Un filo di timidezza a velare leggermente la solarità dello sguardo, quasi uno scusarsi inconsapevole con chi la incrocia e resta abbagliato dalla prorompente e non celata bellezza.
\n\nBellezza che qualcuno ha definito aristocratica, a prima vista non proprio un azzardo.
\nMa c’è sostanza. Un premio come chef Emergente Sud 2016, e nel 2017 il premio Performance dell’anno per le Guide dell’Espresso, l’inserimento nella lista delle 20 pastry chef migliori per Gambero Rosso, e soprattutto la menzione su Forbes, nella lista 30 under 30, quella che premia i giovani più talentuosi d’Europa.
\nTutto questo ha significato attenzione mondiale per la giovane pastry chef, sous chef e co-proprietaria del Bros’ di Lecce (e se volete sapere dei suoi soufflé e come si mangia lo leggete qui) ponendola sempre più alla ribalta delle cronache.
\n\nEppure lei è lì, a lavorare con tenacia per migliorare i suoi soufflé, “Un dolce di tecnica assoluta ma non può esser fatto solo con regole di repertorio, esistono mille modi per farlo e mille variabili che lo rendono unico e personalizzato”, come aveva dichiarato tempo fa in una delle prime interviste, ferma e convinta nella sua idea di prediligere i dolci lavorati con prodotti stagionali.
\n\nLontana da qualsiasi convenienza mediatica, anzi immersa a capofitto nella sua esperienza con Floriano Pellegrino, condivisa ora anche nella vita, esperienza fatta di sacrifici, di voglia d’emergere (quello forse il vero fuoco sacro), ma anche di costanza e caparbietà.
\n\nVentitré anni appena, un “vissuto” già importante tra Hibiscus a Londra (un anno presso il due stelle Michelin), il tristellato Martin Berasategui e poi Paco Torreblanca, uno dei più grandi pastry chef del mondo, per perfezionarsi e decidere di rientrare a Lecce al ristorante Bros. Mai contenta, mai doma, riparte nel 2017 per nuove esperienze passando nelle brigate di Mauro Colagreco nel suo ristorante Mirazur, e di Rasmus Kofoed presso Geranium.
\nNon proprio una “bambocciona” insomma, tanto per usare una frase cara all’ex e mai troppo compianto Tommaso Padoa-Schioppa, ministro dell’economia in un tempo che fu.
\n\nE forse non sarà dispiaciuta per niente neanche ad Antonia Klugmann, la chef ora nota anche al grande pubblico, lei che consiglia ai giovani di cominciare dalle basi, “di entrare in cucina come apprendista per vedere se reggi lo stress, se poi ti interessa vai avanti”, “di essere sinceri davanti a un ingrediente, come un semplice pomodoro” , “di meravigliarsi davanti a ciò che regala la natura e da questa sensazione nascono nuove ricette”.
\nAlcuni tratti comuni, che danno conferma, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, della presenza di una nuova stella in cucina.
\nCuriosi? Non vi resta che sintonizzarsi sullo show culinario.
\n","description":"Per certi versi Isabella Potì, la giovane pastry chef che vedremo stasera ospite di Masterchef, sembra baciata dalla fortuna, una predestinata. Colpisce,"}]}Cosa fa e chi è Isabella Potì, pastry chef del Bros’ che è a Masterchef
Per certi versi Isabella Potì, la giovane pastry chef che vedremo stasera ospite di Masterchef, sembra baciata dalla fortuna, una predestinata.
Colpisce, dalla prima foto che ti capita di vedere sul suo profilo Instagram (e sì, è figlia dei tempi).
Un filo di timidezza a velare leggermente la solarità dello sguardo, quasi uno scusarsi inconsapevole con chi la incrocia e resta abbagliato dalla prorompente e non celata bellezza.
Bellezza che qualcuno ha definito aristocratica, a prima vista non proprio un azzardo.
Ma c’è sostanza. Un premio come chef Emergente Sud 2016, e nel 2017 il premio Performance dell’anno per le Guide dell’Espresso, l’inserimento nella lista delle 20 pastry chef migliori per Gambero Rosso, e soprattutto la menzione su Forbes, nella lista 30 under 30, quella che premia i giovani più talentuosi d’Europa.
Tutto questo ha significato attenzione mondiale per la giovane pastry chef, sous chef e co-proprietaria del Bros’ di Lecce (e se volete sapere dei suoi soufflé e come si mangia lo leggete qui) ponendola sempre più alla ribalta delle cronache.
Eppure lei è lì, a lavorare con tenacia per migliorare i suoi soufflé, “Un dolce di tecnica assoluta ma non può esser fatto solo con regole di repertorio, esistono mille modi per farlo e mille variabili che lo rendono unico e personalizzato”, come aveva dichiarato tempo fa in una delle prime interviste, ferma e convinta nella sua idea di prediligere i dolci lavorati con prodotti stagionali.
Lontana da qualsiasi convenienza mediatica, anzi immersa a capofitto nella sua esperienza con Floriano Pellegrino, condivisa ora anche nella vita, esperienza fatta di sacrifici, di voglia d’emergere (quello forse il vero fuoco sacro), ma anche di costanza e caparbietà.
Ventitré anni appena, un “vissuto” già importante tra Hibiscus a Londra (un anno presso il due stelle Michelin), il tristellato Martin Berasategui e poi Paco Torreblanca, uno dei più grandi pastry chef del mondo, per perfezionarsi e decidere di rientrare a Lecce al ristorante Bros. Mai contenta, mai doma, riparte nel 2017 per nuove esperienze passando nelle brigate di Mauro Colagreco nel suo ristorante Mirazur, e di Rasmus Kofoed presso Geranium.
Non proprio una “bambocciona” insomma, tanto per usare una frase cara all’ex e mai troppo compianto Tommaso Padoa-Schioppa, ministro dell’economia in un tempo che fu.
E forse non sarà dispiaciuta per niente neanche ad Antonia Klugmann, la chef ora nota anche al grande pubblico, lei che consiglia ai giovani di cominciare dalle basi, “di entrare in cucina come apprendista per vedere se reggi lo stress, se poi ti interessa vai avanti”, “di essere sinceri davanti a un ingrediente, come un semplice pomodoro” , “di meravigliarsi davanti a ciò che regala la natura e da questa sensazione nascono nuove ricette”.
Alcuni tratti comuni, che danno conferma, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, della presenza di una nuova stella in cucina.
Curiosi? Non vi resta che sintonizzarsi sullo show culinario.