Come va “Chi è il padrone”, la pasta dei consumatori
Come vi abbiamo detto è arrivata in Italia il 25 giugno “Chi è il padrone”, la pasta dei consumatori.
L’ha voluta e creata “La marca dei consumatori”, associazione italiana che ha aderito al movimento nato 3 anni fa in Francia, dove mettendo in commercio oltre 30 prodotti presso 12.000 punti vendita, è riuscito a generare 90 milioni di fatturato.
La pasta dei consumatori in Francia
Una vera case history, che ha avuto ottimi riscontri anche in Spagna, Belgio, Grecia, Germania, Inghilterra, Marocco e da poco negli Stati Uniti. Un caso che non si può fare a meno di elogiare per la portata democratica dell’iniziativa. Nata per creare una filiera etica, capace di fornire compensi adeguati a chi produce e cibi sani agli acquirenti.
Una formula nuova, che inverte le regole del gioco partendo dall’ultimo anello. Nel progetto francese, come nella versione italiana, sono i consumatori a decidere quali prodotti sviluppare e quali caratteristiche devono avere.
Le caratteristiche delle pasta
Sistema di produzione trasparente, ottime proprietà nutrizionali della materia prima, coltivazione rispettosa dell’ambiente, prezzo giusto per i consumatori e, ovviamente, per produttori e lavoratori. In Francia tutto avviene attraverso risposte virtuali, nel sito della società cooperativa che tira le fila e decide i disciplinari dei singoli prodotti, oltre a contattare le aziende interessate.
La pasta dei consumatori in Italia
Se il successo contagioso ottenuto finora ha portato a un network internazionale finanziato con il solo prezzo di vendita dei prodotti, composto da oltre 10.000 soci e 15 milioni di acquirenti, in Italia a sposare l’idea della “marca dei consumatori” e del progetto “C’est qui le patron ?!” sono ormai quasi 5000 persone, in aumento costante. Si sono associate versando un contributo di 2 euro per entrare nelle fasi decisionali, poi verificate attraverso visite organizzate dall’associazione.
Primo obiettivo raggiunto la pasta a marchio “Chi è il padrone?!”, che ha debuttato tra gli scaffali di Carrefour, la catena di supermercati sostenitrice dell’iniziativa fin dai primi giorni in Francia.
Chi produce la pasta
Serviva qualcuno che includesse nel suo metodo produttivo le caratteristiche volute dai membri dell’associazione. La scelta ha premiato il marchio Sgambaro di Castello di Godego (TV), in Veneto, fondato nel 1947. Nel 2003 è stato il primo pastificio italiano a ottenere due certificazioni importanti quali “100% Grano Duro Italiano” e “km zero”. Ma i parametri “eco” sono anche altri: coltivazione del grano sostenibile, mulino di proprietà, impianti alimentati da energia al 100% rinnovabile.
Sgambaro sta producendo per ora tre tipi di pasta – spaghetti, fusilli e penne rigate – utilizzando grano duro italiano coltivato in pianura padana e in Puglia e macinato nel propio mulino. Le paste saranno realizzate con il metodo della lenta essiccazione a bassa temperatura e trafilate in bronzo. Prezzo di vendita: 1,07 euro per la confezione da 500 grammi realizzata in carta riciclabile. La remunerazione per il produttore sarà di 400 euro/tonnellata, superiore alla media di mercato che è valutata intorno ai 300 euro/tonnellata, in modo da garantirne un guadagnare la possibilità di fare investimenti.
I prossimi prodotti
Dopo la pasta sono già allo studio altri prodotti a forte componente agricola sempre presenti nella lista della spesa delle famiglie italiane, come passata di pomodoro, olio d’oliva, uova e latte.
Nel frattempo “C’est qui le patron ?!” sta iniziando a distribuire anche all’estero i prodotti sviluppati nei singoli Paesi.