Coronavirus. Puok e Med chiede il delivery dei burger in Campania
Egidio Cerrone, aka Puok e Med, il food blogger diventato famoso per gli hamburger del Puok Burger Store di via Cilea a Napoli (ma ha anche una paninoteca da asporto nel cuore della città), re della comunicazione video social con Fate Lardo e direttore creativo del sito Food Club, è sceso in campo a favore della consegna a domicilio in Campania.
Il movimento che chiede a Vincenzo De Luca, Presidente della Regione che ha vietato il delivery in tutta la Campania, sta ingrossando le sue fila in questa battaglia da fase 1,5: mentre in tutt’Italia le consegne a domicilio di cibi già cucinati è possibile con tutte le cautele del caso, a Napoli come a Salerno e in tutte le province campane è stato messo al bando per il timore dei contagi.
Pizzerie, pasticcerie e hamburgerie sono luoghi del vendere.
Due pesi e due misure che alla fine hanno svegliato pizzaioli, pasticcieri e street food (all’appello ancora non si vede la presa di posizione di qualche chef o ristoratore) che stanno risvegliando i commercianti alimentari che si sono resi conto che i loro locali sono innanzitutto luoghi del vendere.
Egidio Cerrone, come per citare tra i pizzaioli Alessandro Condurro, è stato tra quelli che avevano attivato il servizio di consegna a domicilio alla chiusura fisica dei locali.
Non molti avevano puntato sulla possibilità del delivery, ma la situazione d’emergenza prolungata oltre i 15 giorni che erano diventati la teoria dell’isolamento in base al primo decreto di serrata – quasi scambiato per il periodo di vacanza ferragostano – ha risvegliato animi e pance.
Una risposta concreta, un Aiutati che Dio ti aiuta che si accosta alle richieste di aiuti da uno Stato che deve fare i conti con la coperta troppo corta e con debiti che dovranno essere ripagati dalle generazioni future.
Ma ecco cosa scrive Egidio Cerrone.
Il delivery eviterà ossa ancora più rotte alla riapertura
Buongiorno, speriamo che ci fanno tornare presto a lavorare almeno col delivery, così come avviene in tutta Italia. Nel resto dell’Italia, il governo da gli stessi aiuti (cassa integrazione dipendenti, 60% affitto scontato dalle tasse ecc.) ma è permesso il delivery. Se solo in Campania non è permesso, è molto semplice capire che tutte le aziende di ristorazione napoletane sono estramente svantaggiate e si ritroveranno alla fine della pandemia con le ossa ancora più rotte: fuori dalla Campania hanno gli stessi aiuti ma non stanno incassando zero come noi. Questo è il mio pensiero coerente espresso anche quando abbiamo chiuso @puokburger senza fare gli eroi, quando provammo a mandare la baracca avanti solo col delivery: “STARE A CASA” NON PUÒ ESSERE UN PARADOSSO, “STARE A CASA” NON PUÒ COINCIDERE CON IL “FINIRE IN MEZZO A UNA VIA”. Quindi chiedo a nome di chi sa quanti una sola cosa: fateci aprire in delivery come in tutta Italia, oppure date ai ristoranti campani un aiuto in più, mi sembra equo. MUOVIAMOCI, prima che aumentino i furti, prima che aumenti la violenza, prima che le persone usciranno si fuori al balcone ma non si fermeranno alle ringhiere. Io posso resistere per un periodo, i miei ragazzi hanno tutti fortunatamente un contratto e quindi la cassa integrazione, ma quando li pagheranno? Fateci fare un delivery supercontrollato o continuate sì con la disparità, ma anche negli aiuti. Grazie ?❤️