Stefano Patuanelli: niente asporto il 4 o il 18 maggio: rinvio a giugno
Sembrava fatta: via libera all’asporto per le attività di ristorazione dal 4 maggio secondo l’ultimo decreto.
E invece il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, rimanda tutto al 18 maggio forse al 3 giugno e gela gli addetti ai lavori con l’interpretazione autentica chiesta da Nicola Porro nel corso della puntata di Quarta Repubblica del 27 aprile.
Dopo aver chiarito i dubbi su chi siano i congiunti evocati da Giuseppe Conte (sì, lo sono anche i fidanzati), risponde alla domanda del giornalista che lo “utilizza come interprete autentico di questo decreto” (lo ascoltate dal minuto 3:50 nel video qui in alto diffuso dal partito del ministro e dal minuto 56:35 se guardate tutta la puntata)
Aggiornamento. Conte smentisce Patuanelli
Il ministro Patuanelli esclude l’asporto dal 4 maggio
“L’ultima domanda gliela faccio molto semplice. Siccome tra i più penalizzati nelle aperture perché saranno a giugno ci sono i bar e i ristoranti – vede queste sono domande che possono apparire banali ma le persone ce lo chiedono – l’ultima domanda che le faccio, tecnica, sui bar e ristoranti: ma io posso prendere da mangiare da bar e ristoranti dal 4 maggio e portarmeli per esempio a fare un picnic in un parco, è possibile?”
“Ma guardi dal 4 maggio continua a valere la regola del domicilio e non dell’asporto. L’asporto sarà in una seconda fase che prevediamo essere probabilmente quella della seconda metà di maggio o forse di quella successiva a seconda anche di cosa succederà con queste riaperture, però vale il principio di prima, cioè io credo che l’importante è mantenere il distanziamento, mantenere l’uso della mascherina, l’uso dei guanti, l’igienizzazione delle mani, credo che siano comportamenti che ormai sono entrati nelle dinamiche sociali e ribadisco purtroppo perché sono qui da 60 giorni e non vedo la mia famiglia e avrei anche io bisogno di un abbraccio dei miei figli che non vedo da un po’ però sappiamo bene che i rischi e i pericoli che abbiamo corso… io le dico soltanto questo: io ho sentito il dibattito di oggi dopo la conferenza stampa del Presidente del Consiglio e vedo anche la tensione che sale rispetto al fatto che si sperava in un’apertura totale e ciascun singolo settore si chiede perché non posso fare questo perché abbiamo escluso quell’altro, però la somma totale di tutto questo fa semplicemente un’apertura totale di tutto quello che era chiuso, dal commercio al dettaglio ai parrucchieri ai bar, ai ristoranti e però se noi torniamo in quella condizione – noi abbiamo ancora 105 mila contagiati in questo Paese – e allora questo ci riporterebbe entro poco tempo di nuovo nelle condizioni dell’inizio di marzo ed è la cosa che dobbiamo evitare”.
Cosa dice il decreto
Parole che risultano incomprensibili leggendo la parte del decreto che riguarda proprio l’asporto:
“Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie,
pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché la ristorazione con asporto fermo restando l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro, il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze degli stessi”.
Le regioni già permettono l’asporto
Una situazione paradossale anche perché alcune regioni, Toscana, Abruzzo, Veneto e Emilia Romagna hanno già avviato l’asporto, quindi le persone con una prenotazione a telefono o online possono recarsi all’orario fissato davanti a bar, ristoranti, pizzerie, pasticcerie e ritirare i cibi avendo cura di mantenere distanze e indossando la mascherina.
Insomma un caos interpretativo che fa sorgere solo un dubbio:
Interpretazione autentica o svarione del ministro Patuanelli?