere fuorilegge e dovrebbe incorrere in sanzioni da 1.000 a 8.000 €.
E manca ancora l’indicazione chiara e certa della provenienza degli alimenti nel menu, rammenta Roberto Moncalvo presidente della Coldiretti. Una previsione che intaserebbe i menu fino a farli diventare illeggibili a meno di non prevedere una sezione fornitori. Con buona pace della tradizione (o della oleografia) dell’oste con la penna e il block notes ad appuntare le comande.