Pizza delivery e cartone. Le Iene rassicurano: mangiatela in santa pace
Nella puntata delle Iene dedicata al cibo consegnato a domicilio non poteva non finire anche la pizza che in Campania è stata “liberalizzata” il 27 aprile dopo quasi due mesi di astinenza dovuta alla chiusura totale delle pizzerie.
Chi ha paura di ordinare una pizza a domicilio? si chiede in apertura di servizio Giulio Golia.
Che per rispondere a questa e altre domande pratiche, dalla disinfezione della spesa portata a casa e dei soldi ritirati al bancomat fino ai saluti, si collega con due esperti: Franco Faella, infettivologo e primario emerito dell’ospedale Cotugno di Napoli, in pensione da 5 anni ma che annovera nel suo bagaglio professionale la vittoria sul colera nel ’73, e Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi e presidente dell’associazione nazionale pubbliche assistenze.
Si inizia maluccio con la distanza interpersonale che Faella considera insufficiente a un metro. Meglio stare a due metri e lontano dalle stramaledette goccioline portatrici del contagio.
Sulle plastiche e sull’acciaio il virus resiste 48 ore e più. Sul rame e su quello che interessa ai consumatori di pizza, cioè il cartone, 6-7 ore. Ohibò.
Ma la pizza delivery non è in pericolo. Come anche carne e pesce e soprattutto il sushi (a meno che un soggetto infetto non ci tossisca su). Non esagerare nemmeno con la disinfezione delle buste della spesa e va bene rimettere i soldi in tasca senza nemmeno contarli.
Al minuto 14:36, ecco il cibo a domicilio.
Siamo al sicuro? I cartoni delle pizze sono sicuri? Vanno disinfettati?
Franco Faella riassume i passaggi: uno che compra una bella pizza da asporto, toglie la pizza dal cartone, il cartone lo butta, si va a lavare le mani (con il sapone) e si mangia una pizza in santa pace. Ah (che goduria).
Fabrizio Pregliasco: È vero, chi ce l’ha portato ce lo porta così direttamente, ma l’importante è dire che il contagio maggiore c’è con contatto e con l’emanazione di goccioline di un soggetto sintomatico. Gli asintomatici abbiamo scoperto che sono anch’essi contagiosi ma con un’efficacia assolutamente inferiore.
Insomma, non esageriamo in un’eccessiva ipocondria che ci rovina solo la vita.
E mangiamoci una buona pizza, a Napoli come in tutte le altre città d’Italia (e qui vedete il servizio per intero)