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Ristoranti
11 Dicembre 2017

Milano. Il migliore tiramisù della città lo fa Mascherpa

Prima di parlare di tiramisù a Milano, facciamo due premesse. E una conclusione. Premessa 1. Quali sono i dolci presenti ovunque nella ristorazione per lo
Milano. Il migliore tiramisù della città lo fa Mascherpa

Prima di parlare di tiramisù a Milano, facciamo due premesse. E una conclusione.

Premessa 1. Quali sono i dolci presenti ovunque nella ristorazione per lo meno milanese? La torta pere e cioccolato (la prima, di Knam, l’ho mangiata – boh, un venticinque anni fa; e dopo di allora la si trova anche in panetteria), il dolce ai tre cioccolati, con o senza cuore morbido, le varie crostate, le cheesecake (che per quanto buone e ottime non mi soddisfano mai appieno), e, appunto, il tiramisù.

Premessa 2. Che cos’è la mascherpa? Mascarpia, o mascherpa, in lombardo indica la ricotta o la panna. Stessa etimologia della mascherpa, un formaggio piemontese. La mascherpa (panna) lavorata con acido citrico diventa mascarpone.

Conclusione. La anticipo: la Mascherpa, in via De Amicis a Milano, è un piccolo locale dove usano il mascarpone per fare il tiramisù. Anzi: IL tiramisù.

Aperto giusto da un mese, in un locale lungo e piccino (non ci sono posti a sedere), dove ci sono state delle pasticcerie, mi pare, e da ultimo una rivendita delle ottime Torte Pistocchi, la Mascherpa prepara quello che è probabilmente uno dei migliori tiramisù della città. (Disclaimer: questa affermazione dovrebbe spingere lettori e pasticcieri a segnalarmi e mandarmi caterve di miglior-tiramisù-della-città…).

C’è solo tiramisù, o quasi: vedo anche dei piccoli cioccolatini al tiramisù, delle strip di tiramisù, e anche panettoni e dolci di Antoniazzi, pasticceria nel mantovano (che fornisce Mascherpa, per cui produce i biscotti savoiardi, e Eataly, mi pare). E una “selezione di brewed coffee provenienti dalle migliori torrefazioni italiane”. Che poi non ti fanno l’espresso, ma una specie di caffè americano.

Ma a me interessa il tiramisù. Deluso da un paio di vetrine monoprodotto che negli anni scorsi proponevano dei tiramisù quantomeno precari, mi affaccio. Sono un po’ sconcertato dalla miriade di varianti del dolce proposte: non sono sicuro che sia una necessità, rivestirlo di gusti e sapori (nocciola, nutella, pistacchio, cannella, l’immancabile matcha). Sono un purista. Ma quello ai frutti di bosco che mi sono comprato da mangiare a casa era buono, accidenti: un purista che inizia a tentennare… Comunque, i tiramisù sono venduti in barattoli di plastica, in tre formati, piccolo medio grande (da 1, da 2, da 4), al prezzo rispettivamente di 4-6-8 €. E se il barattolo ai frutti di bosco era piccolo, quello di tiramisù classico era grande.

Ho comprato anche questo, e me lo sono mangiato a casa, perché è possibile consumare i tiramisù anche sul posto: ma io ho scelto di mangiarmi lì il tiramisù scomposto, al prezzo di 4 €: un caffè, tre savoiardi in una versione fatta appositamente per la Mascherpa (su ricetta della gentile “tiratricesu” che gestisce il locale e che è scomparsa sul retro a preparare altra crema), e una scodellina di crema al mascarpone appunto. Morbida gustosa soffice dolce ma non troppo – sono råstà lì me cul dlå måschèrpå per usare una frase milanese, sono rimasto lì come quello della mascherpa. Si narra infatti di un garzone che portava il suo formaggio fresco al mercato, ma che per il caldo si fermava spesso all’osteria a bere: arrivato, si accorgeva che il suo formaggio si era sciolto, e rimaneva con la faccia perplessa e stupita e sconcertata. Che poi, secondo Gianni Brera, la Mascherpa era una non meglio identificata fattoria fra Lodi e Pavia…

Insomma, con tutto questo parlare i tiramisù mi è venuto un languorino… adesso vado a comprare un altro barattolo di tiramisù e a mangiarmi un altro tiramisù scomposto.

Mascherpa. Via De Amicis, 7. Milano. Tel. +39 0236642055

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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