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Pizzerie
7 Ottobre 2018

Milano. Cena stampa per capire cosa vuol dire Come un giorno a Napoli

Non si può più stare tranquilli. Cioè, uno dice Rossopomodoro, e sa di che cosa sta parlando, pensa. E invece no: Rossopomodoro non sta mai fermo, e
Milano. Cena stampa per capire cosa vuol dire Come un giorno a Napoli

Non si può più stare tranquilli. Cioè, uno dice Rossopomodoro, e sa di che cosa sta parlando, pensa. E invece no: Rossopomodoro non sta mai fermo, e adesso propone a te di Milano di trascorrere una giornata a Napoli.

Non che ti porti là fisicamente: meglio, ti porta Napoli qui in viale Sabotino. Lo abbiamo sperimentato durante la presentazione alla stampa.

Non che non fossero napoletani anche prima: ma adesso il nuovo claim “Come un giorno a Napoli” ti preannuncia quella che sarà un’esperienza ancora più “napoletana”, in un locale completamente rinnovato, con un menu che è ovviamente ancora quello vecchio (la pizza c’è sempre…), ma che non è più “quello vecchio”, anzi: è nuovo.

Cominciamo dal locale, che è cambiato, pareti bianche, un bancone ridotto, un ripensamento degli spazi e soprattutto una diversa insonorizzazione. Bello e piacevole. Non ha niente di folkloristico, eppure si capisce che siamo a Napoli, anche a prescindere dalle pizze che girano in sala.

Rimane sullo sfondo la “sala di lievitazione”, naturalmente.

Ecco, le pizze, anzi, il menu. Ci sono le pizze classiche, la Verace, la Margherita con mozzarella di Bufala Campana DOP.

E poi le pizze fritte, e così via; ma ci sono anche gli impasti alternativi, ai cereali, e alla canapa, particolarmente leggero e ricco di proteine.

E le montanare.

Così come ci sono i classici della cucina campana di Rossopomodoro, che so, gli spaghetti al pomodoro, per dirne uno. Pasta e patate, o pasta e patane, come diciamo qui a Napoli.

Ma ci sono anche altri piatti tradizionali, dagli spaghetti alle vongole (anzi, “a vongole”, sempre come diciamo qui a Napoli), al baccalà fritto, a salsiccia e friarielli, alle nuove insalate.

Il tutto preparato con gli ingredienti di qualità, ovviamente per lo più campani, presenti da sempre nei vari Rossopomodoro, confezionati con il loro marchio: la pasta di Gragnano (di Afeltra), la farina (Mulino Caputo), l’olio Extra Vergine di Olive Minucciole di Sorrento (Gargiulo), la mozzarella di Bufala Campana Dop, i presidi Slow Food, i pomodori.

Anche il menu dei dolci è rinnovato, accanto a babà, pastiera e delizia al limone compare ad esempio la Ciottolosa, una fonduta di cioccolato in cui si possono inzuppare la frutta di stagione o gli Scugnizzi, delle frittelle cosparse di zucchero (l’impasto è quello delle graffe, le ciambelle di carnevale napoletane). Un’avvertenza: il contenitore della Ciottolosa non è personale, singolo, per cui non si può tenere davanti a sé: è un dolce da famiglia, di gruppo, da condividere con gli amici, con il resto della tavolata.

Persino il caffè diventa protagonista del nuovo menu: oltre all’espresso, ci sono una serie di dolci e semifreddi dal Caffettuccio, panna cotta al caffè e pistacchi di Bronte, al Bufarotto, caffè con crema di latte di Bufala, panna e cioccolato fondente, alla Tazzulella, tiramisù alla Nutella.

Tanta gente, all’inaugurazione.

Per l’occasione, ad affiancare il “resident pizzaiolo”, Alessandro Squillante, c’erano anche Davide Civitiello, uno dei pizzaioli-immagine di Rossopomodoro, per bravura e longevità, e l’executive chef del gruppo, Antonio Sorrentino.

Oltre a un sorridentissimo e napolitanissimo presidente del gruppo Sebeto (vale a dire Rossopomodoro, Anema e Cozze, Rossosapore, Ham Holy Burger e La Pizzeria Nazionale), Franco Manna, che ha raccontato un po’ la storia di Rossopomodoro.

Siamo una delle realtà italiane di ristorazione più solide e longeve, e questo lo dobbiamo alla nostra capacità di alzare sempre l’asticella della qualità, della creatività e dell’innovazione, pur restando fedeli alla tradizione e senza aver perso mai un grammo della nostra passione napoletana.

E Roberto Colombo, lombardissimo ma in via di napoletanizzazione, l’amministratore delegato che ha invece raccontato il presente-futuro.

Siamo pronti ad iniziare un nuovo capitolo della storia di Rossopomodoro, una storia che non può che essere raccontata in Italia e nel mondo dall’unico marchio che vanta così tanta popolarità ovunque. È la storia di una tradizione unica e di una città meravigliosa che, in questa epoca più che mai, attrae e fa tendenza. Da oggi, entrare a Rossopomodoro vuol dire sentirsi “come un giorno a Napoli”.

Insomma l’invasione napoletana di Milano continua senza sosta. E noi siamo aperti alle contaminazioni.

Rossopomodoro. Viale Sabotino, 19. Milano. Tel. +39 0258328501.

[In collaborazione con Massimo D’Alma]

 

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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